Attimi di tensione hanno preceduto l'inizio del corteo a Roma per ricordare Stefano Cucchi, il giovane morto in ospedale dopo l'arresto. Bottiglie di vetro sono state lanciate contro le camionette delle forze dell'ordine da un gruppo di manifestanti.
Il corteo è partito al grido di "assassini": organizzata da alcuni centri sociali di Roma per chiedere “Verità e giustizia per Stefano Cucchi”. I manifestanti, diverse centina, sono partiti da via dell'Acquedotto Alessandrino nel quartiere Tor Pignattara diretti a via Ciro da Urbino, dove abitava Stefano Cucchi. Lo striscione d'apertura recita: "Non si può morire così. Basta vite spezzate dalla violenza dello Stato". Tra i manifestanti tanti ragazzi, immigrati e gente del quartiere.
"E' stato ucciso dallo Stato, è l'ennesima vittima della stagione della repressione italiana". Queste le frasi che continuano ad essere urlate al megafono nel corso del corteo organizzato dai centri sociali per Stefano Cucchi e che sta attraversando via di Tor Pignattara. "Dopo Federico Aldrovandi, Aldo Bianzino e Carlo Giuliani Stefano è l'ennesima vittima dello Stato - gridano arrabbiati i manifestanti - e chissà quanti altri morti ci sono stati di cui non conosciamo il nome".
"Era un ragazzo normale - racconta Federica, una conoscente del quartiere - l'hanno messo in prigione per due canne ed è uscito morto. Tutto questo non può rimanere impunito". "Stefano è stato ucciso - continua a gridare un manifestante al megafono - E' passato dalla Stazione dei carabinieri di Tor Sapienza e loro non sono stati, è passato per Regina Coeli e loro non sono stati, è passato per il tribunale e non sapevano niente e alla fine è morto in un letto dell'ospedale Pertini". Nel corso del corteo, in cui continuano la forte contestazione nei confronti delle forze dell'ordine, viene distribuito un volantino che riprende una nota canzone di Fabrizio De André: "Non mi uccise la morte ma due guardie bigotte. Per Stefano Cucchi ucciso dallo Stato". "Ringrazio quanto stanno manifestando per mio fratello ma io la mia famiglia ci dissociamo da qualsiasi gesto sconsiderato e manifestiamo solidarietà per la polizia. I gesti sconsiderato possono solo danneggiare noi e la nostra battaglia". Lo ha detto Ilaria, la sorella di Stefano Cucchi, la quale è scesa sotto casa sua, in via Ciro da Urbino, dove è arrivato il corteo organizzato dai centri sociali.
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Il corteo è partito al grido di "assassini": organizzata da alcuni centri sociali di Roma per chiedere “Verità e giustizia per Stefano Cucchi”. I manifestanti, diverse centina, sono partiti da via dell'Acquedotto Alessandrino nel quartiere Tor Pignattara diretti a via Ciro da Urbino, dove abitava Stefano Cucchi. Lo striscione d'apertura recita: "Non si può morire così. Basta vite spezzate dalla violenza dello Stato". Tra i manifestanti tanti ragazzi, immigrati e gente del quartiere.
"E' stato ucciso dallo Stato, è l'ennesima vittima della stagione della repressione italiana". Queste le frasi che continuano ad essere urlate al megafono nel corso del corteo organizzato dai centri sociali per Stefano Cucchi e che sta attraversando via di Tor Pignattara. "Dopo Federico Aldrovandi, Aldo Bianzino e Carlo Giuliani Stefano è l'ennesima vittima dello Stato - gridano arrabbiati i manifestanti - e chissà quanti altri morti ci sono stati di cui non conosciamo il nome".
"Era un ragazzo normale - racconta Federica, una conoscente del quartiere - l'hanno messo in prigione per due canne ed è uscito morto. Tutto questo non può rimanere impunito". "Stefano è stato ucciso - continua a gridare un manifestante al megafono - E' passato dalla Stazione dei carabinieri di Tor Sapienza e loro non sono stati, è passato per Regina Coeli e loro non sono stati, è passato per il tribunale e non sapevano niente e alla fine è morto in un letto dell'ospedale Pertini". Nel corso del corteo, in cui continuano la forte contestazione nei confronti delle forze dell'ordine, viene distribuito un volantino che riprende una nota canzone di Fabrizio De André: "Non mi uccise la morte ma due guardie bigotte. Per Stefano Cucchi ucciso dallo Stato". "Ringrazio quanto stanno manifestando per mio fratello ma io la mia famiglia ci dissociamo da qualsiasi gesto sconsiderato e manifestiamo solidarietà per la polizia. I gesti sconsiderato possono solo danneggiare noi e la nostra battaglia". Lo ha detto Ilaria, la sorella di Stefano Cucchi, la quale è scesa sotto casa sua, in via Ciro da Urbino, dove è arrivato il corteo organizzato dai centri sociali.
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0 commenti to " Corteo a Roma per Cucchi, Scontri fortissimi, tensione e urla: "Lo Stato è L'assassino" "