Com’è lontano il tempo di don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, faro indistinto per uomini e donne al di là delle loro abitudini sessuali. Il Vescovo che – come scrive Nichi Vendola nella prefazione a “Teologia degli oppressi” – insegnava la bellezza della convivenza, che è qualcosa di più della tolleranza. Questi sono i tempi bui di una Chiesa che crea solchi anziché accorciare le distanze, più propensa a dialogare con il potere che ad accogliere le storie dell’umanità fatte di “carne, fatica, sangue, dolore, emarginazione, offese, violenza”. L’omosessualità è tornata con forza a essere il male da combattere, la ragione di crociate della modernità.
Popstar nel mirino
L’ultimo bersaglio in ordine di tempo è una delle popstar più famose nel panorama internazionale: Elton John che, a questo punto è d’obbligo dire “dovrebbe” esibirsi in concerto a Trani il 22 settembre prossimo nella Piazza Duomo, su cui si affaccia la Cattedrale. “I cattolici farebbero bene ad occupare la piazza della cattedrale di Trani per protesta. Incredibile che canti davanti ad una chiesai”, tuona Monsignor Giacomo Babini, vescovo emerito di Grosseto, dal sito cattolico pontifex.roma.it. E come se non bastasse aggiunge: ”Meglio non nascere che vivere certe esistenze. Oggi i cattolici sono chiamati all’impegno militante, e davanti alla omosessualità francamente non se ne può più. Ora meglio che quella piazza la occupino i sani cattolici che i sostenitori del cantante tra i quali facile trovare soggetti dalle tendenze strane”. Pronta la risposta – ancora più sconcertante e se si vuole violenta – del titolare del sito, il vescovo toscano Bruno Volpe che chiama i fedeli alla rivolta: “Un vescovo non può impedire di fare svolgere una manifestazione pubblica o un concerto sul suolo comunale, ma i cattolici hanno il diritto di farsi sentire e prima che quella piazza la occupi certa gente, tanto vale che la invadano loro”. Inutile dire che gli amministratori, organizzatori del concerto, tra cui il sindaco di Trani, l’ex consigliere comunale di An Giuseppe Tarantini, e il sindaco di Margherita di Savoia, Gabriella Carlucci, (componente della commissione cultura del Pdl alla Camera), non se lo sono fatti ripetere due volte e hanno spostato l’evento nella Piazza del Monastero di Colonna. Tace, almeno ufficialmente, il vescovo di Trani monsignor Giovanni Battista Pichierri, che la cronaca ricorda per aver difeso Silvio Berlusconi in occasione dell’inchiesta della procura di Trani Rai-Agcom: “Credo che sia diritto di un cittadino e di un governante, in qualsiasi latitudine del mondo, chiedere alle autorità competenti che i programmi della tv siano per lo meno imparziali. Le trasmissioni televisive e in genere le informazioni devono essere orientate alla ricerca del bene comune e del progresso e dunque rispettose della dignità delle persone. Se poi sono ideologicamente orientate o prevenute questo è un errore che va corretto”. Un chiaro riferimento ad Annozero, il programma di Michele Santoro che il premier avrebbe voluto far chiudere facendo pressioni sul direttore dell’Agcom Innocenzi. “In effetti, ultimamente qualche volta si è esagerato con programmi evidentemente tendenziosi dimenticando che in politica il bene non sta tutto da una parte e neanche il male. Occorre seguire linee rispettose della dignità delle persone nella informazione, di imparzialità e pluralismo”. Continua il vescovo di Trani Pichierri aggiungendo un attacco anche alla magistratura politicizzata: “In politica non esistono satana o nemici, ma avversari che bisogna sempre rispettare con le armi della dialettica e mai dell’insulto o della via giudiziaria. Certo se qualcuno ha sbagliato, è giusto che la magistratura faccia il suo compito, ma senza fare il tifo per nessuno o contro nessuno”.
L’ironia vietata
E quando non ci pensa la Chiesa a censurare i legittimi orientamenti sessuali arriva la censura politica. Bersaglio sempre la musica. I giovani che fanno capo alla corrente di Gianfranco Micciché hanno duramente attaccato i Litfiba perché il cantante Piero Pelù dal palco durante il concerto di Campofelice di Roccella ha ironizzato sulla P3, su “Papi” e affermato che il senatore Marcello Dell’Utri : “Ci ha rotto il c…”. Apriti cielo. La prima a scatenare l’attacco è stata Costanza Castello, coordinatrice dei club del Pdl-Sicilia: “La libertà di espressione quando diventa libero sfogo dei sentimenti più squallidi, offensivi e di incitamento all’odio non può essere difesa ad oltranza ma si espone necessariamente alla critica e al biasimo. E noi ci sentiamo profondamente toccati dalla mancanza assoluta di rispetto dei Litfiba nei confronti di quei siciliani che pur amando la loro musica e le loro canzoni non tollerano questi comportamenti di violenza verbale”. Fino ad inoltrare alla band toscana la richiesta di rimborso del biglietto perché continua la giovane attivista del Pdl “i concerti rock di politico dovrebbero avere ben poco”. Il concerto sarebbe stato stato “incitamento all’odio” e i Litfiba sarebbero venuti meno “moralmente” ai loro obblighi contrattuali con il pubblico. Evidentemente la band non ha visto che nel contratto c’era una clausola: “Non nominare il nome di Berlusconi invano”. Poco importa se tutto questo equivale al contravvenire al diritto sancito dall’articolo 21 della Costituzione, della libertà di manifestare il proprio pensiero. Eppure la chiamano libertà di critica. Solidarietà ai Litfiba è arrivata da Leoluca Orlando. Mentre il sindaco di San Mauro Castelverde Mario Azzolini, vuole dare la cittadinanza onoraria delle Madonie alla band toscana e il sindaco di Pollina Gulotta sta organizzando un dibattito pubblico con il gruppo musicale. Solidarietà nociva per il consigliere Pdl della Provincia di Palermo Vincenzo Lomeo che spiega: “Fare a gara per esprimere la solidarietà più singolare ai Litfiba non aiuta il sano dibattito politico”. Per la Chiesa è sano chi non è gay. Per il Pdl non è sano chi critica Berlusconi e il suo più stretto e fedele senatore, Marcello Dell’Utri. E la chiamano democrazia.
da il Fatto Quotidiano del 19 agosto 2010
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