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Pdl, la ribellione di Cosentino si dimette da sottosegretario

Nicola Cosentino ha comunicato le proprie dimissioni da sottosegretario all'Economia e da coordinatore regionale del Pdl ai tre coordinatori nazionali. Lo rende noto un comunicato del deputato del Pdl. Poi, all'agenzia AdnKronos Cosentino dichiara: "Mi sono dimesso perché voglio
liberare il campo da ogni strumentalizzazione in vista della campagna elettorale".

L'annuncio arriva dopo il pranzo tra Berlusconi e Fini, durante il quale il premier aveva confermato la candidatura alla provincia di Caserta di Domenico Zinzi, frutto dell'intesa Pdl-Udc in seguito a una telefonata Berlusconi-Cesa. All'annuncio di quella intesa, Cosentino, sentendosi sempre più accerchiato, aveva minacciato le dimissioni da coordinatore regionale - poi concretizzatesi - e rivendicato un presidente Pdl alla Provincia di Terra di lavoro. Poltrona che invece Berlusconi e Cesa hanno assegnato all'Udc in cambio del sostegno dello scudocrociato al candidato in Regione Stefano Caldoro.

Un fuoco incrociato che si era aperto ieri, con Cosentino che in mattinata viene ricevuto per un'ora da Silvio Berlusconi. Il sottosegretario minaccia le dimissioni da coordinatore regionale contestando l'intesa su Caserta, in particolare sul nome del deputato Domenico Zinzi dell'Udc. Cosentino continua a puntare sul senatore Pdl Pasquale Giuliano ed esce «soddisfatto» da Palazzo Grazioli.

A Napoli, intanto, Ciriaco De Mita riunisce il vertice Udc napoletano in via Santa Brigida, conferma l'intesa per la Regione e chiarisce: «A noi non interessa l'assessorato alla sanità. All'Udc interessa la riorganizzazione dei servizi, il riequilibrio di poteri tra giunta e consiglio, il trasferimento di funzioni a Province e Comuni». E spiega ai suoi che l'accordo con il centrosinistra non è stato possibile in Campania per le divisioni nella coalizione e perché Enzo De Luca ha diviso più che unire.

Nelle stesse ore a Roma parla Rocco Buttiglione: «Non mi risulta che si siano riaperti i giochi in Campania. Martedì Berlusconi ha sentito Cesa assicurando che va tutto bene». Ma non è così. Alle 15 il ministro Ignazio La Russa, in città domenica scorsa per una manifestazione elettorale e poi per la partita Napoli-Inter, annuncia: «Siamo d'accordo con l'Udc per la Campania, ma ancora non è definita l'intesa per Caserta». Un'ora più tardi tuonano i senatori Pasquale Giuliano e Gennaro Coronella, coordinatori del Pdl casertano: «Il candidato presidente della Provincia tocca a noi.

Un limite invalicabile, così come ribadito all'unanimità in più occasioni». Coordinamento che la scorsa settimana ha indicato proprio in Pasquale Giuliano il candidato alla Provincia.

E non è finita. Mentre il candidato alla guida della Regione, Stefano Caldoro, da Roma annuncia che il suo sarà "il governo dei migliori con persone capaci e competenti", interviene Gianni Mancino, segretario dell'Udc di Caserta: «Non ci possono essere accordi disgiunti, la Regione e la Provincia di Caserta vanno di pari passo».

Stessa posizione dal commissario napoletano Udc Ciro Alfano: «Nessun cambio di rotta». Mentre da Roma interviene Pierferdinando Casini: «So soltanto che Cesa e Berlusconi sono d'accordo, del resto non mi importa».

«La telenovela tra Pdl e Udc si è trasformata in film western» commenta il segretario regionale del Pd Enzo Amendola.E come se non bastasse, da Salerno il presidente della Provincia Edmondo Cirielli annuncia che nel pacchetto di candidati Pdl alla Regione c'è Alberico Gambino, ex sindaco di Pagani condannato in primo grado per peculato. Con tanti saluti al "codice etico". È il caos. E il ministro Franco Frattini rinvia in tutta fretta il comizio napoletano previsto per oggi.

Fonte: Repubblica.it
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