Ancora censura in Rai. Non andrà in onda stasera a Parla con me, il programma di Rai Tre condotto da Serena Dandini, la sequenza finale del film Il caimano di Nanni Moretti. La decisione – a quanto si apprende – è stata presa dalla direzione di rete, d’accordo con il regista, dopo che il vice direttore generale della Rai, Antonio Marano, ha chiesto di “tagliare” la scena, riducendola da sette a tre minuti: un’indicazione con la quale Moretti non si è trovato d’accordo.
A quanto si apprende, in una lettera arrivata in serata, Marano avrebbe chiesto di non trasmettere più di tre minuti del film, pena la svalutazione del prodotto e quindi il divieto di trasmetterlo in futuro su qualsiasi rete Rai. A questo punto Moretti, che pure aveva dato il suo assenso alla messa in onda della sequenza finale, si è detto contrario ad una sua interruzione. Di qui la scelta di non mandare più in onda gli ultimi minuti del film, quelli dedicati al processo al premier Berlusconi, interpretato dallo stesso Moretti, nel giorno in cui la Procura di Milano ha chiesto al gip il giudizio immediato nei confronti del premier. Nelle scene finali si vede che il ‘Caimano’ viene condannato a sette anni e poi lascia il tribunale, acclamato da una piccola folla che poi, mentre Berlusconi-Moretti si allontana in macchina, tira di tutto, bombe molotov comprese, addosso ai magistrati.
Rai Tre nei giorni scorsi aveva chiesto di poter trasmettere il film in prima serata: una richiesta alla quale l’azienda avrebbe replicato che sarebbe andato in onda su Rai Uno (che a sua volta ne avrebbe fatto richiesta). Interpellato sulla vicenda, il direttore di Rai Tre, Paolo Ruffini, si limita stasera a confermare di “aver proposto di trasmettere ‘Il Caimanò sulla mia rete lunedì scorso. Continuo ad essere disponibile a mandarlo in onda in qualsiasi momento”.
Commenta Francesco Pardi dell'Idv: "Siamo ormai all'emergenza democratica. Dopo le parole eversive contenute nel documento del Pdl e l'attacco frontale di Berlusconi ai giudici ora arriva l'imposizione del taglio del finale del Caimano. La censura preventiva - conclude il senatore - è tipica di regimi autoritari, ma in questo caso la preoccupazione è ancora maggiore perché è l'insieme delle iniziative della destra che adesso comincia a suscitare timori per la tenuta democratica del nostro Paese".
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A quanto si apprende, in una lettera arrivata in serata, Marano avrebbe chiesto di non trasmettere più di tre minuti del film, pena la svalutazione del prodotto e quindi il divieto di trasmetterlo in futuro su qualsiasi rete Rai. A questo punto Moretti, che pure aveva dato il suo assenso alla messa in onda della sequenza finale, si è detto contrario ad una sua interruzione. Di qui la scelta di non mandare più in onda gli ultimi minuti del film, quelli dedicati al processo al premier Berlusconi, interpretato dallo stesso Moretti, nel giorno in cui la Procura di Milano ha chiesto al gip il giudizio immediato nei confronti del premier. Nelle scene finali si vede che il ‘Caimano’ viene condannato a sette anni e poi lascia il tribunale, acclamato da una piccola folla che poi, mentre Berlusconi-Moretti si allontana in macchina, tira di tutto, bombe molotov comprese, addosso ai magistrati.
Rai Tre nei giorni scorsi aveva chiesto di poter trasmettere il film in prima serata: una richiesta alla quale l’azienda avrebbe replicato che sarebbe andato in onda su Rai Uno (che a sua volta ne avrebbe fatto richiesta). Interpellato sulla vicenda, il direttore di Rai Tre, Paolo Ruffini, si limita stasera a confermare di “aver proposto di trasmettere ‘Il Caimanò sulla mia rete lunedì scorso. Continuo ad essere disponibile a mandarlo in onda in qualsiasi momento”.
Commenta Francesco Pardi dell'Idv: "Siamo ormai all'emergenza democratica. Dopo le parole eversive contenute nel documento del Pdl e l'attacco frontale di Berlusconi ai giudici ora arriva l'imposizione del taglio del finale del Caimano. La censura preventiva - conclude il senatore - è tipica di regimi autoritari, ma in questo caso la preoccupazione è ancora maggiore perché è l'insieme delle iniziative della destra che adesso comincia a suscitare timori per la tenuta democratica del nostro Paese".
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Va tutto bene, siamo in uno stato democratico.
le cose si mettono male ma come fanno a non rendersi conto che proibire scatena rabbia nelle coscienze Marano farebbe bene aconsiderare di più i telespettatori visto che lo pagano profumatamente,piuttosto che perdere la faccia per ubbidire ad un re che agonizza discreditando tutta la sua corte.