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Processo Mills: il pm, no a rinvio udienza a causa del consiglio dei ministri


MILANO - Ancora uno scontro tra accusa e difesa nel processo Mills che vede imputato anche il premier Silvio Berlusconi. Materia del contendere l'interpretazione della recente legge sul legittimo impedimento. I pm di Milano hanno infatti chiesto che non venga considerato come legittimo impedimento il consiglio dei ministri che si terrà sabato e che sarà guidato dal premier. I giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano sono riuniti in Camera di consiglio per decidere se rinviare o meno l'udienza.

IL PM - Secondo il pm Fabio De Pasquale, il Consiglio dei Ministri «non è impedimento assoluto» e, a dimostrarlo, c'è a suo avviso l'ordine del giorno, che non prevede «provvedimenti di particolare rilevanza e urgenza». A titolo di esempio, il magistrato dell'accusa cita provvedimenti che riguardano «la diffusione del turismo sportivo tramite il golf e problemi linguistici dell'Alto Adige». «Non vi è nessuna straordinarietà, necessità e urgenza» spiega ancora De Pasquale di questo consiglio dei Ministri tale da impedire a Berlusconi di partecipare all'udienza. Secondo De Pasquale, inoltre, oggi era una di quelle date di udienza concordate tra le parti in cui Berlusconi avrebbe dato la disponibilità a essere presente.

LEGITTIMO IMPEDIMENTO - La difesa del premier ha chiesto invece l'applicazione della legge sul legittimo impedimento come già accaduto lunedì nel processo sui presunti fondi neri di Mediaset, che vede sempre come imputato il presidente del Consiglio. Anche in tale occasione, il pm Fabio De Pasquale - che, come detto, rappresenta l'accusa anche nel processo Mills - ha sollevato eccezione di costituzionalità sul legittimo impedimento in subordine all'accoglimento, da parte dei giudici, di un documento presentato della difesa del premier nel quale la presidenza del Consiglio certifica l'impedimento del capo del governo a partecipare alle udienze fino al prossimo luglio.

Il pm sostiene infatti che la legge non dice niente sull'«impossibilità del presidente del Consiglio a comparire». Tale impossibilità, per De Pasquale, deve essere valutata dal Tribunale di volta in volta

Fonte: Corriere.it
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