ROMA - L'aula della Camera ha terminato l'esame degli
ordini del giorno sul disegno di legge anticorruzione e sono in corso le
dichiarazioni di voto sul provvedimento. Il voto finale è previsto
intorno alle 13. Tra gli ordini del giorno approvati, spicca quello
presentato dal capogruppo del Pd, Dario Franceschini, sottoscritto
durante il dibattito da tutti i gruppi parlamentari. Il testo impegna il
governo a esercitare la delega per rendere applicabile le nuove norme
sull'incandidabilità dei condannati in tempo utile per le prossime
elezioni politiche del 2013.
DDL 1 I tre articoli su incandidabilità, corruzione e influenze illecite
L'ordine del giorno fa seguito alla polemica di ieri, quando in Aula Fli e Idv avevano denunciato che, con la delega di un anno, le nuove norme non sarebbero entrate in vigore prima delle elezioni del 2018 2. Il Pd aveva replicato con una sorta di invito al governo perché esercitasse la delega in tempo utile per rendere possibile sin dalle prossime politiche l'applicazione dei nuovi vincoli e dunque "l'incandidabilità in conseguenza di sentenze definitive di condanna". Il ministro della Giustizia, Paola Severino, aveva poi assicurato: "Nuove norme in vigore entro il 2013".
La
proposta oggi è stata formalizzata in un ordine del giorno che
stamattina alla Camera ha avuto il voto dei rappresentanti di Udc, Fli,
Lega, Pdl, Grande Sud e Idv. Prima di mettere in votazione l'odg dei
democratici, erano stati accolti altri due ordini del giorno dal
contenuto analogo, presentati da Fli, a firma Benedetto Della Vedova, e
dell'Udc, primo firmatario Pierluigi Mantini. Sul testo del Pd anche il
governo, presenti la stessa Paola Severino e il ministro della Pubblica
amministrazione, Filippo Patroni Griffi, ha espresso parere
favorevole. "Con l'approvazione unanime a questo ordine del giorno ci
sentiamo ancora più stimolati ad esercitare la delega nei termini
richiesti" ha dichiarato Patroni Griffi.
Durante le dichiarazioni di voto, Fabrizio Cicchitto ha manifestato la volontà del Pdl di apportare modifiche al testo del ddl anticorruzione una volta in Senato. Rao dell'Udc ha invece parlato di un ddl "migliorabile". Per Pier Ferdinando Casini, è comunque "un segnale importante" che va nella direzione del "maggior rigore e severità". "Condannati fuori dalle liste elettorali a partire dalla prossime elezioni - commenta Casini -. Non si poteva prendere una decisione diversa".
Anche Fli esprime soddisfazione in una nota: "Ieri - si legge - il gruppo Fli aveva deciso di non partecipare al voto di fiducia sull'articolo 10 del disegno di legge anticorruzione proprio per costringere il governo ad assumere un impegno preciso circa i tempi di adozione del decreto legislativo di riordino del sistema dell'incandidabilità".
Resta invece ferma nella sua posizione critica l'Italia dei Valori. Durante le dichiarazioni di voto, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha ripreso Antonio Di Pietro quando il leader di Idv, dopo aver accusato governo e maggioranza di "fregare" l'opinione pubblica con una legge "procorruzione", ha affermato che ai parlamentari "non gliene frega niente" della lotta alla corruzione. "La invito a rispettare i colleghi, ognuno vota secondo coscienza" le parole di Fini a Di Pietro. "Magari, magari votassero secondo coscienza" la replica del leader di Idv.
Gianfranco Miccichè ha invece annunciato il "no" di Grande Sud al ddl perché, con l'introduzione del nuovo reato di traffico di influenze illecite, "i politici del Sud, a cui la gente va di continuo" a chiedere una raccomandazione sarebbero "tutti indagati". "La dichiarazione di voto dell'onorevole Miccichè è la peggiore rappresentazione della politica e del Mezzogiorno d'Italia", il commento del deputato del Pd Dario Ginefra. Annunciano l'astensione i radicali, la Lega Nord e Popolo e Territorio.
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DDL 1 I tre articoli su incandidabilità, corruzione e influenze illecite
L'ordine del giorno fa seguito alla polemica di ieri, quando in Aula Fli e Idv avevano denunciato che, con la delega di un anno, le nuove norme non sarebbero entrate in vigore prima delle elezioni del 2018 2. Il Pd aveva replicato con una sorta di invito al governo perché esercitasse la delega in tempo utile per rendere possibile sin dalle prossime politiche l'applicazione dei nuovi vincoli e dunque "l'incandidabilità in conseguenza di sentenze definitive di condanna". Il ministro della Giustizia, Paola Severino, aveva poi assicurato: "Nuove norme in vigore entro il 2013".
La
Durante le dichiarazioni di voto, Fabrizio Cicchitto ha manifestato la volontà del Pdl di apportare modifiche al testo del ddl anticorruzione una volta in Senato. Rao dell'Udc ha invece parlato di un ddl "migliorabile". Per Pier Ferdinando Casini, è comunque "un segnale importante" che va nella direzione del "maggior rigore e severità". "Condannati fuori dalle liste elettorali a partire dalla prossime elezioni - commenta Casini -. Non si poteva prendere una decisione diversa".
Anche Fli esprime soddisfazione in una nota: "Ieri - si legge - il gruppo Fli aveva deciso di non partecipare al voto di fiducia sull'articolo 10 del disegno di legge anticorruzione proprio per costringere il governo ad assumere un impegno preciso circa i tempi di adozione del decreto legislativo di riordino del sistema dell'incandidabilità".
Resta invece ferma nella sua posizione critica l'Italia dei Valori. Durante le dichiarazioni di voto, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha ripreso Antonio Di Pietro quando il leader di Idv, dopo aver accusato governo e maggioranza di "fregare" l'opinione pubblica con una legge "procorruzione", ha affermato che ai parlamentari "non gliene frega niente" della lotta alla corruzione. "La invito a rispettare i colleghi, ognuno vota secondo coscienza" le parole di Fini a Di Pietro. "Magari, magari votassero secondo coscienza" la replica del leader di Idv.
Gianfranco Miccichè ha invece annunciato il "no" di Grande Sud al ddl perché, con l'introduzione del nuovo reato di traffico di influenze illecite, "i politici del Sud, a cui la gente va di continuo" a chiedere una raccomandazione sarebbero "tutti indagati". "La dichiarazione di voto dell'onorevole Miccichè è la peggiore rappresentazione della politica e del Mezzogiorno d'Italia", il commento del deputato del Pd Dario Ginefra. Annunciano l'astensione i radicali, la Lega Nord e Popolo e Territorio.
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