Il governatore è sotto processo per mafia e per voto di scambio. "In un momento del genere occorre un governatore senza vincoli. Così non è per me dal 29 marzo 2010". L'accusa: "Ho subito un’orchestrata fuga di notizie e in questi anni non sono stato mai interrogato. La pubblica accusa ha chiesto l’archiviazione. Io non sono stato ancora rinviato a giudizio". "Piuttosto che essere quotidianamente vituperati, ci si liberi da questa palla al piede, ognuno vada per la sua strada con un presidente forte, senza vincoli e riparta con una forte azione di governo"
PALERMO - Raffaele Lombardo si è dimesso. Il governatore siciliano ha annunciato di rimettere il suo mandato all'Assemblea regionale siciliana. "Siamo tutti noi consapevoli che il nostro Paese e la Sicilia vivono un momento critico, subiamo una grave aggressione dell’autonomia siciliana, occorre che il governatore sia libero da ogni vincolo. Io dal 29 marzo 2010, inizio della mia vicenda giudiziaria, non lo sono. Per questo mi dimetto. Ma nel mio passo indietro c’è anche una ragione politica: l’anticipazione delle elezioni potrà consentire un voto libero dai tavoli dei partiti nazionali". Così il governatore annuncia ufficialmente il passo indietro dalla sua carica, e la Sicilia tornerà al voto in ottobre, con ogni probabilità il 28 e 29.
Un discorso conciso, letto in una Sala d’Ercole incandescente dopo il ritiro della spending review promessa al presidente del Consiglio Mario Monti per ridurre una spesa che rischia di portare la Sicilia al default. Lombardo tiene il suo ultimo discorso da governatore in carica, anche se ha intenzione di rimanere in sella comunque fino alle nuove elezioni e, non a caso, poche ore prima delle sue dimissioni ha tenuto una giunta nominando perfino un nuovo assessore agli Enti locali, un dirigente dell’Mpa, Nicola Vernuccio.
Il leader dell’Mpa lascia dopo quattro anni di presidenza segnata da continui cambi di maggioranza e di assessori. E lo fa travolto dalla vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto con la richiesta dei pm della Procura di Catania d’imputazione coatta non solo per voto di scambio ma anche per concorso esterno. "Siamo in un momento difficile, abbiamo incontrato per questo il governo Monti – dice Lombardo – in questi quattro anni abbiamo fatto i conti con molte manovre del governo nazionale che ci hanno imposto dei vincoli stringenti. Il debito pubblico dell’Italia è cresciuto al 120 per cento del Pil, quello della Sicilia è pari al 7 per cento del Pil regionale. In questo contesto registriamo anche una vera e propria aggressione all’Autonomia speciale".
Il governatore attacca quindi i partiti nazionali: "C’è un centralismo imperante che viene imposto alla Sicilia – dice – con discredito delle autonomie locali". Poi si difende sulla vicenda giudiziaria: "In un momento del genere occorre un governatore senza vincoli. Così non è per me dal 29 marzo 2010 (notizia dell’avviso di garanzia che lo riguardava, ndr). Ho subito un’orchestrata fuga di notizie e in questi anni non sono stato mai interrogato. La pubblica accusa ha chiesto l’archiviazione. Io non sono stato ancora rinviato a giudizio. Io voglio difendermi nonostante una sentenza che mi pare già emessa. Io so solo che in questi quattro anni di governo sono stati intaccati gli interessi della mafia". Le dimissioni sono ''una scelta
lucida e ragionata'', mentre quella "subita" dagli organi di informazione sarebbe una ''aggressione mediatica criminale''.
"Mi auguro che ci sia una nuova fase legislativa di uomini liberi - ha concluso Lombardo - che sappiano ovviare alla piaga dell'ascarismo e del trasformismo che ha caratterizzato la classe dirigente, una classe politica libera e forte che realizzi l'autonomia." "Dovremo difendere -aggiunge- uno Statuto ottenuto con la passione, con la lotta e con il sangue e praticare l'autonomia con rigore finanziario". Lombardo auspica per le prossime elezioni che si terranno ad ottobre "un'autonomia e nuovo presidente della Regione che sappiano confrontarsi alzando la voce con lo Stato pretendendo che la ferita tra le due italie venga riemarginata dopo 150 anni di sole parole. Che si prenda atto che piuttosto che essere quotidianamente vituperati, ci si liberi da questa palla al piede, ognuno vada per la sua strada con un presidente forte, senza vincoli e riparta con una forte azione di governo".
