MILANO- Umberto Bossi si è dimesso. La decisione è arrivata nel corso del consiglio federale della Lega che avrebbe dovuto decidere la nomina di un nuovo tesoriere al posto di Francesco Belsito, costretto a lasciare dalle inchieste sull'utilizzo improprio dei rimoborsi elettorali da parte del Carroccio. Le dimissioni sono state definite "irrevocabili" e l'orientamento del partito sarebbe quello di sostituire il leader con un triumvirato di reggenti composto da Roberto Calderoli, Roberto Maroni e Giancarlo Giorgetti che dovrebbe restare in carica fino alla convocazione del prossimo congresso.
La drammatica decisione del leader giunge sulla scia di un stillicidio di nuove rivelazioni su quanto accertato dalle tre procure che indagano sui conti della Lega. La magistratura di Napoli, ad esempio, ha scoperto che nella cassaforte di Belsito sequestrata ieri a Montecitorio c'era anche una cartella con l'intestazione "The family'. L'ipotesi degli investigatori è che i documenti siano relativi alle elargizioni ai familiari di Bossi. Gli atti sono all'esame dei pubblici ministeri di Napoli, Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e John Henry Woodcock. Trovato anche un carnet di assegni che reca la scritta "Umberto Bossi". Il libretto sarebbe stato rilasciato dalla sede genovese della banca Aletti dove sono versati i contributi elettorali della Lega. Gli inquirenti ritengono che dal conto, gestito dal tesoriere finito sotto inchiesta, provengano le somme destinate a spese personali di familiari di Bossi. Nella cassaforte sono state inoltre trovate ricevute che documenterebbero spese affrontate per le esigenze di vario genere di familiari del leader del Carroccio.
La notizia, insieme alle altre in arrivo dalla procura di Milano 1, ha dato il colpo di grazia alla leadership sempre più in bilico del Senatur, piombando su un partito già alle prese con lo schock delle prime rivelazioni sul contenuto delle inchieste giudiziarie. Resta ora da capire quali altre decisioni prenderà il Consiglio federale del partito riunito in via Bellerio, previsto originariamente come detto per scegliere il nuovo tesoriere. Nella sede del partito sono presenti oltre a Bossi, Maroni, Calderoli, Mauro, Belsito e Castelli. All'esterno si è radunata invece una piccola folla che con grida e striscioni vuole espirimere solidarietà al leader.
"La Lega non ha bisogno di rottamazione ma di congressi, il nostro futuro dipende da cosa facciamo, se passa il messaggio che vogliamo cambiare i cittadini ci seguono", aveva spiegato oggi prima del clamoroso annuncio il sindaco di Verona Flavio Tosi, uno degli esponenti del Carroccio più critici nei confronti dell'attuale dirigenza. "Anche se non sarà più segretario - aveva aggiunto - Bossi avrà comunque sempre un ruolo nel partito". "Su Belsito che aveva la responsabilità di decidere - ha detto ancora Tosi - ha sbagliato evidentemente a non decidere. Questo non perché Belsito sia colpevole, ma perché quando chi ha il ruolo di gestire i soldi riceve accuse di questo genere non può restare al suo posto. Anche il sospetto in queste situazioni basta. Se Belsito uscirà pulito è meglio, se andasse diversamente allora bisogna anche andare a vedere chi lo ha portato nel movimento e chi si è assunto la responsabilità di dargli quel ruolo".
Se trovi i nostri articoli interessanti, Clicca su "MI PIACE""
--- Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
La drammatica decisione del leader giunge sulla scia di un stillicidio di nuove rivelazioni su quanto accertato dalle tre procure che indagano sui conti della Lega. La magistratura di Napoli, ad esempio, ha scoperto che nella cassaforte di Belsito sequestrata ieri a Montecitorio c'era anche una cartella con l'intestazione "The family'. L'ipotesi degli investigatori è che i documenti siano relativi alle elargizioni ai familiari di Bossi. Gli atti sono all'esame dei pubblici ministeri di Napoli, Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e John Henry Woodcock. Trovato anche un carnet di assegni che reca la scritta "Umberto Bossi". Il libretto sarebbe stato rilasciato dalla sede genovese della banca Aletti dove sono versati i contributi elettorali della Lega. Gli inquirenti ritengono che dal conto, gestito dal tesoriere finito sotto inchiesta, provengano le somme destinate a spese personali di familiari di Bossi. Nella cassaforte sono state inoltre trovate ricevute che documenterebbero spese affrontate per le esigenze di vario genere di familiari del leader del Carroccio.
La notizia, insieme alle altre in arrivo dalla procura di Milano 1, ha dato il colpo di grazia alla leadership sempre più in bilico del Senatur, piombando su un partito già alle prese con lo schock delle prime rivelazioni sul contenuto delle inchieste giudiziarie. Resta ora da capire quali altre decisioni prenderà il Consiglio federale del partito riunito in via Bellerio, previsto originariamente come detto per scegliere il nuovo tesoriere. Nella sede del partito sono presenti oltre a Bossi, Maroni, Calderoli, Mauro, Belsito e Castelli. All'esterno si è radunata invece una piccola folla che con grida e striscioni vuole espirimere solidarietà al leader.
"La Lega non ha bisogno di rottamazione ma di congressi, il nostro futuro dipende da cosa facciamo, se passa il messaggio che vogliamo cambiare i cittadini ci seguono", aveva spiegato oggi prima del clamoroso annuncio il sindaco di Verona Flavio Tosi, uno degli esponenti del Carroccio più critici nei confronti dell'attuale dirigenza. "Anche se non sarà più segretario - aveva aggiunto - Bossi avrà comunque sempre un ruolo nel partito". "Su Belsito che aveva la responsabilità di decidere - ha detto ancora Tosi - ha sbagliato evidentemente a non decidere. Questo non perché Belsito sia colpevole, ma perché quando chi ha il ruolo di gestire i soldi riceve accuse di questo genere non può restare al suo posto. Anche il sospetto in queste situazioni basta. Se Belsito uscirà pulito è meglio, se andasse diversamente allora bisogna anche andare a vedere chi lo ha portato nel movimento e chi si è assunto la responsabilità di dargli quel ruolo".
Se trovi i nostri articoli interessanti, Clicca su "MI PIACE""
--- Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
Commento solo questa frase: "All'esterno della sede del partito in via Bellerio, si è radunata una piccola folla che con grida e striscioni vuole espirimere solidarietà al leader." Forse io non ho capito bene ... ma siamo sicuri che si tratta di gente normale? o si tratta di pezzi di m... prezzolati. O addiritturi questi sono proprio cretini? Mah!!!! Mah!!!