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"Roma, una colata di cemento con la scusa della Formula uno"


Il cemento ha il colore di una fotografia di quello che sarà. Due alti palazzi gemelli da una parte e dall'altra all'altra del verde delle Tre Fontane, davanti ai bianchi marmi dell'Eur, dove adesso si stagliano il rosso dei campi da tennis e delle piste di atletica e il verde di quelli da basket. Ognuno sarà un piccolo grattacielo, ben quindici piani fuori terra che si allungano in altri sette piani accanto, a forma di una L, e tutti e due ospiteranno appartamenti di lusso, uffici e negozi, messi in vendita per lanciare e realizzare il Gran Premio di Roma e far sfrecciare nell'estate del 2013 i bolidi della Formula Uno nel quartiere.

Gli 'effetti' sull'ambiente

Il progetto è stato presentato all'inizio di agosto in grandi cartelle rosse e bianche nelle stanze che contano del Campidoglio e adesso aspetta il via libera della conferenza dei servizi, convocata per il 9 novembre, e poi del consiglio comunale. I due palazzi del comprensorio si chiamano con nomi poetici, Porta dei Pini e Porta delle Tre Fontane. Ma sono 80 mila metri cubi che si abbatterebbero su uno degli angoli storici destinati a verde attrezzato del quartiere, quelli dove dagli anni Sessanta intere generazioni di ragazzi, con le loro magliette bianche e le scarpette da ginnastica, hanno cominciato a correre sulle piste, a giocare a tennis e a pallacanestro.

Così scendono in campo le associazioni dei cittadini del quartiere (Comitato Salute Ambiente Eur, Coordinamento Comitati e Cittadini per la Difesa dell'Eur, Coordinamento No Alla Formula Uno e La Vita degli Altri Onlus) e Italia Nostra, con un dossier dal titolo "Le mani sull'Eur" e un appello al sindaco Alemanno, ma anche ai ministri dei Beni Culturali, Sandro Bondi , e dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e al premier Silvio Berlusconi. "Ribadiamo" scrivono "la nostra estrema preoccupazione riguardo un progetto che sembra aver preso forma parallelamente alla concezione di Roma Capitale, dimostrando finalità e modi privatistici, troppo lontani dall'interesse pubblico. Un'impresa che si è avvalsa, finora, di modalità di comunicazione a nostro avviso poco chiare, basate sui più agili metodi dell'imprenditoria privata, quando l'oggetto in discussione sono un quartiere storico, gioiello del Razionalismo, e il benessere di migliaia di cittadini"

I nuovi edifici, che si aggiungerebbero ai 150 mila metri cubi da costruire nell'ex Velodromo, spazzeranno via all'inizio tutte le strutture sportive delle Tre Fontane che sarebbero rase al suolo per far posto ai cantieri e poi ricostruite nello spazio rimanente.

Frutto dell'operazione sarebbero quei cento milioni che servono a Roma Formula Futuro capitanata dal presidente degli industriali della Federlazio Maurizio Flammini, ex pilota e patron della macchina organizzativa del Gran Premio romano, per approntare le opere necessarie a far sfrecciare i bolidi per le strade dell'Eur.
Un progetto per il quale la contropartita per la città consisterebbe nel nuovo ponte su via delle Tre Fontane, nella ristrutturazione di via delle Tre Fontane, trasformata in un boulevard, e la recinzione dei parchi dell'Eur, da quello degli Eucalipti a quello del Ninfeo all'altro del Turismo.

E la variante al piano regolatore, con relativo accordo di programma, che dovrebbe dar vita al comprensorio, sarebbe ricavata mettendo a disposizione di privati una parte di suolo pubblico destinata originariamente a verde e a servizi di livello locale come "paesaggio naturale di continuità" che collega la valle del Tevere al parco di Tormarancia. Insomma Ente Eur e Comune regalerebbero i terreni alla società costruttrice in cambio di altre opere necessarie per il Gran Premio.

"Un'operazione ridicola" attacca il consigliere del Pd Athos De Luca, uno degli storici difensori del verde della Capitale "se si pensa che gli edifici dovrebbero ospitare alla fine solo 720 abitanti e trecento addetti degli uffici".
Altro discorso l'allargamento del ponte delle Tre Fontane per far passare sotto il circuito, un'opera da 26 milioni di euro. E quale sarà l'impatto con almeno centomila spettatori? Basteranno i parcheggi in un'area di tre-cinque chilometri intorno al circuito?

Infine è di pochi giorni fa l'ennesima bagarre sul fronte del contestatissimo Gran Premio all'Eur. "Non c'è alcun contratto con Roma", rivela Bernie Ecclestone dal circuito coreano di Yeongam. E il sindaco Gianni Alemanno precisa: "La disponibilità di Ecclestone è certa, la proposta deve passare in Consiglio". Ma davanti ora c'è il grande scoglio della colata di cemento sull'Eur.

Fonte: Repubblica.it

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