E però, tra uno sfogo contro gli apparati di sicurezza che «non hanno saputo intercettare in anticipo quello che stava accadendo in certe realtà come Milano» e uno contro ministri a lui pure carissimi come Mara Carfagna, che si è permessa di elogiare in maniera sperticata Fini indicandolo come il miglior successore possibile del premier, Berlusconi pensa anche a come limitare i danni di quella che sarà pure «una campagna mediatica per attaccarmi», ma è comunque qualcosa che un segno indelebile rischia di lasciarlo. Anche perché, è il timore nel Pdl, non è detto che quello che finora non è uscito non venga fuori in un secondo momento: nelle carte ci sono parecchi «omissis», e sembra che gli arrestati di Milano e di Firenze «stiano parlando». Per questo il Cavaliere ieri ha convocato a palazzo Grazioli prima il ministro Alfano e Ghedini, poi i ministri economici (Tremonti, Scajola, Matteoli, Fitto), infine a sera un gruppo di senatori guidati dai capigruppo e vice Gasparri e Quagliariello, con l'obiettivo di fare il punto sulla situazione, rilanciare l'azione del governo e agire per fermare «questo indecoroso spettacolo delle intercettazioni». Peccato però che gli scogli da superare siano grossi.
Per cominciare, la legge sulle intercettazioni — che il premier vorrebbe veder varata «nel più breve tempo possibile», meglio se prima delle Regionali, anche con la fiducia — ha di fronte a sé una strada tortuosa: al Senato il 3 marzo inizierà il suo iter, ma al premier è stato ricordato che «i tempi sono strettissimi» per portarla avanti (in Aula a marzo c'è da votare anche il legittimo impedimento), e soprattutto — per fare in fretta — bisognerebbe approvarla nello stesso testo della Camera che aveva spinto il Quirinale a chiedere un serio ripensamento di un testo con troppi punti discutibili. È vero che Berlusconi vorrebbe bruciare le tappe (tanto che si era perfino diffusa una voce, smentita, che potesse essere varata per decreto), anche sfidando l'impopolarità che i suoi temono, ma è altrettanto vero che al momento sembra un'impresa ardua. E difficile sembra pure riempire di contenuti concreti — ovvero finanziamenti —, il piano di rilancio economico. Nel pranzo con i ministri — per discutere di piano per il Sud, fondi Fas, misure anticrisi (si parla di alcune centinaia di milioni di euro per incentivi alle aziende in difficoltà) — alle richieste di Scajola, Matteoli e Fitto, Tremonti ha però opposto molti «non si può». E il rischio è che il Cavaliere si presenti con troppe poche armi alla battaglia che lui stesso ha definito campale: «Le Regionali saranno una scelta di campo».
Fonte: Corriere.it---
Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
0 commenti to " Berlusconi attacca. "Basta intercettazioni, subito una legge" "