ROMA - "Bisogna finirla di considerare ubriaco chi beve due bicchieri: è in atto una criminalizzazione del vino". Paladino dei produttori, il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia attacca i sostenitori della tolleranza zero al volante.
E non gli importa di sconfessare il collega di governo, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che paragona l'alcol a una piaga sociale come la droga.
In un'intervista a Quattroruote il ministro leghista entra di petto nel dibattito sui limiti di tasso alcolemico per chi guida: "Criminalizzare il vino non ha senso alcuno e che sta uccidendo uno dei comparti più pregiati del made in Italy". Accetta il limite zero solo per i neopatentati, introdotto di recente da una norma approvata alla Camera. Per il resto, afferma di non credere nella cultura del proibizionismo.
"Il limite attuale, 0,5 grammi di alcol per litro di sangue, è ragionevole. Entro quei livelli si è sobri e perfettamente in grado di guidare. Corrisponde a due bicchieri di un vino che abbia non più di 11 gradi, diciamo uno spumante o un rosso non strutturato".
Una voce fuori dal coro della maggioranza che vorrebbe estendere a tutti il divieto assoluto di bere prima di mettersi al volante. Zaia invita a guardare con attenzione le statistiche sugli incidenti: solo il 2,09 per cento è causato da guidatori in stato d'ebbrezza, gente ben al di sopra dello 0,5. "Non vedo perché - sottolinea - dovrei rinunciare a bere con intelligenza e moderazione solo perché ci sono irresponsabili che si ubriacano. Come mai non si guarda con altrettanta severità alle altre cause degli incidenti? Vogliamo parlare del fumo o dei farmaci che danno sonnolenza? Degli antistaminici che migliaia di italiani prendono in primavera per combattere le allergie? O dei tranquillanti? Temo siano più pericolosi dei fatidici due bicchieri. Ma nessuno se ne è mai occupato".
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E non gli importa di sconfessare il collega di governo, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che paragona l'alcol a una piaga sociale come la droga.
In un'intervista a Quattroruote il ministro leghista entra di petto nel dibattito sui limiti di tasso alcolemico per chi guida: "Criminalizzare il vino non ha senso alcuno e che sta uccidendo uno dei comparti più pregiati del made in Italy". Accetta il limite zero solo per i neopatentati, introdotto di recente da una norma approvata alla Camera. Per il resto, afferma di non credere nella cultura del proibizionismo.
"Il limite attuale, 0,5 grammi di alcol per litro di sangue, è ragionevole. Entro quei livelli si è sobri e perfettamente in grado di guidare. Corrisponde a due bicchieri di un vino che abbia non più di 11 gradi, diciamo uno spumante o un rosso non strutturato".
Una voce fuori dal coro della maggioranza che vorrebbe estendere a tutti il divieto assoluto di bere prima di mettersi al volante. Zaia invita a guardare con attenzione le statistiche sugli incidenti: solo il 2,09 per cento è causato da guidatori in stato d'ebbrezza, gente ben al di sopra dello 0,5. "Non vedo perché - sottolinea - dovrei rinunciare a bere con intelligenza e moderazione solo perché ci sono irresponsabili che si ubriacano. Come mai non si guarda con altrettanta severità alle altre cause degli incidenti? Vogliamo parlare del fumo o dei farmaci che danno sonnolenza? Degli antistaminici che migliaia di italiani prendono in primavera per combattere le allergie? O dei tranquillanti? Temo siano più pericolosi dei fatidici due bicchieri. Ma nessuno se ne è mai occupato".
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