L’ex calciatore fermato da una pattuglia, litiga con i finanzieri e imbarca l’auto. Denunciato
PORTO SANTO STEFANO (Grosseto) — Al molo d’imbarco è arrivato alle 11.45, spavaldo come sempre, a bordo della sua Mercedes 320 Cdi bianca, inseguito da qualche turista romano (fede laziale) che lo ha salutato e gli ha chiesto pure qualche autografo. Il solito rito estivo prima delle vacanze all’Isola del Giglio, per Paolo Di Canio, l’ex giocatore della Lazio, famoso non solo per la grinta in campo, ma soprattutto per le simpatie di estrema destra, i saluti romani e qualche clamorosa scazzottata. Stavolta però l’inizio delle vacanze ha avuto un prologo atipico e l’ex calciatore ha dovuto fare i conti con una pattuglia della guardia di finanza di Porto Santo Stefano che lo ha denunciato per resistenza e minacce a pubblico ufficiale.
Le fiamme gialle hanno fermato l’auto di Di Canio per un controllo sugli «indici di capacità contributiva», un accertamento diventato quasi la norma all’Argentario dove quotidianamente arrivano vip e magnati con yacht e macchine di lusso. I finanzieri hanno chiesto a Di Canio documenti personali, libretto di circolazione e di firmare un verbale di accertamento. La risposta dell’ex laziale, secondo il rapporto della Finanza, sarebbe stata violenta. Di Canio ha iniziato a offendere gli agenti, minacciandoli di farli trasferire e di chiamare a Roma persone «che contano » e pare li abbia apostrofati con una raffica di parolacce.
Infine, dopo aver urlato ai finanzieri di «andare a cercare i brigatisti invece di rompere le scatole agli onesti cittadini», Di Canio ha messo in moto la Mercedes ed è salito sul traghetto. Inseguito dai finanzieri, che hanno bloccato l’imbarcazione carica di passeggeri. «Dovete portarmi via in manette, altrimenti io non scendo», avrebbe urlato l’ex calciatore agli agenti. Poi, grazie anche all’intervento di alcuni passeggeri infastiditi dal ritardo del traghetto, si sarebbe convinto ad abbandonare la nave e seguire gli agenti in caserma.
La giornata per l’ex bomber è finita nel modo peggiore: ha perso il traghetto, ha dovuto passare più di un’ora in caserma e si è preso pure una denuncia. Al Giglio è arrivato nel pomeriggio con tre ore di ritardo.
Fonte: Corriere.it
PORTO SANTO STEFANO (Grosseto) — Al molo d’imbarco è arrivato alle 11.45, spavaldo come sempre, a bordo della sua Mercedes 320 Cdi bianca, inseguito da qualche turista romano (fede laziale) che lo ha salutato e gli ha chiesto pure qualche autografo. Il solito rito estivo prima delle vacanze all’Isola del Giglio, per Paolo Di Canio, l’ex giocatore della Lazio, famoso non solo per la grinta in campo, ma soprattutto per le simpatie di estrema destra, i saluti romani e qualche clamorosa scazzottata. Stavolta però l’inizio delle vacanze ha avuto un prologo atipico e l’ex calciatore ha dovuto fare i conti con una pattuglia della guardia di finanza di Porto Santo Stefano che lo ha denunciato per resistenza e minacce a pubblico ufficiale.
Le fiamme gialle hanno fermato l’auto di Di Canio per un controllo sugli «indici di capacità contributiva», un accertamento diventato quasi la norma all’Argentario dove quotidianamente arrivano vip e magnati con yacht e macchine di lusso. I finanzieri hanno chiesto a Di Canio documenti personali, libretto di circolazione e di firmare un verbale di accertamento. La risposta dell’ex laziale, secondo il rapporto della Finanza, sarebbe stata violenta. Di Canio ha iniziato a offendere gli agenti, minacciandoli di farli trasferire e di chiamare a Roma persone «che contano » e pare li abbia apostrofati con una raffica di parolacce.
Infine, dopo aver urlato ai finanzieri di «andare a cercare i brigatisti invece di rompere le scatole agli onesti cittadini», Di Canio ha messo in moto la Mercedes ed è salito sul traghetto. Inseguito dai finanzieri, che hanno bloccato l’imbarcazione carica di passeggeri. «Dovete portarmi via in manette, altrimenti io non scendo», avrebbe urlato l’ex calciatore agli agenti. Poi, grazie anche all’intervento di alcuni passeggeri infastiditi dal ritardo del traghetto, si sarebbe convinto ad abbandonare la nave e seguire gli agenti in caserma.
La giornata per l’ex bomber è finita nel modo peggiore: ha perso il traghetto, ha dovuto passare più di un’ora in caserma e si è preso pure una denuncia. Al Giglio è arrivato nel pomeriggio con tre ore di ritardo.
Fonte: Corriere.it
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