LESMO - "Con la Russia abbiamo stipulato un accordo che segnerà una svolta per il nucleare". Questo il risultato più importante del vertice bilaterale fra Italia e Russia che ha visto protagonisti Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. Il premier italiano ha voluto subito ricordare di essere legato al suo omologo russo "da molti anni da stima, amicizia e affetto". A Villa Gernetto, la dimora settecentesca del premier appena ristrutturata, erano presenti tra gli altri anche il ministro Maria Stella Gelmini, Paolo Bonaiuti, Guido Bertolaso, Marco Tronchetti Provera, Fulvio Conti.
Nutrita anche la delegazione russa. Ad accompagnare il presidente Vladimir Putin e il suo vice, Igor Ivanovich, c'erano tra gli altri l'ambasciatore straordinario in Italia, Alexey Yurievich, il ministro dell'Energia, Sergey Ivanovich, il viceministro degli Esteri, Alexander Viktorovich, il viceministro dell'Industria, Andrey Vladimirovich, il viceministro dell'Istruzione, Sergey Nikhlaevich e, il presidente della Gazprom, Alexey Borisovich.
Sia l'Italia che la Russia mostrano "segnali confortanti di ripresa", ha detto Silvio Berlusconi. L'atmosfera della conferenza stampa congiunta è stata conciliante, l'augurio quella di una ripresa che, ha detto Berlusconi, "fa sperare che l'interscambio con la Russia, in calo del quasi trenta per cento per la crisi e conomica, possa tornare ai livelli in cui era nel 2008".
I due premier seduti uno accanto all'altro hanno ricordato l'affetto e la sintonia che li lega. Il loro, è un 'matrimonio politico' che funziona. E Berlusconi non ha esitato a rispondere a chi, durante la conferenza, ha chiesto il segreto di un buon matrimonio: "Sono esperto in molti settori, urbanistica, editoria, televisione, sport, amministrazione pubblica, ma non ho felici risultati per quanto riguarda i matrimoni e mi astengo dal dare suggerimenti al riguardo. Per litigare bisogna essere in due, ma per divorziare basta essere in uno, mi è stato detto da qualcuno che conoscete...".
Nucleare. In cima all'agenda dei colloqui c'è stata soprattutto la sicurezza energetica. Durante l'incontro a Lesmo è stato infatti siglato un accordo tra i due dicasteri della ricerca scientifica per un progetto di ricerca della fusione nucleare, con programma 'Ignitor'. Il programma si avvale degli esperimenti realizzati dal professore Bruno Coppi e sostenuti da emeriti scienziati russi e italiani. "Abbiamo parlato molto del futuro dell'energia nel mondo, e siglato un accordo che può segnare una svolta per il nucleare. Un progetto che potrà cambiare gli scenari della produzione di energia per le generazioni future e aprire una nuova frontiera dell'energia nucleare'", ha detto Berlusconi aggiungendo che i lavori per la prima centrale nucleare in Italia "saranno iniziati entro tre anni". Il minsitro Scajola, ha spiegato il premier, "è infatti intenzionato a far partire i lavori entro questa legislatura". Prima di individuare un luogo in cui realizzare una centrale nucleare, ha concluso Berlusconi, "bisogna che cambi l'opinione pubblica italiana, dobbiamo fare una vasta opera di convincimento, guardando alla situazione francese".
La nuova centrale. Tra i punti previsti nell'accordo firmato da Fulvio Conti, a.d. e direttore generale di Enel, e Boris Kovalchuk, acting chairman del management committee di Inter Rao Ues, ci sono un 'memorandum of understanding' per la cooperazione nei settori nucleare, costruzione nuovi impianti e innovazione tecnica, efficienza energetica, e la distribuzione, sia in Russia che nei Paesi dell'Est Europa. Si tratta della prima parthership pubblico-privato nel settore nucleare in Russia: nell'accordo c'è lo sviluppo congiunto del progetto di una nuova centrale nucleare a Kaliningrad. La centrale sarà composta da due gruppi da 1.170 mw l'uno e utilizzerà la tecnologia di terza generazione Vver 1200. L'entrata in produzione è prevista tra il 2016 e il 2018. Una quota rilevante dell'energia prodotta sarà destinata ai vicini mercati europei. Inter Rao Ues fornirà i termini e le condizioni per la partecipazione di investitori esteri al nuovo progetto di reattore nucleare, così come le caratteristiche tecniche per la distribuzione dell'energia prodotta. Dal canto suo Enel studierà gli aspetti tecnici, economici e normativi del progetto per valutare condizioni e modalità della sua possibile partecipazione.
Industria. Considerati gli stretti rapporti commerciali tra Italia e Russia, al vertice hanno partecipato anche importanti personalità del mondo dell'industria, come l'Ad dell'Eni, Paolo Scaroni, l'Ad dell'Enel, Fulvio Conti, e il presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera. Berlusconi ha annunciato che "Pirelli potrebbe aumentare la sua già cospicua presenza nella federazione russa acquistando stabilimenti che danno lavoro a 2500 persone". Per poi aggiungere che l'Eni potrebbe espandere la sua collaborazione con Gazprom anche al di fuori dell'Europa, ad esempio in Africa. "Continueremo - ha detto il premier italiano - in direzione della collaborazione fra Gazprom ed Eni e penso che ci possano essere collaborazioni in paesi extraeuropei. C'è tutto un continente come l'Africa che si apre ad aziende estere e non vorremmo lasciare che fosse solo la Cina ad assorbire tutte le nuove potenzialità" E poi ha spiegato i tempi per i lavori di costruzione del gasdotto South Stream, che inizieranno tra due anni. "I responsabili di Eni e di Gazprom - ha detto Berlusconi - hanno messo a punto le cose da fare immediatamente e si prevede l'inizio dei lavori nei primi sei mesi del 2012".
Gli aiuti all'Abruzzo. Per finire una stretta di mano e una promessa ribadita. Nel patto firmato oggi al vertice ci sono infatti anche i contributi che il governo russo si è impegnato a dare all'Abruzzo colpito dal terremoto dello scorso anno. In particolare 7,2 milioni di euro per la ristrutturazione di Palazzo Ardinghelli e della chiesa di San Gregorio Magno a L'Aquila. Il progetto è nato dall'impegno formulato da Mosca durante il G8 in Abruzzo. "Già in occasione del G8 de L'Aquila - ha detto Berlusconi - l'amico Vladimir si era soffermato sulla volontà di darci questo aiuto. E io ho detto a Putin che ora si deve sentire obbligato a venire a L'Aquila per ascoltare la Santa Messa non appena sarà riaperta la chiesa di San Gregorio Magno".
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