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Gabbie salariali, no dei sindacati Pdl: «Contratti legati al territorio»

La Uil: «Stupidaggine». La Cgil: «Contrarissimi». La Cisl: «Ritorno all'Urss»

ROMA - È il tema delle «gabbie salariali» a infiammare il dibattito politico di agosto. La proposta della Lega, rilanciata anche dal premier Silvio Berlusconi di «agganciare» i salari al costo della vita sul territorio, provoca qualche malumore all'interno della maggioranza e le dure critiche dell'opposizione. Ma sono soprattutto i sindacati ad alzare la voce.

CGIL, CISL E UIL - La Cgil si dice «contrarissima», perché con la reintroduzione delle «gabbie salariali» i lavoratori «pagherebbero la debolezza del Paese». «Il lavoro è uguale e d
unque deve essere pagato ugualmente in Italia ovunque» afferma all'Agi la segretaria confederale Morena Piccinnini. Riguardo al Mezzogiorno, «bisogna considerare di più e meglio quel lavoro che invece oggi è profondamente sottovalutato da tutto il sistema delle imprese che scaricano sui lavoratori la loro debolezza in termini di progettazione e capacità di stare sul mercato». Bocciatura senza mezzi termini anche da parte del segretario della Uil, Luigi Angeletti.

Secondo il leader sindacale, «le gabbie salariali sono una stupidaggine non condivisa da nessun imprenditore né dalle loro associazioni. Un'idea che si applicava in Italia e in Urss negli anni '50: due esperienze che si sono estinte negli anni '90 positivamente nel nostro Paese e in ben altro modo nell'Unione sovietica. Nessuno riesce a dire come potrebbero essere applicate». Angeletti boccia anche l'opzione di una scala mobile a doppia velocità.

«È anche questa una stupidaggine perché il salario e le retribuzioni compensano il lavoro come si fa e non dove si fa. Non c'è nessun imprenditore italiano o associazione di imprese favorevole a un'idea del genere e un motivo, evidentemente, ci sarà». Secco no di Raffaele Bonanni. In un'intervista rilasciata a ilsussidiario.net, il leader della Cisl afferma che «se pensassimo davvero di stabilire i salari per legge sarebbe un ritorno all'Unione sovietica, scavalcando le parti sociali proprio dopo aver definito il nuovo impianto contrattuale che dà forza alla contrattazione locale e aziendale. Non è una proposta seria». Per il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini, le gabbie salariali «sono un errore, servirebbero solo a penalizzare ulteriormente il Sud».

CGIA DI MESTRE - Di avviso contrario è il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, secondo il quale le gabbie salariali esistono già perché i lavoratori del Nord guadagnano mediamente il 30% in più dei colleghi del Sud. «Se venissero reintrodotte per legge - afferma - avvantaggerebbero i lavoratori meridionali. Infatti, se teniamo conto che la Banca d'Italia ha dichiarato nei giorni scorsi che il costo della vita è del 16% circa superiore al Nord rispetto al Sud, l'introduzione delle gabbie salariali dovrebbe, quindi, far recuperare ai lavoratori dipendenti del Mezzogiorno un differenziale oggi esistente con quelli del Nord di circa 14 punti dato dalla differenza tra i maggiori livelli medi salariali e il maggior costo della vita presenti nel settentrione».


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