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Intercettazioni, Pdl: non ci sarà decreto

La presunta violazione della privacy subita dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a seguito delle indagini giudiziarie nelle quali è coinvolto può essere portata dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. Lo dice il ministro degli Esteri, Franco Frattini, spiegando che la volontà espressa mercoledì dal premier di voler fare causa allo Stato, «non è un rimedio straordinario: quando un cittadino si sente danneggiato da un procedimento si rivolge a un giudice competente per avere tutela». Per il ministro degli Esteri, nelle vicende che vedono coinvolto il premier, «c'è una violazione della privacy che può essere portata non solo davanti a un tribunale italiano, ma credo anche dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo». In merito, aggiunge Frattini, «c'è una giurisprudenza molto ricca». Quanto alla riunione di mercoledì del Popolo della libertà Frattini afferma: «C'è un problema su cui ieri il Pdl ha posto un punto fermo, che è l'azione politica: noi pensiamo che non sia immaginabile un cambiamento del governo democraticamente eletto dai cittadini per via giudiziaria».

CICCHITTO - Nella giornata in cui nella tensione politico-giudiziaria si registra l'intervento del presidente della Consulta De Siervo che respinge l'accusa che la Corte Costituzionale sia di parte, il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto annuncia una retromarcia del governo su un possibile decreto relativo alle intercettazioni sul quale «ieri si è fatto notevole polverone su cosa che non esiste». «C'è stato un equivoco: non mi risulta che ci sia alcuna iniziativa per un decreto e tanto meno da presentare al Presidente della Repubblica. Casomai, come ha ricordato l'onorevole Leone c'è un disegno di legge che è in stato avanzato dei lavori parlamentari».

MARONI - «Fatemi qualche domanda interessante». Così il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, al termine della presentazione, insieme ai colleghi Frattini, Alfano e Carfagna, di una iniziativa sul problema della sottrazione internazionale dei minori, replica alle domande dei cronisti che gli chiedono dell'annunciato proposito del presidente del Consiglio di fare causa allo Stato.

LO PRESTI - Nino Lo Presti, parlamentare di Futuro e libertà e membro della giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio sull'idea di Berlusconi di far causa allo Stato è categorico: «Boutade per boutade: se il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intende far causa allo Stato, dopo che la procura di Milano ne ha chiesto il giudizio immediato, allora anch'io voglio fargli causa. Il motivo? Il capo del governo, con la sua condotta, sta provocando danni all'immagine dell'Italia, Paese di cui sono cittadino». «Mi auguro, però - prosegue il deputato finiano - che Berlusconi abbia pronunciato quelle parole senza troppa convinzione, e che la sua promessa cada, perciò, nel vuoto. In caso contrario - conclude Lo Presti - sarò costretto a promuovere una causa collettiva contro il premier, perché restituisca alla mia patria la dignità che merita».

LO PRESTI - Nino Lo Presti, parlamentare di Futuro e libertà e membro della giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio sull'idea di Berlusconi di far causa allo Stato è categorico: «Boutade per boutade: se il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intende far causa allo Stato, dopo che la procura di Milano ne ha chiesto il giudizio immediato, allora anch'io voglio fargli causa. Il motivo? Il capo del governo, con la sua condotta, sta provocando danni all'immagine dell'Italia, Paese di cui sono cittadino». «Mi auguro, però - prosegue il deputato finiano - che Berlusconi abbia pronunciato quelle parole senza troppa convinzione, e che la sua promessa cada, perciò, nel vuoto. In caso contrario - conclude Lo Presti - sarò costretto a promuovere una causa collettiva contro il premier, perché restituisca alla mia patria la dignità che merita».


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 Fonte: Corriere.it

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