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Le ossa e i detriti - Di Concita de Gregorio


Fu una strage fascista, e non c'è da stupirsi se i fascisti di governo non hanno nessuna voglia di tornare sul luogo del delitto. Dovrebbero farlo invece e chiedere scusa ma poi si chiede scusa quando si pesta un piede non quando si ammazzano 85 persone, sarebbe retorica postuma e tardiva e comunque come vedete non si corre il rischio di veder sopraggiungere sussulti di dignità né di vergogna.

Al contrario, la tracotanza con cui il ministro La Russa informa che non sarà a Bologna - né lui né nessun altro esponente di governo - perché «tanto ci avrebbero fischiati» è in linea con l'indecenza morale etica e persino estetica di cui questa generazione post-fascista neo-berlusconinana ha fatto il mantello con cui coprire ogni vergogna. D'altra parte non di scuse avrebbe bisogno questo paese ma di verità e giustizia, le quali di rado si ottengono dalle stesse mani che hanno commesso il delitto.

Il più clamoroso depistaggio alle indagini sulla strage di Bologna fu commesso dagli alti ufficiali dello Stato affiliati alla loggia P2, Licio Gelli aiuto-regista: gli epigoni della P2 sono ancora tutti al governo, il regista ancora ignoto e probabilmente tuttora assai potente, i nuovi piccoli faccendieri della P3 privi persino della grandezza criminale che serve a concepire piani eversivi sono lì a spartirsi i soldi, comparse e comprimari ancora tutti in scena, alcuni decrepiti e malati ma ben saldi alla poltrona. Vi rimando all'articolo di Enrico Deaglio, al modo in cui cuce la memoria ricordando tra l'altro la notte di alcuni anni dopo in cui fummo a un passo dal colpo di stato, Ciampi lo ricorda e a volte sottovoce ne parla.

Trent'anni da Ustica e da Bologna, anche il volo dell'Itavia partiva da lì. Elena Pirazzoli è la giovane studiosa bolognese che ci racconta come possa la memoria essere insieme un lutto e un refrigerio, Camilla Andrini la ragazza nata nel 1980 che La Russa si sarebbe trovato di fronte alla commemorazione se solo avesse avuto la decenza di andarci: avrebbe ascoltato da lei le parole che abbiamo raccolto, è sempre molto interessante ascoltare cosa resta a chi non c'era. Ieri sera c'è stato un bellissimo concerto in piazza, Pippo Del Bono era sul palco e ve ne parlerà domani, chi ha ascoltato RadioTre avrà sentito la diretta di Marino Sinibaldi piena di voci, di domande e di speranze. C'è in effetti, per quanto possa apparire incredibile, ancora un'Italia che spera che arrivi un'onda, prima o dopo, a fare pulizia e a far riemergere le ossa e i detriti dal fondo, così da poter seppellire le ossa, buttare l'immondizia.

E siccome siamo fra questi anche noi, anche noi vorremmo un'Italia bella da viverci che sappia andare avanti senza dimenticare la strada già corsa e sofferta, vi proponiamo due viaggi, d'agosto. Il primo parte domani, ed è più lieve: torniamo a girare tutto il Paese in Vespa come fece 25 anni fa su questo giornale Michele Serra, andiamo a vedere com'è diventata andando piano, con il tempo che serve a fermarsi. Il secondo parte il 10 agosto e sarà il viaggio dell'Unità nell'Unità d'Italia, nei luoghi dove si è fatta l'Italia o si è morti. Ci andremo con la Costituzione in mano e in compagnia dei vivi, naturalmente: a farci raccontare da loro l'Italia cos'è.



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