Semplicemente troppi, anche se le statistiche sono approssimative e le stime si fanno ad occhio: ogni giorno sul tavolo operatorio. Troppi neonati nascono con gravi malformazioni e tumori a Falluja, la città delle bombe al fosforo bianco usate a piene mani durante due feroci battaglie nel 2004: battaglie che anche allora, nell'informazione embedded della crociata di Bush, erano apparse smisuratamente spietate nell'uso di ordigni chimici e armi fuorilegge. Un'inchiesta del Guardian tira le somme di quel che resta di quelle giornate furiose: bambini con malformazioni spinali, difetti agli arti inferiori, alla testa e una sorprendente impennata di tumori cerebrali neonatali. Un neonato con due teste, una bimba che probabilmente non potrà mai camminare per i difetti alla colonna vertebrale, un'altra piccola con complicazioni cardiache che piange ininterrottamente: soffre, dice la madre, che spera di riuscire a portarla in India per operarla. E' la casistica del dolore mostrata dal Guardian.
E' un ospedale nuovo di zecca, quello di Falluja, come non ci si aspetterebbe tra le rovine della città. I medici sono restii a mettere in relazione quel repertorio di anomalie con la guerra. I motivi, spiegano, potrebbero essere tanti, bisogna capire. per questo un gruppo di funzionari iracheni e britannici, inclusa l'ex ministra agli affari femminili dell'Iraq, Nawal Majeed a-Sammarai, hanno chiesto aiuto alle Nazioni Unite perché indaghino e soprattutto aiutino a rimuovere il materiale tossico lasciato in eredità dalla guerra. Sostanze chimiche o forse radioattive che hanno avvelenato i neonati di Falluja prima ancora che venissero al mondo. "Abbiamo visto un aumento davvero significativo delle anomalie del sistema nervoso centrale - racconta il direttore dell'ospedale Ayman Qais -. Prima del 2003 c'erano casi sporadici nei bambini. Ora la frequenza è aumentata drammaticamente". Se prima - prima della guerra - si contavano due casi ogni quindici giorni, oggi la media è di due al giorno.
Il confronto non è semplice perché per molto tempo non sono stati registrati i casi di aborti spontanei di feti malformati o di neonati nati con difetti tanto gravi da non essere compatibili con la vita. Ma la memoria dei medici riempie il vuoto dei registri. E la sensazione è comune: "prima" non c'era questo campionario di sofferenza. Un'impennata di tumori infantili si registra anche Najaf e Bassora, altre città che abbiamo imparato a conoscere. Per questo i medici di Falluja chiedono aiuto, vincendo la ritrosia a sollecitare interventi esterni. "Anche nel campo scientifico c'è stata una certa riluttanza ad aprirsi all'esterno - spiega Abdul Ahmid Salah, neurochirurgo -. Ma ormai l'abbiamo superata. Io faccio molte operazioni al giorno. Ho un solo assistente e devo fare tutto da solo". Due mani sole e troppi neonati da operare, l'eredità della guerra alle inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam.
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E' un ospedale nuovo di zecca, quello di Falluja, come non ci si aspetterebbe tra le rovine della città. I medici sono restii a mettere in relazione quel repertorio di anomalie con la guerra. I motivi, spiegano, potrebbero essere tanti, bisogna capire. per questo un gruppo di funzionari iracheni e britannici, inclusa l'ex ministra agli affari femminili dell'Iraq, Nawal Majeed a-Sammarai, hanno chiesto aiuto alle Nazioni Unite perché indaghino e soprattutto aiutino a rimuovere il materiale tossico lasciato in eredità dalla guerra. Sostanze chimiche o forse radioattive che hanno avvelenato i neonati di Falluja prima ancora che venissero al mondo. "Abbiamo visto un aumento davvero significativo delle anomalie del sistema nervoso centrale - racconta il direttore dell'ospedale Ayman Qais -. Prima del 2003 c'erano casi sporadici nei bambini. Ora la frequenza è aumentata drammaticamente". Se prima - prima della guerra - si contavano due casi ogni quindici giorni, oggi la media è di due al giorno.
Il confronto non è semplice perché per molto tempo non sono stati registrati i casi di aborti spontanei di feti malformati o di neonati nati con difetti tanto gravi da non essere compatibili con la vita. Ma la memoria dei medici riempie il vuoto dei registri. E la sensazione è comune: "prima" non c'era questo campionario di sofferenza. Un'impennata di tumori infantili si registra anche Najaf e Bassora, altre città che abbiamo imparato a conoscere. Per questo i medici di Falluja chiedono aiuto, vincendo la ritrosia a sollecitare interventi esterni. "Anche nel campo scientifico c'è stata una certa riluttanza ad aprirsi all'esterno - spiega Abdul Ahmid Salah, neurochirurgo -. Ma ormai l'abbiamo superata. Io faccio molte operazioni al giorno. Ho un solo assistente e devo fare tutto da solo". Due mani sole e troppi neonati da operare, l'eredità della guerra alle inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam.
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