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Eurispes: 2.500 euro al mese a famiglia per una vita dignitosa. Metà dei contribuenti sotto i 15.000 euro

L'Eurispes stima che, nella media nazionale, il costo mensile per i beni essenziali di una famiglia composta da quattro persone è di 30.276 euro l'anno cioé di 2.523 euro al mese. E' quanto rileva il rapporto 'L'Italia in nero' di Eurispes e Istituto San Pio V di Roma. Il calcolo si basa su una famiglia tipo (idealmente composta da due adulti e due bambini) "che risparmia su tutto ma non fa mancare nulla ai figli e conduce un'esistenza quasi spartana ma dignitosa". Dal rapporto emerge anche che poco meno della metà dei contribuenti (il 49,1% del totale) nel 2010 ha dichiarato un reddito complessivo inferiore a 15.000 euro. Sempre secondo l'istituto di ricerca almeno il 35% dei lavoratori dipendenti è ormai costretto ad effettuare un doppio lavoro per far quadrare i conti e arrivare alla fine del mese. Cresce intanto l'economia sommersa passata da 529 miliardi del 2010 alla cifra "monstre" di 540 miliardi nel 2011 equivalenti al 35% del Pil ufficiale.

Spesa alimentare pari a 825 euro - Solo la spesa alimentare per una famiglia tipo è pari a 825 euro (va da un massimo di 950 euro al mese nelle regioni del nord-ovest ad un minimo di 748 euro al mese nel Mezzogiorno). Secondo l'Eurispes, guardando alle diverse voci di spesa, in media per l'abbigliamento un nucleo di quattro persone spenderebbe 240 euro al mese, per la casa 890 euro e per le spese medico-sanitarie 950.

In Italia economia sommersa per 540 miliardi - L'economia sommersa ha raggiunto in Italia nel 2011 la cifra 'monstre' di 540 miliardi, corrispondenti a circa il 35% del Pil ufficiale. Un dato in aumento rispetto al 2010 e che equivale ai Pil di Finlandia, Portogallo, Romania e Ungheria messi insieme. A rilevarlo è sempre l'Eurispes nel Rapporto sull'economia sommersa in Italia. Dallo studio emerge anche che "l'economia sommersa in Italia ha generato nel 2010 almeno 529 miliardi di euro, segnando un consistente aumento rispetto all'anno precedente". Secondo le rilevazioni, il 53% dell'economia non osservata è rappresentato dal lavoro sommerso, il 29,5% dall'evasione fiscale a opera di aziende e imprese ed il 17,6% dalla cosiddetta economia informale.

L'economia sommersa coinvolge anche tanti cittadini comuni - Per l'Eurispes, oltre agli evasori "di professione" che occultano al fisco la maggior parte dei loro proventi, che prendono la residenza all'estero, o che nascondono i loro patrimoni nei cosiddetti paradisi fiscali (550 miliardi su 7.300 miliardi stimati sarebbero riconducibili a cittadini italiani), l'economia sommersa coinvolge anche tanti cittadini comuni che lavorano in nero, magari come secondo lavoro, o che utilizzano l'evasione fiscale come una sorta di ammortizzatore sociale per contrastare gli effetti della crisi oppure considerano eccessivo il carico fiscale imputato loro e decidono, non trovando nemmeno un'adeguata corrispondenza nei servizi offerti.

Le altre categorie prese in esame dall'Eurispes - Altra categoria che sfugge ai dati ufficiali è rappresentata dalle casalinghe che - secondo l'Eurispes - nel nostro Paese sono almeno 8,5 milioni (ulteriori 12,6 miliardi di euro di sommerso). Ai 280 miliardi di euro circa derivanti dal lavoro sommerso si aggiungono 156 miliardi di euro di sommerso generato delle imprese italiane. Esiste inoltre una terza porzione di sommerso che si annida ad esempio nel mercato degli affitti (in particolare immigrati, studenti e lavoratori fuori sede) e che con 93 miliardi di euro rappresenta una fetta consistente dell'"altra economia".

Sei milioni di doppiolavoristi tra i dipendenti - L'Eurispes ipotizza che almeno il 35% dei lavoratori dipendenti "sia ormai costretto ad effettuare un doppio lavoro per far quadrare i conti e arrivare alla fine del mese". Questo vuol dire che sono almeno sei milioni i doppiolavoristi tra i dipendenti che, lavorando per circa quattro ore al giorno per 250 giorni, producono annualmente un sommerso di 90.956.250.000 euro. Sempre secondo le rilevazioni dell'Eurispes, che stima come l'economia sommersa in Italia abbia generato nel 2010 almeno 529 miliardi di euro, "il 53% dell'economia non osservata è rappresentato dal lavoro sommerso, il 29,5% dall'evasione fiscale ad opera di aziende e di imprese ed il 17,6% dalla cosiddetta economia informale". Secondo l'Eurispes, quindi, per fare fronte alla crisi occorre agire sull'economia sommersa. Soprattutto perché le difficoltà, sottolinea l'Istituto nella presentazione del rapporto, sono sempre più evidenti, visto che, spiega, "solo un terzo delle famiglie italiane riesce ad arrivare tranquillamente a fine mese; almeno 500.000 famiglie hanno difficoltà a onorare i mutui per la casa; aumenta il credito al consumo (più del 100% tra 2002 e 2011) e cresce la povertà 'in giacca e cravatta', cioé quella dei lavoratori costretti a usufruire di mense e dormitori per i poveri".

Metà dei contribuenti sotto 15.000 euro annui di reddito - "Poco meno della metà dei contribuenti-persone fisiche (20,3 milioni, 49,1% del totale) ha dichiarato nel 2010 un reddito complessivo inferiore a 15.000 euro (1.250 euro su base mensile)". E' quanto sottolinea il rapporto 'l'Italia in nerò di Eurispes e Istituto Pio V, con riferimento all'anno d'imposta 2009. Si tratta di elaborazioni dell'Eurispes su dati del ministero dell'Economia e delle Finanze, che confermano una realtà ormai nota. Solo lo 0,9% ha, invece, dichiarato, si legge sempre nel rapporto, più di 100.000 euro.

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Fonte: Tiscali.it

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