MILANO - Botta e risposta tra il governo tedesco e il premier italiano Silvio Berlusconi. Oggetto del contendere la proposta di una tassa sulle transazioni finanziarie fatta propria dal Consiglio europeo. «Credo di aver reso un buon servizio al mio Paese e anche all'Europa con il veto sulla tassa sulle transazioni finanziarie», una proposta che il presidente del Consiglio nel corso di una telefonata durante il convegno dell’associazione del Pdl "Liberamente", ha definito «ridicola». A giudizio del premier questa imposizione «se fosse stata approntata solo dall'Unione Europea e non dagli altri grandi Paesi avrebbe spostato negli Usa e in altri Paesi» la mole delle transazioni finanziarie internazionali.
LA REPLICA TEDESCA - Tutti i paesi Ue hanno convenuto sulle conclusioni del Consiglio europeo di giovedì scorso, incluse quelle relative alla proposta di una tassa europea sulle transazioni finanziarie: così ha replicato un portavoce del governo tedesco commentando le dichiarazioni del presidente del Consiglio. «Le conclusioni sono state approvate da tutti i capi di Stato e di governo del Consiglio europeo», ha detto all'Ansa il portavoce. Da parte sua, il portavoce ha fatto riferimento in particolare al punto 16 delle conclusioni del vertice di Bruxelles sulla proposta della tassa Ue sulle transazioni finanziarie. Secondo quanto si legge in questo paragrafo, il «Consiglio europeo conviene sulla necessità che gli Stati membri introducano sistemi di prelievi e tasse a carico degli istituti finanziari per assicurare un'equa ripartizione degli oneri e stabilire incentivi volti a contenere il rischio sistemico». L'unico paese che «si riserva il diritto di non introdurre» queste misure è la Repubblica ceca, come riportano le conclusioni del Consiglio europeo e fanno notare fonti del governo tedesco. Il portavoce del governo tedesco ha inoltre fatto riferimento al punto 17 delle conclusioni del Consiglio europeo, relativo alla proposta di tassare le operazioni finanziarie. In particolare, l'articolo 17 sottolinea la necessità di «esplorare e sviluppare ulteriormente» l'eventuale introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie su scala mondiale. «La risposta dell'Unione alla crisi deve continuare ad essere coordinata a livello globale per assicurare la coerenza delle misure sul piano internazionale. Le iniziative attualmente adottate dall'Unione per rilanciare la competitività, risanare i conti pubblici e riformare il settore finanziario le consentiranno di prendere posizione con forza a favore di azioni analoghe a livello internazionale al prossimo vertice G20», recita l'articolo 17. L'Ue «dovrebbe guidare gli sforzi volti a stabilire un approccio globale all'introduzione di un sistema di prelievi e tasse a carico degli istituti finanziari nella prospettiva di mantenere una parità di condizioni su scala mondiale e difenderà con vigore questa posizione di fronte ai suoi partner del G20», prosegue. «In tale contesto si dovrebbe esplorare e sviluppare ulteriormente l'opportunità di introdurre un prelievo sulle operazioni finanziarie a livello mondiale», termina così l'articolo delle conclusioni del Consiglio europeo.
LA PRECISAZIONE DI PALAZZO CHIGI - Nonostante però la replica tedesca a Palazzo Chigi si ribadisce che il presidente Silvio Berlusconi nel vertice di Bruxelles di giovedì scorso ha posto il veto dell'Italia alla proposta di una tassa europea sulle transazioni finanziarie. Tanto è vero che il vertice ha previsto la possibilità di una imposizione sulle banche e non sulle operazioni finanziarie.
Fonte: Corriere.it
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LA REPLICA TEDESCA - Tutti i paesi Ue hanno convenuto sulle conclusioni del Consiglio europeo di giovedì scorso, incluse quelle relative alla proposta di una tassa europea sulle transazioni finanziarie: così ha replicato un portavoce del governo tedesco commentando le dichiarazioni del presidente del Consiglio. «Le conclusioni sono state approvate da tutti i capi di Stato e di governo del Consiglio europeo», ha detto all'Ansa il portavoce. Da parte sua, il portavoce ha fatto riferimento in particolare al punto 16 delle conclusioni del vertice di Bruxelles sulla proposta della tassa Ue sulle transazioni finanziarie. Secondo quanto si legge in questo paragrafo, il «Consiglio europeo conviene sulla necessità che gli Stati membri introducano sistemi di prelievi e tasse a carico degli istituti finanziari per assicurare un'equa ripartizione degli oneri e stabilire incentivi volti a contenere il rischio sistemico». L'unico paese che «si riserva il diritto di non introdurre» queste misure è la Repubblica ceca, come riportano le conclusioni del Consiglio europeo e fanno notare fonti del governo tedesco. Il portavoce del governo tedesco ha inoltre fatto riferimento al punto 17 delle conclusioni del Consiglio europeo, relativo alla proposta di tassare le operazioni finanziarie. In particolare, l'articolo 17 sottolinea la necessità di «esplorare e sviluppare ulteriormente» l'eventuale introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie su scala mondiale. «La risposta dell'Unione alla crisi deve continuare ad essere coordinata a livello globale per assicurare la coerenza delle misure sul piano internazionale. Le iniziative attualmente adottate dall'Unione per rilanciare la competitività, risanare i conti pubblici e riformare il settore finanziario le consentiranno di prendere posizione con forza a favore di azioni analoghe a livello internazionale al prossimo vertice G20», recita l'articolo 17. L'Ue «dovrebbe guidare gli sforzi volti a stabilire un approccio globale all'introduzione di un sistema di prelievi e tasse a carico degli istituti finanziari nella prospettiva di mantenere una parità di condizioni su scala mondiale e difenderà con vigore questa posizione di fronte ai suoi partner del G20», prosegue. «In tale contesto si dovrebbe esplorare e sviluppare ulteriormente l'opportunità di introdurre un prelievo sulle operazioni finanziarie a livello mondiale», termina così l'articolo delle conclusioni del Consiglio europeo.
LA PRECISAZIONE DI PALAZZO CHIGI - Nonostante però la replica tedesca a Palazzo Chigi si ribadisce che il presidente Silvio Berlusconi nel vertice di Bruxelles di giovedì scorso ha posto il veto dell'Italia alla proposta di una tassa europea sulle transazioni finanziarie. Tanto è vero che il vertice ha previsto la possibilità di una imposizione sulle banche e non sulle operazioni finanziarie.
Fonte: Corriere.it
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0 commenti to " Il premier: "Tassa su transazioni ridicola". La Germania lo sbugiarda. "Approvata anche da lui" "