I dipendenti della Fnac hanno organizzato per oggi nel centro del capoluogo lombardo (in Piazzetta San Carlo, tra le 18 e 30 e le 21 e 30) un sit-in di protesta contro il rischio di chiusura del punto vendita di via Torino.
Del possibile ritiro della famosa catena francese di prodotti culturali e intrattenimento dall'Italia si parla ormai da mesi: il 13 gennaio del 2012 la sede centrale di Fnac aveva annunciato un piano radicale di ristrutturazione dell'azienda, sostenendo tra l'altro che in Italia non sussistevano più le condizioni per proseguire l'attività in proprio e preannunciando una decisione definitiva entro fine anno. "A otto mesi da quell'annuncio", spiega un comunicato diramato oggi dai dipendenti di Fnac Italia, gli stessi "non hanno ricevuto alcuna informazione sulla loro sorte e sulla sorte dell'azienda". "Le reiterate richieste di chiarimenti e di informazioni da parte dei lavoratori non hanno sortito alcun effetto. Otto mesi sono passati nel silenzio, nell'incertezza e nell'attesa", prosegue la nota. "Nel frattempo si avvicina la scadenza del 31 dicembre - data entro la quale sarà presa la decisione sul destino dei 600 lavoratori di Fnac Italia - e la prospettiva della chiusura si fa sempre più reale".
Inaugurata in Francia nel 1954, Fnac gestisce oggi più di 110 punti vendita nel mondo (oltre 60 nel Paese d'origine, gli altri in Belgio, Spagna, Portogallo, Svizzera, Italia, Taiwan e Brasile) e fa capo al Gruppo PPR presieduto da François-Henri Pinault, detentore tra l'altro dei marchi Gucci e Bottega Veneta e sempre più orientato a spostare investimenti e interessi strategici verso mercato del lusso. In Italia la catena conta oggi circa 600 dipendenti (80 dei quali impiegati negli uffici, magazzino e punto vendita di Milano) ed è presente da dodici anni: il punto vendita milanese di via Torino, angolo via della Palla, aprì il 26 ottobre del 2010; poi sono arrrivati altri "sette mediastore", ubicati a Verona, Torino (2 punti vendita), Genova, Firenze, Roma e Napoli, e un sito e-commerce.
Il piano di ristrutturazione annunciato a gennaio dalla direzione centrale prevedeva risparmi di costi per 80 milioni di euro, 310 licenziamenti in Francia e 200 nelle sedi estere della società.
Del possibile ritiro della famosa catena francese di prodotti culturali e intrattenimento dall'Italia si parla ormai da mesi: il 13 gennaio del 2012 la sede centrale di Fnac aveva annunciato un piano radicale di ristrutturazione dell'azienda, sostenendo tra l'altro che in Italia non sussistevano più le condizioni per proseguire l'attività in proprio e preannunciando una decisione definitiva entro fine anno. "A otto mesi da quell'annuncio", spiega un comunicato diramato oggi dai dipendenti di Fnac Italia, gli stessi "non hanno ricevuto alcuna informazione sulla loro sorte e sulla sorte dell'azienda". "Le reiterate richieste di chiarimenti e di informazioni da parte dei lavoratori non hanno sortito alcun effetto. Otto mesi sono passati nel silenzio, nell'incertezza e nell'attesa", prosegue la nota. "Nel frattempo si avvicina la scadenza del 31 dicembre - data entro la quale sarà presa la decisione sul destino dei 600 lavoratori di Fnac Italia - e la prospettiva della chiusura si fa sempre più reale".
Inaugurata in Francia nel 1954, Fnac gestisce oggi più di 110 punti vendita nel mondo (oltre 60 nel Paese d'origine, gli altri in Belgio, Spagna, Portogallo, Svizzera, Italia, Taiwan e Brasile) e fa capo al Gruppo PPR presieduto da François-Henri Pinault, detentore tra l'altro dei marchi Gucci e Bottega Veneta e sempre più orientato a spostare investimenti e interessi strategici verso mercato del lusso. In Italia la catena conta oggi circa 600 dipendenti (80 dei quali impiegati negli uffici, magazzino e punto vendita di Milano) ed è presente da dodici anni: il punto vendita milanese di via Torino, angolo via della Palla, aprì il 26 ottobre del 2010; poi sono arrrivati altri "sette mediastore", ubicati a Verona, Torino (2 punti vendita), Genova, Firenze, Roma e Napoli, e un sito e-commerce.
Il piano di ristrutturazione annunciato a gennaio dalla direzione centrale prevedeva risparmi di costi per 80 milioni di euro, 310 licenziamenti in Francia e 200 nelle sedi estere della società.
Fonte: rockol.it
Se trovi i nostri articoli interessanti, Clicca su "MI PIACE""
--- Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
Se trovi i nostri articoli interessanti, Clicca su "MI PIACE""
--- Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
Ci sono andato ieri...Stanno smantellando tutto. Pochissima roba nella sezione dvd, e il reparto videogame non esiste praticamente più.(relegato in un piccolo spazio in un altro piano, le console hanno preso il volo). Idem per il catalogo libri, la musica di m. invece quella rimane sempre in voga, l'unico reparto rimasto praticamente invariato. Mi dispiace... :(