ROMA - Coprire con Internet banda larga tutti gli italiani e tutte le imprese: obiettivo rinviato, ancora una volta. Se ne riparlerà nel 2015, salvo ulteriori sorprese, per colpa delle lentezze burocratiche nel dialogo Stato-Regioni e per la difficoltà a sbloccare i fondi pubblici necessari a colmare i "buchi" di copertura. È quanto si apprende dai tecnici del ministero dello Sviluppo economico che si stanno occupando dei bandi di gara per portare Internet veloce nelle zone più sfortunate del Paese (quelle del cosiddetto "digital divide"). Queste sono adesso pari al 4% della popolazione, contro il 5 dell'anno scorso. Un piccolo miglioramento ottenuto quasi solo grazie allo sviluppo della banda larga mobile. È ferma invece ancora all'8% la quota di popolazione che non può avere la banda larga di tipo Adsl (su rete fissa), pari a circa 1.500 comuni (secondo dati dell'osservatorio Between).
Nero su bianco, c'era nel decreto Sviluppo Bis di ottobre 2012 l'impegno del governo Monti a dare banda larga a tutti entro dicembre 2013, come anche richiesto dalla Commissione europea. Obiettivo rimandato al 2014, sotto il governo Letta. Ora si apprende del nuovo rinvio. "Le prime Regioni che elimineranno il digital divide saranno Lazio, Liguria e Marche, a febbraio 2015. Sono anche le prime infatti ad aver assegnato - quest'anno - le gare per fare coperture banda larga, con 15 milioni di euro di fondi pubblici europei (dalla programmazione 2007-2013)", spiega infatti Salvatore Lombardo, direttore generale
di Infratel, società del ministero che si occupa di questi bandi (i quali sovvenzionano gli operatori che costruiranno le reti nelle zone sfortunate).
"Contiamo di ultimare la rete banda larga italiana tra giugno e settembre 2015, ma dipende dagli accordi tra ministero e Regioni, necessari per fare le gare. Purtroppo i tempi burocratici di negoziazione sono a volte più lunghi di quelli per creare la rete", aggiunge. "Ci vogliono 12 mesi, dopo l'assegnazione della gara, per portare la banda larga ai cittadini. Ma ci sono Regioni come la Sicilia che ci stanno facendo aspettare da due anni per la firma dell'accordo. L'aspettiamo anche dalla Sardegna. La Basilicata invece ha firmato ma per ora l'ha messo in stand by", continua Lombardo. Nell'elenco delle regioni sfortunate ci sono anche Piemonte ed Emilia Romagna, "che hanno esaurito i fondi per queste gare e aspettano giugno 2014 per poter contare su quelli della programmazione 2014-2020", spiega Rossella Lehnus, responsabile del piano nazionale banda larga presso il ministero. "Il cambio di Governo non ci ha fermati, però. La settimana prossima assegneremo i bandi che elimineranno il digital divide in Campania e Umbria. A marzo lanceremo quelli di Calabria, Veneto e Toscana", aggiunge Lehnus.
È una partita che sarà seguita da Antonello Giacomelli, nominato ieri sottosegretario con delega su tlc e frequenze presso lo Sviluppo economico. Ed è destinata a diventare importante nei prossimi mesi, quando arriveranno i fondi Ue 2014-2020: previsti 1,260 miliardi di euro per le reti banda larga e - soprattutto - per quelle a banda ultralarga, da realizzare con questo sistema di gare pubbliche.
Nero su bianco, c'era nel decreto Sviluppo Bis di ottobre 2012 l'impegno del governo Monti a dare banda larga a tutti entro dicembre 2013, come anche richiesto dalla Commissione europea. Obiettivo rimandato al 2014, sotto il governo Letta. Ora si apprende del nuovo rinvio. "Le prime Regioni che elimineranno il digital divide saranno Lazio, Liguria e Marche, a febbraio 2015. Sono anche le prime infatti ad aver assegnato - quest'anno - le gare per fare coperture banda larga, con 15 milioni di euro di fondi pubblici europei (dalla programmazione 2007-2013)", spiega infatti Salvatore Lombardo, direttore generale
di Infratel, società del ministero che si occupa di questi bandi (i quali sovvenzionano gli operatori che costruiranno le reti nelle zone sfortunate).
"Contiamo di ultimare la rete banda larga italiana tra giugno e settembre 2015, ma dipende dagli accordi tra ministero e Regioni, necessari per fare le gare. Purtroppo i tempi burocratici di negoziazione sono a volte più lunghi di quelli per creare la rete", aggiunge. "Ci vogliono 12 mesi, dopo l'assegnazione della gara, per portare la banda larga ai cittadini. Ma ci sono Regioni come la Sicilia che ci stanno facendo aspettare da due anni per la firma dell'accordo. L'aspettiamo anche dalla Sardegna. La Basilicata invece ha firmato ma per ora l'ha messo in stand by", continua Lombardo. Nell'elenco delle regioni sfortunate ci sono anche Piemonte ed Emilia Romagna, "che hanno esaurito i fondi per queste gare e aspettano giugno 2014 per poter contare su quelli della programmazione 2014-2020", spiega Rossella Lehnus, responsabile del piano nazionale banda larga presso il ministero. "Il cambio di Governo non ci ha fermati, però. La settimana prossima assegneremo i bandi che elimineranno il digital divide in Campania e Umbria. A marzo lanceremo quelli di Calabria, Veneto e Toscana", aggiunge Lehnus.
È una partita che sarà seguita da Antonello Giacomelli, nominato ieri sottosegretario con delega su tlc e frequenze presso lo Sviluppo economico. Ed è destinata a diventare importante nei prossimi mesi, quando arriveranno i fondi Ue 2014-2020: previsti 1,260 miliardi di euro per le reti banda larga e - soprattutto - per quelle a banda ultralarga, da realizzare con questo sistema di gare pubbliche.
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0 commenti to " Il primo fallimento di Renzi. Slitta al 2015 la banda larga per tutti "