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Pdl, prove di pace dopo il video Cicchitto: "Ora riprendere il confronto"


ROMA - Prove di pace nel Pdl dopo la diffusione del video di Gianfranco Fini 1, anche se i toini restano alti. Per i fedelissimi del presidente della Camera, la questione dell'appartamento di Montecarlo deve andare in archivio. "Per noi la storia è chiusa qui. Adesso è un problema del signor Tulliani e di chi ha strumentalizzato questa vicenda", dice Italo Bocchino. Che si mostra ottimista sul destino di Futuro e Libertà: "I sondaggi ci danno in crescita". Nel silenzio (ufficiale) del Cavaliere , dal Pdl arrivano messaggi cauti. Come quello di del capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto: "'Ieri Fini ha fatto una parziale autocritica, che se fosse stata fatta all'inizio di questa vicenda avrebbe risparmiato a lui e a noi una polemica molto lunga. Adesso riparta il confronto". Una data c'è già. Mercoledì prossimo, 29 settembre, giorno in cui è fissato in calendario l'intervento di Berlusconi alla Camera. Appuntamento rispetto al quale il Guardasigilli Angelino Alfano nutre certezze confortanti: "Avremo una maggioranza che andrà oltre quella di 316 deputati".

Torna all'attacco Antonio Di Pietro. Nei giorni scorsi il leader dell'Idv aveva invocato le dimissioni di "ricattatore e ricattato, ovvero Berlusconi e Fini". Oggi afferma che "il ricattatore deve essere messo in condizioni di non ricattare più, dopo i vari precedenti che hanno contraddistinto il suo modo di essere". E precisa: "Mi riferisco al governo Berlusconi mentre Fini, se non vuol fare la figura del ricattato ha il dovere, la settimana prossima, di sfiduciare Berlusconi perché altrimenti, oltre che ricattato, diventa anche complice morale del ricattatore".

Duro anche il Pd. Che guarda a mercoledì. "E' inimmaginabile che Fini e Berlusconi, con una tale lontananza tra loro, possano dire in Parlamento 'scusate, ci siamo sbagliati e andiamo avanti'", dice il democratico Walter Veltroni. "La maggioranza è finita". Veltroni ha defeso Fini: "Da lui comprerei un'auto usata, ma la sua auto è diversa dalla mia. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani manda un messaggio alla Lega: "Mi aspetto che decida finalmente se vuole essere lei il predellino, perché lei in questo momento lo è".

Dal fronte finiano giungono messaggi rassicuranti: "Rispetteremo il patto con gli elettori, sostenendo fino all'ultimo il governo nella realizzazione del programma elettorale, lavorando perché si faccia di più e meglio di quanto fatto finora. Sul resto, cioè sul futuro del centrodestra, competition is competition", dice il deputato di Fli Benedetto Della Vedova. "Voterò i cinque punti di Berlusconi, anche perché questo è l'imput di Fini", conferma Giuseppe Consolo a Skytg24.

Tutto risolto dunque? Non propriamente. Perché sono molti, nel Pdl, quelli che puntano alla resa dei conti con i "ribelli" di Fli. "Non possiamo e non vogliamo più accettare lezioni di moralità da chi ha destinato parte di quel patrimonio a prebende per la propria famiglia", attacca il vicecoordinatore regionale del Pdl lombardo, Massimo Corsaro. E usa invece l'ironia Maurizio Gasparri, già fedelissimo di Fini e ora dalla parte dei falchi berlusconiani: "Sono dispiaciuto che dei beni ceduti al partito siano stati gestiti con tanta superficialità. Usciamo comunque dalla 'casa del padre' e da quella del 'cognato' e rimbocchiamoci le maniche". Infine, Gianfranco Lehner: "Con Granata, Briguglio e Bocchino vale la regola del compagno Mao, cioè bastonare il cane che affoga".

Fonte: Repubblica.it


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