«Io penso che se il Consiglio di Amministrazione e i vertici Rai si occupano di Raitre debba essere solo per confermare una volta per tutte Paolo Ruffini ed evitare che si vada avanti ogni settimana chiedendosi se viene o no sostituito il direttore», avverte il conduttore di Ballarò Giovanni Floris.«Per usare una parola gentile, l'idea di mandar via Ruffini mi sembra quantomeno inopportuna», dice Serena Dandini, conduttrice di «Parla con me». «È assurdo, il mondo sembra andare al contrario: lo si vuole punire perchè è andato troppo bene?». «Èvero - commenta ironicamente la Dandini - che il presidente del Consiglio ha più volte fatto capire che Raitre è una rete che non gli piace, ma dal momento che ce ne sono altre, in tv non è mica obbligato a guardarla, può cambiare sempre canale...».
Un tam tam raccolto da "Articolo 21" mentre sul cda della Rai torna a soffiare la bufera per la possibile sostituzione di Paolo Ruffini alla guida di Raitre. Un incontro - definito informale - c'è stato ieri tra il direttore generale della Rai, Mauro Masi, e il direttore di Raitre, Paolo Ruffini. Lo si apprende da ambienti Rai. C'è però riserbo sui contenuti di un incontro che precede di qualche giorno la seduta di giovedì prossimo del Cda di viale Mazzini che secondo alcune voci, in particolare dell'opposizione, potrebbe registrare la proposta da parte di Masi di procedere ad un avvicendamento alla direzione della terza rete Rai, ovvero con l'indicazione già di un successore, ultimando così il cambio ai vertici delle tre reti generaliste.
Le voci di corridoio ipotizzano che la scelta potrebbe cadere su Antonio Di Bella, ex direttore del Tg3 (al suo posto è stata nominata nelle scorse settimane Bianca Berlinguer) e ancora in attesa di conoscere una nuova collocazione, o su Giovanni Minoli, attuale direttore di Rai Educational e Rai Storia. Sempre in ambienti Rai, comunque, si sottolinea che non è del tutto scontato che giovedì si parli di Raitre. Al momento l'ordine del giorno della seduta non è ancora pronto, c'è tempo fino a martedì (cioè 48 ore prima della seduta) per farlo avere ai consiglieri.
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