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Egitto, dopo 17 giorni di proteste Mubarak si dimette: “Potere all’esercito”

Dopo 30 anni di potere e 18 giorni di proteste, il presidente Hosni Mubarak si è dimesso. Lo ha annunciato il vice Omar Suleiman in un messaggio letto alla tv pubblica del Cairo: ”Cittadini, in nome di Dio misericordioso, nella difficile situazione che l’Egitto sta attraversando, il presidente Hosni Mubarak ha deciso di dimettersi dal suo mandato e ha incaricato le forze armate di gestire gli affari del paese. Che Dio ci aiuti”, ha detto Suleiman. In base all’articolo 84 della Costituzione egiziana se il presidente si dimette, i poteri vengono temporaneamente assunti dal presidente della Camera. Il nuovo presidente deve essere eletto entro 60 giorni dalla data in cui la carica risulta vacante. Non è chiaro se quest’ultimo punto viene applicato anche quando, come in questo caso, il Consiglio superiore dell’esercito è stato incaricato di occuparsi degli affari del paese
Anche il segretario generale del Partito nazionale democratico (Pnd), Hossam Badrawi, si è dimesso, secondo fonti della tv privata al Hayat. Badrawi era stato nominato solo pochi giorni fa: ”Sono dimissioni dall’incarico e dal partito”, ha detto Badrawi ad al Hayat spiegando che l’Egitto ha bisogno di nuovi partiti e che questa sua decisione “è meglio per la società ora, in questa fase”. A Piazza Tahrir l’annuncio delle dimissioni dell’anziano presidente è stato accolto con una vera e propria esplosione di gioia, tra applausi, grida di giubilo e bandiere al vento.

Festa in tutto il mondo arabo. Colpi di armi automatiche verso il cielo sono stati sparati poco fa da alcuni quartieri sciiti di Beirut, in segno di gioia in corrispondenza della diffusione da parte delle tv satellitari panarabe della notizia delle dimissioni del presidente egiziano Mohammad Hosni Mubarak. Alcuni fuochi d’artificio sono stati inoltre sparati sui cieli della periferia sud di Beirut, tradizionale roccaforte del movimento sciita filo-iraniano Hezbollah. La tv al Manar ha interrotto le trasmissioni per annunciare “la caduta del dittatore collaborazionista” Mubarak. Esplosioni di gioia e concerti di clacson hanno accolto anche a Tunisi la notizia delle dimissioni di Mubarak.

La fuga. A metà mattinata si era diffusa la notizia di una possibile fuga di Mubarak. La notizia è stata confermata verso le 13 dalla tv Al Arabya che ha comunicato l’arrivo del presidente all’aeroporto di Sharm El Sheik. “Mubarak si trova ora in quella località – sostiene l’emittente – insieme ai suoi familiari. Erano partiti dall’aeroporto militare del Cairo questa mattina e sono arrivati da poco”.

L’opposizione. “E’ il più bel giorno della mia vita, il paese è libero!”. E’ il breve messaggio pubblicato su Twitter dal Premio Nobel Mohammed El Baradei, leader dell’opposizione egiziana, dopo le dimissioni del presidente Mubarak. Prima di sapere che Mubarak si sarebbe dimesso, Hamda Qandil, dirigente dell’associazione nazionale per il cambiamento in Egitto, guidata da Mohammed ElBaradei, aveva dichiarato di non essere interessato alle notizie di una possibile fuga del Rais: “Non è importante per noi se Hosni Mubarak sia ancora in patria o all’estero, l’importante è che venga processato per ciò che ha fatto all’Egitto”. “Non ci importa se va all’estero – ha aggiunto – l’importante è che lasci il potere. Noi conosciamo la legge e anche se ha passato i poteri a Omar Suleiman, il vice presidente non può sciogliere il parlamento”.

Per tutta la mattina una folla oceanica aveva presidiato piazza Tahrir e il palazzo presidenziale. Dopo il discorso di ieri sera alla tv di Stato in cui Mubarak non aveva accennato in alcun modo alle dimissioni, si era diffuso un ampio malcontento. Malcontento trasformatosi in rabbia alla notizia che, con il cosiddetto ‘Comunicato n°2′, le Forze armate egiziane avevano deciso di appoggiare il presidente Hosni Mubarak, riconoscendone il passaggio di poteri al vice Omar Suleiman proponendosi come “garanti” del piano di riforme promesse dal Rais. Mentre in televisione veniva letto il testo del comunicato, altrettanto faceva un colonnello dell’Esercito davanti alla sede della Presidenza della Repubblica.


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 Fonte: Il FQ

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2 commenti to " Egitto, dopo 17 giorni di proteste Mubarak si dimette: “Potere all’esercito” "

  1. Anonimo says:

    All'anem e chit ...... , finalmente te ne si gghìut !!! ( x i non Napoletani : A mortacci tua , finalmente sei andato via !!! ) Ed il nostro ducetto quando toglirà il disturbo ???????????????

  2. SE NE E' ANDATO O RAIS O TUNISINO ...SE NE E' ANDATO FINANCHE MUBARAK O ZIO E RUBY, QUINDI LA GUERRA CON L'EGITTO E' SCONGIURATA.
    QUINDI SE NE SONO ANDATI "O RAISS (tunisia) + O TUOST (egitto)" DOMANDA: C'E' RIMASTO SOLO "O MALAMENT(italiscona)" CH'E' O NUOST ... FUSS C'A FOSS A VOTA BBONA?

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