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A marzo ministagngata Irperf per per Lazio, Campania, Calabria e Molise



SI PROFILA una ministangata Irpef in busta paga la prossima primavera. Se ne accorgeranno nel marzo prossimo, osservando il proprio "cedolino", 5,7 milioni di contribuenti italiani che risiedono nelle quattro Regioni "colpevoli" di aver sforato i conti della Sanità nel 2009 e che dunque saranno costrette a rincarare l'addizionale di 0,3 punti percentuali sopra al tetto massimo già consentito dalla legge.

In media secondo uno studio della Uil - saranno 61 euro a testa in più. L'aumento automatico riguarda il Lazio (in media 65 euro), la Campania (57 euro), la Calabria (58 euro) e il Molise (58 euro) e dovrà essere saldato nel mese di marzo, come ha stabilito l'Agenzia delle Entrate dopo che i tavoli e i comitati dove sono presenti il Tesoro e le Regioni "imputate" hanno riscontrato e certificato che il deficit di queste Regioni ha superato nel 2009 il 5 per cento del budget annuo.

L'aumento è una sorta di una tantum che recupera il rincaro dell'aliquota dell'addizionale Irpef per tutti i dodici mesi del 2010 (aumentata dall'1,4 per cento - il massimo tetto disponibile attualmente per le Regioni - all'1,7 per cento). Questa è la percentuale che scatta in caso di extra-deficit sanitario.
I 61 euro in più che i cittadini delle quattro Regioni dovranno pagare come arretrato del 2010 nel marzo prossimo non esauriranno tuttavia il salasso: ci saranno da sborsare altri 103 euro in media a testa portando l'amaro conto di primavera a quota 164 euro. Infatti in quel mese la legge
prevede che i contribuenti dovranno anticipare il 30% dell'addizionale dell'anno in corso, cioè del 2011 (anno in cui l'aumento dell'aliquota all'1,7% viene confermato).

La stangata è la conseguenza delle norme varate nella Finanziaria 2010 (dove viene recepito il Patto per la Salute del novembre 2009) che mettono in atto il principio del "chi rompe paga", un anticipo di quanto avverrà con il federalismo fiscale con la differenza che, in futuro, i margini delle addizionali potranno raggiungere in caso di deficit sanitario addirittura il 3%

Per le Regioni si tratterà tuttavia di un boccata di ossigeno: il gettito dell'attuale addizionale è infatti pari a 1,6 miliardi e dopo la cura aumenterà fino a 1,9 miliardi. Un aumento della pressione fiscale del 21,4% in un anno. Dall'aumento delle tasse non si salveranno aziende e professionisti: la tagliola dell'extra-deficit sanitario colpirà anche l'Irap con un aumento di 0,15 punti percentuali. Per costoro la data di pagamento sarà più vicina: l'acconto è previsto per il prossimo mese di novembre.

L'aria di un possibile aumento della pressione fiscale emerge anche dai timori espressi ieri dalla presidente dei giovani di Confindustria Federica Guidi che a Capri ha messo in guardia contro il rischio di "un nuovo salasso per i contribuenti" a causa di debito e inefficienza della spesa pubblica. Di rimando il ministro per lo Sviluppo Paolo Romani ha cercato di gettare acqua sul fuoco: "Non credo che ci sia la possibilità di nuove tasse", ha assicurato. Ma il responsabile degli enti locali del Pd Davide Zoggia ha ribattuto: "La pressione fiscale è già aumentata e aumenterà ancora a causa dei tagli di Tremonti". Dal canto suo, il ministro dell'Economia ha scritto ieri una lettera ai partecipanti del confronto sulla riforma fiscale proponendo la creazione di quattro gruppi: "ma è prima necessario conoscere le reali risorse finanziarie disponibili".

Nella giornata di ieri sono arrivati anche gli emendamenti alla legge di Stabilità (ex Finanziaria) in discussione in Commissione Bilancio della Camera. Si tratta di 516 proposte di modifica: 200 tra legge di Stabilità e Bilancio vengono dal Pd, 120 dall'Idv, 77 sono dell'Udc (famiglia e Welfare).

Fonte: Repubblica.it

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