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India, Paolo Bosusco è libero "Sono dimagrito, ma sto bene"

ROMA - Paolo Bosusco è libero. La notizia è stata data dalla tv di stato indiana Ndtv e confermata telefonicamente da una persona che accompagna uno dei due mediatori impegnati durante la trattativa tra i ribelli maoisti e il governo dell'Orissa per la liberazione dei due ostaggi italiani 1. Claudio Colangelo era stato rilasciato il 25 marzo.

Bosusco è già nella capitale Bhubaneswar, al primo piano della "guest house" con l'ambasciatore e il console italiani e i rappresentanti delle autorità locali. "E' la notizia che aspettavamo - ha detto a caldo il ministro degli Esteri, Giulio Terzi -. Si sta concludendo una vicenda rischiosa e molto complessa che in queste settimane ci ha visto impegnati a tutti i livelli e senza sosta, con l'obiettivo che in questi casi resta sempre quello di garantire anzitutto l'incolumità dei nostri connazionali".

Da riportare a casa, oltre a nove italiani ostaggio di bande armate in tutto il mondo (Rossella Urru, Maria Sandra Mariani, Giovanni Lo Porto e i sei membri italiani della nave 'Enrico Ievoli' sequestrata dai pirati il 27 dicembre scorso al largo delle coste dell'Oman) restano i due marò detenuti in India. Quando il sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura ha annunciato al Senato la liberazione di Bosusco, assieme all'applauso tra i banchi c'è stato qualche accenno
di polemica che il presidente dell'Aula, Renato Schifani, ha riportato subito all'ordine sostenendo che sul fronte dei marò "il governo sicuramente sta lavorando" e al termine della comunicazione ha ringraziato il sottosegretario "per tutto quello che sta facendo".

Bosusco è apparso visibilmente dimagrito per la lunga prigionia. "Sono finalmente libero, sto bene - le sue prime parole ai cronisti -. Saluto tutti quelli che mi vogliono bene, la mia famiglia, mio padre, mia sorella, cugine, zie parenti e tutti i miei amici sparsi in Italia e nel mondo. Non preoccupatevi, sapete che sono forte. Tutto è finito, va tutto bene, non c'è nessun problema".

Al termine del colloquio con le autorità, Paolo si è affacciato dal balcone della Guest House di Bhubaneswar per salutare il centinaio di giornalisti presenti. E' apparso sorridente, sereno, e a chi gli faceva notare "oramai sei diventato famoso", ha risposto "sì, ma non avrei voluto esserlo".

L'intervistatore del Tg1 gli ha chiesto della sua magrezza: "E' il risultato di 28 giorni di vacanza pagata" ha spiegato Bosusco, affrettandosi però ad aggiungere che "i maoisti hanno cercato di darmi il meglio che potevano, ma qualche problema c'è stato, il cibo era quello che era, e per due volte ho avuto la malaria. Ma sono abituato, per anni sono andato nella foresta da solo". La vera difficoltà, ha sottolineato ancora Bosusco alludendo al compagno di prigionia Claudio Colangelo, "è stata quando c'erano altre persone che dipendevano da me, dopo invece è andata meglio".

Bosusco ha quindi telefonato al padre Azelio: "Sto bene, torno presto in Italia", gli ha detto. "Mio figlio? E' sicuramente un grosso personaggio - ha aggiunto papà Azelio -. Quando arriverà vi dirò tutto. Non so se potrò impedirgli di tornare in India: è grande e non lo posso obbligare. E' innamorato dell'India. Mio figlio è sicuramente un grosso personaggio perché il suo percorso di vita è interessantissimo. Ora spero solo che arrivi presto".

L'ambasciatore italiano a New Delhi, Giacomo Sanfelice di Monteforte, a Tgcom24: "Devo ringraziare le autorità indiane per la cooperazione e per la risoluzione di questo caso non facile. Abbiamo incontrato Bosusco, sta bene e vuole tornare in Italia. Ci sono stati momenti difficili, ma la trattativa è stata condotta bene e il tutto si è concluso per il meglio. Bosusco ci ha detto subito di stare bene e di essere dispiaciuto soprattutto per aver disturbato tante persone per la sua liberazione".

Paolo Bosusco, 54 anni, piemontese, guida di trekking che per sei mesi all'anno vive e lavora a Puri, era stato rapito dai ribelli mentre accompagnava un cliente romano, Claudio Colangelo, poi liberato il 25 marzo, in un'escursione nelle montagne dell'interno, nello stato dell'Orissa.

Il rilascio di Bosusco sarebbe avvenuto già ieri, ma i ribelli maoisti hanno nascosto la notizia con una serie di depistaggi per evitare che le forze di sicurezza indiane li attaccassero non dovendo più temere per l'incolumità dell'ostaggio. Un probabile diversivo è stata la richiesta, in extremis, della scarcerazione di una loro compagna, Aarti Majhi, rinchiusa da due anni nella prigione di Berhampur per coinvolgimento in attività sediziose. In giornata è prevista l'udienza in cui sarà esaminata la richiesta di libertà dietro cauzione, presentata dalla difesa della donna.

La Farnesina è stata prima in attesa di conferme dirette dalle proprie delegazioni, poi è arrivato l'annuncio dell'ambasciatore, Giacomo Sanfelice: "Sì - ha detto Sanfelice - fonti del governo dell'Orissa mi hanno confermato che il nostro connazionale è libero". In questi giorni l'ambasciatore italiano ha fatto la spola fra il Kerala, dove ha trascorso la Pasqua con i marò, e l'Orissa, per seguire da vicino gli sviluppi del rapimento di Bosusco.

Seppure con riserva, anche il quotidiano 'The Times of India' aveva annunciato il rilascio del 54enne cittadino italiano. Bosusco sarebbe stato liberato durante la notte nella foresta vicino al villaggio di Mohona, non lontano da dove era avvenuto il duplice sequestro. Sempre stando a NdTv, prima di liberare l'ostaggio i rapitori avrebbero preteso la scarcerazione di un altro loro compagno maoista, Aarti Manjhi, la cui istanza di libertà dietro cauzione dovrebbe essere esaminata in giornata dalla magistratura.

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