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Morricone: «Musica a scuola, non bastano i flauti»









Storicamente il popolo italiano è considerato un popolo di grandi musicisti, pittori, santi, poeti e navigatori. A dir la verità, dopo la disavventura della Costa Concordia, sarà difficile riprendersi il titolo di grandi navigatori. Sembra che anche il titolo che ci identifica come " un popolo di musicisti" si stia perdendo, lasciando il primato alla Germania.
Da una recente lettera pubblicata su "Il Messaggero", il M° Ennio Morricone, prende posizioni contro i metodi di insegnamento delle discipline musicali usati nelle scuole italiane. 




Sui flauti a scuola «è probabile che Battistoni dica giusto, ma la colpa può essere anche degli educatori che usano metodi sbagliati». Lo dichiara Ennio Morricone, commentando le affermazioni del giovane direttore d'orchestra Andrea Battistoni. L'opinione del maestro a Che tempo che fa, secondo il quale lo scarso amore per la musica da parte dei giovani nascerebbe anche dai flauti usati nelle scuole. «Esistono due metodi diversi tra loro, ma che sono i migliori per l'insegnamento della musica nella scuola -spiega Morricone - che sono quello messo a punto da Carl Orff (il compositore dei Carmina Burana, ndr.) e quello di Boris Porena. Quest'ultimo - sottolinea il compositore e accademico di Santa Cecilia - insegna ai giovani a creare la musica insieme». Il vero problema, secondo Morricone, è che «gli insegnanti di musica dovrebbero prima fare dei corsi».


La mancata riforma. Il compositore premio Oscar racconta di avere affrontato il problema della riforma dell'insegnamento della musica nella scuola, qualche anno fa, con l'allora ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer. «Gli dissi che per fare una vera riforma -spiega Morricone - sarebbero serviti dieci anni, e che si sarebbe dovuto lavorare essenzialmente su due cose: un vero programma e degli insegnanti, preparati attraverso corsi di formazione, a svolgere quel programma. Inoltre - aggiunge - bisognerebbe dare a tutte le scuole un impianto per ascoltare la musica e un corredo di una trentina di incisioni discografiche importanti, da fare ascoltare agli studenti come esempio degli argomenti teorici. Se si parla della sonata, poi bisogna fare sentire, ad esempio, quelle di Mozart e Beethoven». E conclude: «In Germania ogni famiglia suona Bach con il flauto dolce e il pianoforte o addirittura il clavicembalo, cantando e leggendo gli spartiti. Quella è la vera nazione musicale, non l'Italia».


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