Nel dopoguerra, a Napoli, Achille Lauro distribuiva concretissimi pacchi di pasta. Sessant’anni dopo, a Venezia, il ministro della funzione pubblica Renato Brunetta, candidato sindaco del Pdl, si adegua ai tempi e alla fame di case che affigge il belpaese. «Caro Concittadino... la casa potrà essere sua a condizioni particolarmente vantaggiose», recita la sua lettera che migliaia di inquilini che vivono nelle case popolari di proprietà Ater stanno ricevendo in queste ore. Come il ministro abbia ottenuto gli elenchi è tutto da spiegare. Quello che è chiaro è che l’offerta elettorale è a costo zero per il candidato. Fatte salve le spese di spedizione. Mentre a pagare, se Mr anti-sprechi dovesse vincere e mantenere le promesse, sarebbero i contribuenti.
Considerando che l’intero patrimonio pubblico è di circa 10mila alloggi. E Brunetta intende metterlo in vendita per intero. A prezzi stracciati. L’offerta - infatti - rivolta agli inquilini delle case di Comune e Regione - ma Brunetta non si candida solo a governare il Comune? - lascia all’inquilino la scelta «se trasformare l’affitto in una rata di riscatto dell’abitazione, tenendo conto dei canoni già versati fino ad oggi» o «se acquistare subito, in un’unica soluzione, l’abitazione nella quale si risiede, sempre conteggiando gli affitti già versati». Ad ogni modo i conti sono presto fatti. Con 20mila euro ti ritrovi proprietario di una casa che sul mercato vale molto di più. Come annota un articolo della stampa locale, prontamente ripubblicato dal candidato sul suo sito.
Una operazione tutta in perdita per la parte pubblica. Un “regalo” per chi per altro è già tutelato come assegnatario di un alloggio popolare. E «naturalmente se dovesse decidere che non le interesa, potrà continuare a sostenere il canone d’affitto come ha fatto finora», rassicura Brunetta, sapendo che in realtà la propensione all’acquisto tra gli inquilini di alloggi sociali è molto bassa. «Difficile considerare un simile gesto politico portatore di equità», osservano dal comitato elettorale di Giorgio Orsoni. Tanto più che la richiesta di case popolari resta alta. E attualmente ci sono cira 2mila persone in lista d’attesa. E ci vorrebbe il ricavato di sette case vendute a quei prezzi - osservano sempre al comitato di Orsoni - per comprarne una nuova da destinare a chi ne ha bisogno.
Fonte: Unita.it
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