ROMA - Tensione in crescita nella maggioranza dopo l'arrivo del processo breve al Senato. Nel giorno dell'appello di Roberto Saviano al premier perché ritiri il provvedimento, i finiani vanno all'attacco. L'appello di Casini all'opposizione per tornare al Lodo Alfano con una legge costituzionale fa breccia anche tra quei parlamentari del Pdl vicini al presidente della Camera i quali sono pronti allo scontro con la Lega per togliere l'immigrazione dall'elenco dei reati che non beneficiano del processo breve. Senza contare i pericoli di incostituzionalità presenti nella legge salva premier, implicitamente ammessi dal presidente del Senato Schifani: "Se il disegno di legge sul processo breve va avanti sono certo che il Senato farà un buon lavoro per porre al riparo il testo da eventuali dubbi di incostituzionalità".
Il disegno di legge studiato da Ghedini rischia quindi di aprire un fronte nella maggioranza che rimetterebbe in discussione l'accordo faticosamente raggiunto fra Fini e il premier e di trasformarsi in un boomerang per il premier che dalla legge si aspetta un salvataggio definitivo dai suoi processi. Berlusconi vuole la conta fra i parlamentari della maggioranza, pensa alla fiducia e minaccia le elezioni anticipate.
Ma due finiani di prima fila, il vicecapogruppo alla Camera Bocchino e il deputato Granata, non accettano diktat. Il primo apre all'ipotesi di Casini di un ritorno costituzionalizzato al Lodo Alfano. Il secondo chiede che venga "assolutamente" tolto il reato di immigrazione da quelli esclusi dal processo breve.
In questo scenario uno dei "falchi" del Pdl, il ministro Brunetta, evoca "il baratro" delle elezioni anticipate a marzo dal momento che "siamo in presenza del rischio di crisi un giorno sì e un giorno no, e di fibrillazioni un giorno sì e l'altro pure". E il vicepresidente dei deputati pdl Napoli avverte i riottosi: "Sarà bene che il governo e la maggioranza chiariscano l'atteggiamento sul provvedimento che abbrevia i processi. Una volta decisa la linea a quella devono tutti attenersi.
Diversamente, il PdL farà bene a convocare un congresso immediato per riportare chiarezza laddove si sta creando una certa opacità". Casini chiede "a Pd e a Pdl, se ci siete battete un colpo", perché "dobbiamo fermare la crisi della giustizia, trovare una soluzione che sia politica", una "terza via".
Ma non si vede alcun segnale di distensione, anzi. Il Pdl è scatenato all'attacco dell'opposizione e concentra il fuoco soprattutto sulla presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro, accusata da Gasparri, Bondi, Verdini e Quagliariello di aver presentato tre anni fa un testo analogo a quello del Pdl. "Capisco i nervosismi di questi giorni che agitano gran parte degli esponenti del Pdl, - replica il vicepresidente dei senatori Pd Zanda - ma non possono distorcere la realtà a loro piacimento". Le proposte del Pd, aggiunge il senatore pd Casson, sono "ben diverse dal salva processi" del Pdl.
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Il disegno di legge studiato da Ghedini rischia quindi di aprire un fronte nella maggioranza che rimetterebbe in discussione l'accordo faticosamente raggiunto fra Fini e il premier e di trasformarsi in un boomerang per il premier che dalla legge si aspetta un salvataggio definitivo dai suoi processi. Berlusconi vuole la conta fra i parlamentari della maggioranza, pensa alla fiducia e minaccia le elezioni anticipate.
Ma due finiani di prima fila, il vicecapogruppo alla Camera Bocchino e il deputato Granata, non accettano diktat. Il primo apre all'ipotesi di Casini di un ritorno costituzionalizzato al Lodo Alfano. Il secondo chiede che venga "assolutamente" tolto il reato di immigrazione da quelli esclusi dal processo breve.
In questo scenario uno dei "falchi" del Pdl, il ministro Brunetta, evoca "il baratro" delle elezioni anticipate a marzo dal momento che "siamo in presenza del rischio di crisi un giorno sì e un giorno no, e di fibrillazioni un giorno sì e l'altro pure". E il vicepresidente dei deputati pdl Napoli avverte i riottosi: "Sarà bene che il governo e la maggioranza chiariscano l'atteggiamento sul provvedimento che abbrevia i processi. Una volta decisa la linea a quella devono tutti attenersi.
Diversamente, il PdL farà bene a convocare un congresso immediato per riportare chiarezza laddove si sta creando una certa opacità". Casini chiede "a Pd e a Pdl, se ci siete battete un colpo", perché "dobbiamo fermare la crisi della giustizia, trovare una soluzione che sia politica", una "terza via".
Ma non si vede alcun segnale di distensione, anzi. Il Pdl è scatenato all'attacco dell'opposizione e concentra il fuoco soprattutto sulla presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro, accusata da Gasparri, Bondi, Verdini e Quagliariello di aver presentato tre anni fa un testo analogo a quello del Pdl. "Capisco i nervosismi di questi giorni che agitano gran parte degli esponenti del Pdl, - replica il vicepresidente dei senatori Pd Zanda - ma non possono distorcere la realtà a loro piacimento". Le proposte del Pd, aggiunge il senatore pd Casson, sono "ben diverse dal salva processi" del Pdl.
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0 commenti to " Dopo l'appello di Saviano, ferri corti nella maggioranza. Elezioni? "