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Forconi, da CasaPound a Forza Nuova: l'estrema destra infiltrata in piazza

«No ai partiti, alla violenza e ai sindacati e no ai blocchi stradali». Questo prometteva e ripeteva ai giornalisti uno dei leader della protesta dei Forconi, l'agricoltore pontino Danilo Calvani, mentre un centinaio di manifestanti si radunava, stamattina, a piazzale dei Partigiani, all'Ostiense, per la tre giorni di rivolta contro il governo Letta. Eppure, alla protesta si sono uniti fin da subito – e senza che vi fosse alcuna opposizione da parte degli organizzatori della manifestazione - nutriti gruppi di militanti di tre formazioni di estrema destra. Come rivendicato dalle stesse con i comunicati stampa o attraverso le foto dei blitz che, ad esempio, hanno portato al blocco della via Colombo e della via Tuscolana.

Forza Nuova
Li hanno trovati mentre vagavano per il Raccordo in cerca del presidio dei forconi siciliani: cinque simpatizzanti di Forza Nuova sono stati fermati la scorsa notte dagli agenti della questura e della polizia stradale mentre camminavano tra il Gra e la bretella che collega all'uscita autostradale Roma-Sud. I militanti di estrema destra avevano appreso alcune notizie su possibili presidi dei 'forconi' attraverso internet. I cinque sono stati tutti identificati e multati per violazione dell'articolo 175 del codice della strada per attraversamento pedonale di area autostradale. Nel pomeriggio, un gruppo di Lotta Studentesca, formazione giovanile di Forza Nuova, si è unita al presidio di piazzale dei Partigiani.

CasaPound
A piazzale Ostiense si sono presentati in quaranta, poco dopo le dieci del mattino. Con le bandiere tricolori, come hanno fatto anche in altre città italiane, e lo slogan: «Alcuni italiani non si arrendono». Nessun simbolo ufficiale, ma solo qualche adesivo dedicato a Zippo, quell'Alberto Palladino finito in carcere per aver aggredito alcuni militanti del Pd nel novembre del 2011. In piazza c'erano anche loro, i Fascisti del Terzo Millennio di CasaPound, guidati dal loro vice-presidente, Simone di Stefano: «Sono qui in quanto italiano», si è limitato a dire. Una partecipazione che è stata poi ampiamente pubblicizzata sul profilo Facebook del movimento, che ha anche preso parte alle proteste a Forlì, Battipaglia, Lamezia Terme, Pordenone, Frosinone, Palermo, Porto D'Ascoli, Cagliari. «Saremo qui ogni giorno, fino a mercoledì, in almeno trenta-quaranta», hanno detto i dirigenti tartarughini ai rappresentanti dei forconi.

Mse
I militanti del movimento di estrema destra Mse hanno bloccato la Colombo, al grido di “Boia chi molla”, di fronte alla redazione di Repubblica, nella tarda mattinata, rivendicando l'azione con una nota: «Attraverso i blocchi dei punti nevralgici e simbolici del sistema – hanno spiegato - vogliamo porre sotto assedio i responsabili dell'attuale declino ed i loro lacchè: politici corrotti, banchieri usurai e media ruffiani». Sono anche state lanciate delle bombe carta. Successivamente, gli stessi paralizzato il traffico sulla via Tuscolana, all'altezza della Banca d'Italia. Dietro alla protesta c'è Giuliano Castellino, ex dirigente della Destra con un passato in Forza Nuova, Base Autonoma e CasaPound. Dodici militanti (tra i quali lo stesso Castellino) sono stati fermati e portati in commissariato per l'identificazione e, presumibilmente, per essere denunciati.

Fonte: Il messaggero.it
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