ROMA — Sono stati iscritti nel registro degli indagati i clienti delle baby squillo dei Parioli. Quelli che secondo i pm sapevano che le due ragazzine erano minorenni. Una ventina in tutto, e tra loro c’è anche il marito di Alessandra Mussolini, Mauro Floriani. Per lui, come per gli altri, l’accusa è di prostituzione minorile.
Ex ufficiale della Guardia di Finanza, da quasi vent’anni passato ai vertici delle Ferrovie dello Stato, il "capitano Mussolini", così era soprannominato, è stato identificato dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma delegati alle indagini sul caso delle due minorenni che si prostituivano nella zona più chic della capitale.
I militari avevano già il suo nome (anche se lui non lo sapeva) quando Floriani si è presentato spontaneamente per spiegare che il suo numero poteva essere tra quelli finiti nelle intercettazioni. E, in effetti, gli indagati sono stati trovati proprio così: grazie a uno screening a tappeto e minuzioso tra le centinaia e centinaia di telefonate che arrivavano sui cellulari di Serena ed Emanuela (i nomi sono di fantasia). Le due ragazze, come svelarono le indagini che hanno portato all’arresto, lo scorso ottobre, di cinque persone (tra cui anche la madre di una delle due), ricevevano tantissime chiamate di aspiranti clienti. Chiamate che ha fatto anche lui, il marito della Mussolini. Floriani ha respinto ogni accusa con i carabinieri che hanno raccolto la sua “autodenuncia” e ha negato di avere avuto rapporti con le due adolescenti, ma il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pubblico ministero Cristiana Macchiusi hanno comunque deciso di iscriverlo tra gli indagati per prostituzione minorile, reato che prevede la reclusione da uno a sei anni. Probabile, dunque, che la sua versione non abbia convinto gli inquirenti.
O, forse, semplicemente, la ricostruzione fatta dagli investigatori smentisce la sua tesi difensiva. Insieme a Floriani, sono una ventina i clienti identificati e inquisiti perché, secondo gli inquirenti, a conoscenza della
minore età delle due ragazze. Il numero potrebbe crescere ancora, le indagini proseguono: questo fascicolo è stato stralciato da quello che aveva portato agli arresti dei protettori, di alcuni clienti e della madre di una delle due minorenni, colpevole, secondo l'accusa, di avere indotto la figlia a prostituirsi. Per questi la procura sembra intenzionata a chiedere il processo con rito immediato.
Floriani, attualmente dirigente di Fs Logistica Spa, ha lasciato le Fiamme Gialle nel 1996 per un più remunerativo incarico come manager delle Ferrovie. Un passaggio che creò non poche polemiche all'epoca, anche perché come capitano della Finanza Floriani aveva lavorato a stretto contatto con Antonio Di Pietro nell'inchiesta sulla maxi tangente Enimont. E a dirigere la società che lo stava assumendo c'era Lorenzo Necci, presidente del colosso proprio all'epoca delle indagini. Floriani non ha mai nascosto le sue simpatie per il Pdl, partito in cui milita la moglie, tanto da essere stato anche in odore di candidatura qualche tempo fa.
All'epoca del cambio di lavoro fu proprio sua moglie Alessandra Mussolini a mettere a tacere le polemiche, spiegando ai giornalisti che quell'incarico a Metropolis, società che gestiva il patrimonio immobiliare delle Ferrovie, era arrivato due anni dopo la fine del processo. "Ora teniamo famiglia, abbiamo una figlia - disse la senatrice che, all'epoca, lo difese a spada tratta - Avremmo dovuto lasciarla crescere con una madre che sta sempre in giro a far politica e un padre sballottato continuamente da una caserma all'altra dell'Italia? Eh no, signori miei: abbiamo avuto l'occasione di mettere a posto le cose e non ce la siamo fatta sfuggire".
Ex ufficiale della Guardia di Finanza, da quasi vent’anni passato ai vertici delle Ferrovie dello Stato, il "capitano Mussolini", così era soprannominato, è stato identificato dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma delegati alle indagini sul caso delle due minorenni che si prostituivano nella zona più chic della capitale.
I militari avevano già il suo nome (anche se lui non lo sapeva) quando Floriani si è presentato spontaneamente per spiegare che il suo numero poteva essere tra quelli finiti nelle intercettazioni. E, in effetti, gli indagati sono stati trovati proprio così: grazie a uno screening a tappeto e minuzioso tra le centinaia e centinaia di telefonate che arrivavano sui cellulari di Serena ed Emanuela (i nomi sono di fantasia). Le due ragazze, come svelarono le indagini che hanno portato all’arresto, lo scorso ottobre, di cinque persone (tra cui anche la madre di una delle due), ricevevano tantissime chiamate di aspiranti clienti. Chiamate che ha fatto anche lui, il marito della Mussolini. Floriani ha respinto ogni accusa con i carabinieri che hanno raccolto la sua “autodenuncia” e ha negato di avere avuto rapporti con le due adolescenti, ma il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pubblico ministero Cristiana Macchiusi hanno comunque deciso di iscriverlo tra gli indagati per prostituzione minorile, reato che prevede la reclusione da uno a sei anni. Probabile, dunque, che la sua versione non abbia convinto gli inquirenti.
O, forse, semplicemente, la ricostruzione fatta dagli investigatori smentisce la sua tesi difensiva. Insieme a Floriani, sono una ventina i clienti identificati e inquisiti perché, secondo gli inquirenti, a conoscenza della
minore età delle due ragazze. Il numero potrebbe crescere ancora, le indagini proseguono: questo fascicolo è stato stralciato da quello che aveva portato agli arresti dei protettori, di alcuni clienti e della madre di una delle due minorenni, colpevole, secondo l'accusa, di avere indotto la figlia a prostituirsi. Per questi la procura sembra intenzionata a chiedere il processo con rito immediato.
Floriani, attualmente dirigente di Fs Logistica Spa, ha lasciato le Fiamme Gialle nel 1996 per un più remunerativo incarico come manager delle Ferrovie. Un passaggio che creò non poche polemiche all'epoca, anche perché come capitano della Finanza Floriani aveva lavorato a stretto contatto con Antonio Di Pietro nell'inchiesta sulla maxi tangente Enimont. E a dirigere la società che lo stava assumendo c'era Lorenzo Necci, presidente del colosso proprio all'epoca delle indagini. Floriani non ha mai nascosto le sue simpatie per il Pdl, partito in cui milita la moglie, tanto da essere stato anche in odore di candidatura qualche tempo fa.
All'epoca del cambio di lavoro fu proprio sua moglie Alessandra Mussolini a mettere a tacere le polemiche, spiegando ai giornalisti che quell'incarico a Metropolis, società che gestiva il patrimonio immobiliare delle Ferrovie, era arrivato due anni dopo la fine del processo. "Ora teniamo famiglia, abbiamo una figlia - disse la senatrice che, all'epoca, lo difese a spada tratta - Avremmo dovuto lasciarla crescere con una madre che sta sempre in giro a far politica e un padre sballottato continuamente da una caserma all'altra dell'Italia? Eh no, signori miei: abbiamo avuto l'occasione di mettere a posto le cose e non ce la siamo fatta sfuggire".
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