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PALERMO - Raffaele Lombardo si è dimesso. Il governatore siciliano ha annunciato di rimettere il suo mandato all'Assemblea regionale siciliana. "Siamo tutti noi consapevoli che il nostro Paese e la Sicilia vivono un momento critico, subiamo una grave aggressione dell’autonomia siciliana, occorre che il governatore sia libero da ogni vincolo. Io dal 29 marzo 2010, inizio della mia vicenda giudiziaria, non lo sono. Per questo mi dimetto. Ma nel mio passo indietro c’è anche una ragione politica: l’anticipazione delle elezioni potrà consentire un voto libero dai tavoli dei partiti nazionali". Così il governatore annuncia ufficialmente il passo indietro dalla sua carica, e la Sicilia tornerà al voto in ottobre, con ogni probabilità il 28 e 29.
Un discorso conciso, letto in una Sala d’Ercole incandescente dopo il ritiro della spending review promessa al presidente del Consiglio Mario Monti per ridurre una spesa che rischia di portare la Sicilia al default. Lombardo tiene il suo ultimo discorso da governatore in carica, anche se ha intenzione di rimanere in sella comunque fino alle nuove elezioni e, non a caso, poche ore prima delle sue dimissioni ha tenuto una giunta nominando perfino un nuovo assessore agli Enti locali, un dirigente dell’Mpa, Nicola Vernuccio.
Il leader dell’Mpa lascia dopo quattro anni di presidenza segnata da continui cambi di maggioranza e di assessori. E lo fa travolto dalla vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto con la richiesta dei pm della Procura di Catania d’imputazione coatta non solo per voto di scambio ma anche per concorso esterno. "Siamo in un momento difficile, abbiamo incontrato per questo il governo Monti – dice Lombardo – in questi quattro anni abbiamo fatto i conti con molte manovre del governo nazionale che ci hanno imposto dei vincoli stringenti. Il debito pubblico dell’Italia è cresciuto al 120 per cento del Pil, quello della Sicilia è pari al 7 per cento del Pil regionale. In questo contesto registriamo anche una vera e propria aggressione all’Autonomia speciale".
Il governatore attacca quindi i partiti nazionali: "C’è un centralismo imperante che viene imposto alla Sicilia – dice – con discredito delle autonomie locali". Poi si difende sulla vicenda giudiziaria: "In un momento del genere occorre un governatore senza vincoli. Così non è per me dal 29 marzo 2010 (notizia dell’avviso di garanzia che lo riguardava, ndr). Ho subito un’orchestrata fuga di notizie e in questi anni non sono stato mai interrogato. La pubblica accusa ha chiesto l’archiviazione. Io non sono stato ancora rinviato a giudizio. Io voglio difendermi nonostante una sentenza che mi pare già emessa. Io so solo che in questi quattro anni di governo sono stati intaccati gli interessi della mafia". Le dimissioni sono ''una scelta
lucida e ragionata'', mentre quella "subita" dagli organi di informazione sarebbe una ''aggressione mediatica criminale''.
"Mi auguro che ci sia una nuova fase legislativa di uomini liberi - ha concluso Lombardo - che sappiano ovviare alla piaga dell'ascarismo e del trasformismo che ha caratterizzato la classe dirigente, una classe politica libera e forte che realizzi l'autonomia." "Dovremo difendere -aggiunge- uno Statuto ottenuto con la passione, con la lotta e con il sangue e praticare l'autonomia con rigore finanziario". Lombardo auspica per le prossime elezioni che si terranno ad ottobre "un'autonomia e nuovo presidente della Regione che sappiano confrontarsi alzando la voce con lo Stato pretendendo che la ferita tra le due italie venga riemarginata dopo 150 anni di sole parole. Che si prenda atto che piuttosto che essere quotidianamente vituperati, ci si liberi da questa palla al piede, ognuno vada per la sua strada con un presidente forte, senza vincoli e riparta con una forte azione di governo".
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