ROMA - In vista dell'esame della manovra in commissione Bilancio, prende corpo, per iniziativa di alcuni senatori del Pdl, un condono edilizio per i mini-abusi, quelli commessi per "necessità". Il testo che arriverà in commissione, spiegano i senatori, è lo stesso già presentato assieme ad altri provvedimenti da Carlo Sarro, anche se va "un po' aggiustato. Ci stiamo lavorando". "Bisogna trovare una soluzione agli abusi commessi per necessità. Tipo: allargo la casa di 50 metri per avere una stanza in più per i figli. Certo non per chi fa abusi speculativi e si costruisce un palazzo di 60 piani". Secondo i senatori, esclusi dal condono anche i piccoli abusi commessi in zone protette da vincoli ambientali o paesaggistici. Ma i capigruppo del Pdl Gasparri e Quagliarello smentiscono: "Non ci saranno condoni"
Dal condono ai tagli. La manovra finanziaria abbasserà la qualità di cura per i malati di tumore nel nostro paese. Non solo: le strutture già pesantemente in sofferenza, soprattutto al sud, correranno il rischio di chiudere e cresceranno i 'viaggi della speranza'. E' l'allarme che l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) lancia dal Congresso ASCO di Chicago, il più importante congresso mondiale di oncologia che si è aperto ieri. Una tesi che però il ministro della Salute Ferruccio Fazio contrasta con forza: "La manovra non implica nessun taglio né nel numero, né nella tipologia, né nella qualità delle prestazioni per la cura dei tumori".
"Il nostro ruolo è offrire soluzioni - afferma il prof. Carmelo Iacono, presidente AIOM - e la risposta è creare un sistema di rete, in modo che un centro possa supplire alle eventuali carenze dell'altro. Il vero risparmio in oncologia si ottiene lavorando sull'organizzazione: riducendo la sola migrazione sanitaria, otterremo un risparmio minimo del 10 per cento. Una quota che potrebbe essere reinvestita sul territorio".
Gli oncologi individuano alcune grandi criticità nella manovra. La prima è il taglio trasversale del personale. "Dai dati del nostro 'libro bianco' sappiamo che oggi la media dei reparti è di circa 6 medici oncologi strutturati e 13 infermieri professionali. Ma esistono situazioni ben peggiori, dove un'ulteriore riduzione si tradurrebbe inevitabilmente in un blocco delle attività. Questo mette a rischio anche l'importante investimento compiuto negli anni scorsi nel parco tecnologico nazionale: risonanza magnetica (RM), tomografia (Pet) e scintigrafia sono rispettivamente presenti nel 90%, 32% e 61% delle strutture di oncologia medica italiane. E' illogico acquisire ulteriori nuovi macchinari in carenza di organici ma serve, quanto meno, far funzionare al massimo quelli che già abbiamo".
Ma il ministro Fazio non è d'accordo. "La lotta ai tumori - dice - è una delle priorità del Governo come già anche ricordato dal Presidente del Consiglio. L'Italia è leader in questo settore ed ha intenzione di mantenere il primato. A questo proposito sottolineo che è allo studio un piano teso a consolidare anzi a potenziare il ruolo del nostro Paese per la diagnosi e la cura delle patologie oncologiche".
Fonte: Repubblica.it
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