Non passa giorno senza che questo governo si distingua per l’indecenza del comportamento dei suoi ministri e per le loro dichiarazioni. Oggi è il turno del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e delle sue dichiarazioni strampalate rilasciate questa mattina.
Dichiarazioni su una riforma della giustizia che il guardasigilli considera ‘urgente e doverosa’ per rispetto delle promesse elettorali del Pdl sul tema.
Io non ricordo alcuna promessa del centrodestra, fatta durante la campagna elettorale, e riguardante il bavaglio alle intercettazioni, voluto per tutelare gli interessi di politici ladroni e di farabutti; non ricordo alcuna promessa sul lodo Alfano; non ricordo alcuna promessa sull’ulteriore contrazione dei tempi di prescrizione, né sull’amnistia fiscale e sui reati annessi.
Ministro Alfano, lei dove vive? Nel Paese delle meraviglie di Lewis Carroll?
Piuttosto, e questa promessa elettorale gli elettori di Berlusconi la ricordano, spieghi come mai il suo governo ha affossato, in Parlamento, l’abolizione delle Province tanto sbandierata in prima serata dal Presidente del Consiglio. La frase “noi siamo disposti ad aprire un dialogo con l’opposizione, ma siamo pronti a fare da soli”, in merito alla riforma della giustizia, è frutto di una dissociazione mentale di chi l’ha pronunciata. O suona ancor peggio, come un invito all’inciucio, un’alternativa ai soliti decreti e colpi di fiducia.
Questa è la stessa maggioranza che ha etichettato la magistratura definendola come un organo composto da “giudici di sinistra”, da fannulloni, da gente che dovrebbe sottoporsi a test psico-attitudinali. E allora, che riforma può produrre una maggioranza di questa forgia, se non ridurre in cenere, come sta facendo, il sistema giudiziario?
Perché Alfano non chiede un parere all’Anm sulle sue riforme? Che governo è un governo fatto di ministri che fanno riforme non concertate con le categorie che rappresentano? Il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, sta sfasciando il sistema scolastico, Maroni, agli Interni, ha tagliato i finanziamenti alle forze dell’ordine e ha lanciato le ronde, Tremonti, all’Economia, ha presentato lo scudo fiscale facendo impennare l’evasione fiscale. Alfano vada a parlare con l’Anm delle sue riforme sulla giustizia prima di cercarne l’approvazione tra i politici. O forse sa già che la giustizia, quella che funziona, è scomoda in Parlamento tanto al suo partito quanto agli altri e intravede lo spiraglio delle larghe intese, meglio noto come inciucio?
Mi auguro che l’opposizione non cada nella rete.
Per quale motivo, per rendere credibili le sue buone intenzioni, come primo gesto di ravvedimento operoso rispetto alle porcate già fatte, non propone di spazzare via l’autorizzazione a procedere nei confronti dei parlamentari, con la quale si è salvato qualche giorno fa il compare e ministro Matteoli?
Perché Alfano non ammonisce l’avvocato Ghedini sulla prescrizione breve, anzi brevissima, legge che è stata commissionata all’avvocato-deputato del premier, per vanificare i processi di corruzione a Mills e Cir, perché non gli dice che non s’ha da fare?
Lo so io perché, perché quest’apparente apertura è il solito abbraccio mortale di chi tratta, o meglio “compra”, esclusivamente alle proprie condizioni.
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Dichiarazioni su una riforma della giustizia che il guardasigilli considera ‘urgente e doverosa’ per rispetto delle promesse elettorali del Pdl sul tema.
Io non ricordo alcuna promessa del centrodestra, fatta durante la campagna elettorale, e riguardante il bavaglio alle intercettazioni, voluto per tutelare gli interessi di politici ladroni e di farabutti; non ricordo alcuna promessa sul lodo Alfano; non ricordo alcuna promessa sull’ulteriore contrazione dei tempi di prescrizione, né sull’amnistia fiscale e sui reati annessi.
Ministro Alfano, lei dove vive? Nel Paese delle meraviglie di Lewis Carroll?
Piuttosto, e questa promessa elettorale gli elettori di Berlusconi la ricordano, spieghi come mai il suo governo ha affossato, in Parlamento, l’abolizione delle Province tanto sbandierata in prima serata dal Presidente del Consiglio. La frase “noi siamo disposti ad aprire un dialogo con l’opposizione, ma siamo pronti a fare da soli”, in merito alla riforma della giustizia, è frutto di una dissociazione mentale di chi l’ha pronunciata. O suona ancor peggio, come un invito all’inciucio, un’alternativa ai soliti decreti e colpi di fiducia.
Questa è la stessa maggioranza che ha etichettato la magistratura definendola come un organo composto da “giudici di sinistra”, da fannulloni, da gente che dovrebbe sottoporsi a test psico-attitudinali. E allora, che riforma può produrre una maggioranza di questa forgia, se non ridurre in cenere, come sta facendo, il sistema giudiziario?
Perché Alfano non chiede un parere all’Anm sulle sue riforme? Che governo è un governo fatto di ministri che fanno riforme non concertate con le categorie che rappresentano? Il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, sta sfasciando il sistema scolastico, Maroni, agli Interni, ha tagliato i finanziamenti alle forze dell’ordine e ha lanciato le ronde, Tremonti, all’Economia, ha presentato lo scudo fiscale facendo impennare l’evasione fiscale. Alfano vada a parlare con l’Anm delle sue riforme sulla giustizia prima di cercarne l’approvazione tra i politici. O forse sa già che la giustizia, quella che funziona, è scomoda in Parlamento tanto al suo partito quanto agli altri e intravede lo spiraglio delle larghe intese, meglio noto come inciucio?
Mi auguro che l’opposizione non cada nella rete.
Per quale motivo, per rendere credibili le sue buone intenzioni, come primo gesto di ravvedimento operoso rispetto alle porcate già fatte, non propone di spazzare via l’autorizzazione a procedere nei confronti dei parlamentari, con la quale si è salvato qualche giorno fa il compare e ministro Matteoli?
Perché Alfano non ammonisce l’avvocato Ghedini sulla prescrizione breve, anzi brevissima, legge che è stata commissionata all’avvocato-deputato del premier, per vanificare i processi di corruzione a Mills e Cir, perché non gli dice che non s’ha da fare?
Lo so io perché, perché quest’apparente apertura è il solito abbraccio mortale di chi tratta, o meglio “compra”, esclusivamente alle proprie condizioni.
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