ROMA. Nella Lega c`è chi racconta che Umberto Bossi abbia appreso la notizia di Aldo Brancher ministro del Federalismo soltanto dai giornali.
La spiegazione al leader del Carroccio sarebbe arrivata poco prima del Consiglio dei ministri: «Bisognava salvarlo, dargli la possibilità del legittimo impedimento. Volevamo farlo ministro dello Sviluppo economico ma il presidente della Repubblica non ha voluto. Quindi abbiamo pensato... ». L`operazione sarebbe partita direttamente da Roberto Calderoli (l`unico che dopo la nomina si è espresso in toni trionfalistici), d`intesa naturalmente con Berlusconi. Il rapporto di vecchia data tra l`azzurro che fu il braccio destro di Confalonieri e il Cavaliere è risaputo e poi le vicende giudiziarie in cui e` coinvolto Brancher per il caso Fiorani rischiavano di avere un effetto dirompente direttamente sul governo.
E nato così il nuovo ministero nell`esecutivo con Bossi, da sempre portatore della bandiera del federalismo, all`oscuro di tutto. Ecco perchè ha preso le distanze.
Ma le parole del "Senatur" di ieri fanno capire come il solco tra la Lega e il Capo del governo si sia allargato ancora di più.
Bossi teme lo stop di Berlusconi sul federalismo, pensa che stia facendo solo melina. Il presidente del Consiglio, invece, non sopporta più la «Lega di lotta e di governo» e non ha minimamente gradito quell`asse con Tremonti sulla Finanziaria né il movimentismo del responsabile delle Riforme con Napolitano e Fini sulla vicenda delle intercettazioni.
La discesa in campo di Bossi nella partita che più sta a cuore a Berlusconi è stata vissuta come un tradimento.
Il premier considera quello che una volta era l`alleato più fedele una vera e propria spina nel fianco. E tra i destinatari del suo appello a non «farci del male» c`era quindi anche il leader del Carroccio. Del resto i due amici Silvio e Umberto è da mesi che non si ritrovano attorno a un tavolo per una di quelle cene che finiscono con can- zoni e barzellette. «Ormai - si è sfogato con un esponente Pdi - anche Bossi non sta più dalla mia parte. Basta, ho una grana al giorno. Sto pensando di prendermi una bella vacanza e di abbandonare tutti. Così voglio vedere cosa faranno senza di me... ».
Naturalmente si tratta della solita minaccia di ritirarsi per un periodo sabbatico, ma è un fatto che il premier abbia così tanti fronti aperti da sentirsi in bilico. Il rapporto con Fini, il braccio di ferro con Tremonti, la coabitazione impossibile con gli ex An che vogliono comandare nel partito, un Pdi in cui non si riconosce più; poi ci sono l`incognita delle inchieste e la crisi economica: tutti motivi che lasciano nell`inquilino di Arcore una sensazione di inquietudine.
«Nonvoglio sapere più nulla. Laverità - si è confidato con un amico - è che mi sento solo, non ho nessuno sui cui possa contare. Devo intervenire sempre io per qualsiasi cosa. Nessuno che pensi agli interessi degli italiani, nessuno che avverta la responsabilità di guidare il Paese».
Ecco la frecciata anche a Bossi e la sua voglia di fuga. «Mi sono stufato anche dei suoi capricci. Per fortuna ha sospirato a un fedelissimo - che ora me ne vado un po` all`estero... ».A metà settimana parte per il Canada per il G20, poi Brasile e Panama:
«Meglio stare fuori, che qui l`aria che tira è sempre più brutta»...
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La spiegazione al leader del Carroccio sarebbe arrivata poco prima del Consiglio dei ministri: «Bisognava salvarlo, dargli la possibilità del legittimo impedimento. Volevamo farlo ministro dello Sviluppo economico ma il presidente della Repubblica non ha voluto. Quindi abbiamo pensato... ». L`operazione sarebbe partita direttamente da Roberto Calderoli (l`unico che dopo la nomina si è espresso in toni trionfalistici), d`intesa naturalmente con Berlusconi. Il rapporto di vecchia data tra l`azzurro che fu il braccio destro di Confalonieri e il Cavaliere è risaputo e poi le vicende giudiziarie in cui e` coinvolto Brancher per il caso Fiorani rischiavano di avere un effetto dirompente direttamente sul governo.
E nato così il nuovo ministero nell`esecutivo con Bossi, da sempre portatore della bandiera del federalismo, all`oscuro di tutto. Ecco perchè ha preso le distanze.
Ma le parole del "Senatur" di ieri fanno capire come il solco tra la Lega e il Capo del governo si sia allargato ancora di più.
Bossi teme lo stop di Berlusconi sul federalismo, pensa che stia facendo solo melina. Il presidente del Consiglio, invece, non sopporta più la «Lega di lotta e di governo» e non ha minimamente gradito quell`asse con Tremonti sulla Finanziaria né il movimentismo del responsabile delle Riforme con Napolitano e Fini sulla vicenda delle intercettazioni.
La discesa in campo di Bossi nella partita che più sta a cuore a Berlusconi è stata vissuta come un tradimento.
Il premier considera quello che una volta era l`alleato più fedele una vera e propria spina nel fianco. E tra i destinatari del suo appello a non «farci del male» c`era quindi anche il leader del Carroccio. Del resto i due amici Silvio e Umberto è da mesi che non si ritrovano attorno a un tavolo per una di quelle cene che finiscono con can- zoni e barzellette. «Ormai - si è sfogato con un esponente Pdi - anche Bossi non sta più dalla mia parte. Basta, ho una grana al giorno. Sto pensando di prendermi una bella vacanza e di abbandonare tutti. Così voglio vedere cosa faranno senza di me... ».
Naturalmente si tratta della solita minaccia di ritirarsi per un periodo sabbatico, ma è un fatto che il premier abbia così tanti fronti aperti da sentirsi in bilico. Il rapporto con Fini, il braccio di ferro con Tremonti, la coabitazione impossibile con gli ex An che vogliono comandare nel partito, un Pdi in cui non si riconosce più; poi ci sono l`incognita delle inchieste e la crisi economica: tutti motivi che lasciano nell`inquilino di Arcore una sensazione di inquietudine.
«Nonvoglio sapere più nulla. Laverità - si è confidato con un amico - è che mi sento solo, non ho nessuno sui cui possa contare. Devo intervenire sempre io per qualsiasi cosa. Nessuno che pensi agli interessi degli italiani, nessuno che avverta la responsabilità di guidare il Paese».
Ecco la frecciata anche a Bossi e la sua voglia di fuga. «Mi sono stufato anche dei suoi capricci. Per fortuna ha sospirato a un fedelissimo - che ora me ne vado un po` all`estero... ».A metà settimana parte per il Canada per il G20, poi Brasile e Panama:
«Meglio stare fuori, che qui l`aria che tira è sempre più brutta»...
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