Dicono che Mauro Masi sia preoccupato per i conti Rai: il passivo in bilancio (-130 milioni di euro), la voragine entro un paio di anni (-650 milioni), la diffidenza di banche e creditori. E poi dicono che per Ingrid Muccitelli, l’ultima fidanzata del direttore generale, sia disposto a uno strappo. Un regalino per l’ex giornalista di Omnibus e protagonista di Insieme sul due: un settimanale di economia in tarda serata su Raidue, dieci puntate che andranno in onda dal prossimo 3 gennaio assieme a Barbara Carfagna, conduttrice del Tg1 di Augusto Minzolini. Masi ha evitato il periodo di garanzia che, per ascolti e share, divide la torta pubblicitaria tra il servizio pubblico e i concorrenti privati come Mediaset, La7 e Sky.
Il programma è scivolato nei palinsesti di luglio, bloccato a settembre, riemerso un paio di giorni fa: adesso viale Mazzini – confermano fonti qualificate – dovrà valutare la proposta di Raidue. Per il momento c’è una scheda informativa, aspettando titolo e matricola: il nome dei produttori, la fascia oraria e la tipologia di trasmissione. Sarà la multinazionale Endemol, controllata al 33 per cento da Mediaset (e dunque da Silvio Berlusconi), a preparare i contenuti per il settimanale di Carfagna e Muccitelli. Una società esterna significa nuovi costi e nuovi contratti, proprio nei giorni dei tagli annunciati, di trattative (saltate) con i sindacati per un piano industriale di lacrime e sangue. Non c’è bisogno di frugare nella memoria, appena quindici giorni fa, Masi ha chiesto a Roberto Benigni di ridursi l’ingaggio per Vieni via con me di Roberto Saviano e Fabio Fazio. Risultato: il premio Oscar sarà ospite a titolo gratuito, la rubrica di Carfagna-Muccitelli avrà un prezzo. Che per una bozza di palinsesto esordirà a gennaio, ma potrebbe slittare: non per una retromarcia di Masi, piuttosto per la confusione di Raidue.
Congelato per il ponte estivo, torna d’attualità il “pacchetto di nomine”, definizione di viale Mazzini, all’ordine del Consiglio di amministrazione di domani: una serie di cambi al vertici di reti generaliste e digitali. Traballa (e da tempo) la direzione di Massimo Liofredi. Attenti osservatori di viale Mazzini fanno notare un’agenzia di lunedì: Liofredi snocciolava i successi di Raidue. Più che un manifesto di share era un biglietto d’addio. La poltrona dell’ex cantante dei Kristal è al centro di un baratto politico tra Pdl e Carroccio: la leghista Giovanna Bianchi Clerici voterà Susanna Petruni (Tg1) soltanto se Franco Ferraro sarà l’erede di Corradino Mineo a Rainews.
E per trovare una soluzione, senza rischiare tonfi, ieri Masi ha riunito i cinque consiglieri di maggioranza nel suo ufficio: i berlusconiani Alessio Gorla e Antonio Verro, l’ex finiano (?) Guglielmo Rositani, il tecnico Angelo Maria Petroni e appunto la Bianchi Clerici. È finita l’esperienza al secondo canale di Liofredi, già dirottato – secondo un foglio che circola in Rai – ai servizi per i diritti sportivi. Pronto un contentino per Mineo, promozioni per i finiani – come per sancire un patto di governo – Gianni Scipione Rossi (Rai Parlamento) e Roberto Rosseti (coordinamento sedi regionali).
E poi un mucchio di cariche per il digitale terrestre, in bilico Carlo Freccero a Rai4, commissariato da una lettera di Masi poi invalidata dal Collegio dei sindaci. A viale Mazzini temono i ricorsi al Tribunale del Lavoro: polemiche, risarcimenti e reintegri. Ma per Mineo e Liofredi sarà inevitabile fare causa all’azienda. Entrambi l’avevano pensato già la scorsa estate. I sindacati hanno mollato Masi perché poco credibile: prima ordina sacrifici poi dispensa poltrone e regala programmi. E per Report la copertura legale è sempre più incerta: “Ce la tolgono? Vuol dire che non ci vogliono”, dice Milena Gabanelli a FareFuturo.
Da Il Fatto Quotidiano del 27/10/2010
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