MILANO - Nel 2012 è atteso un calo del Pil dell'1,3%. Lo stima Confcommercio mostrando, nel suo studio presentato oggi a Cernobbio, che l'Italia ha fatto un salto indietro di 14 anni. "I consumi oggi sono ai livelli del 1998 e il Pil ai livelli del 1999" indica l'organizzazione. Il prodotto interno sarà piatto nel 2013 e tornerà a crescere dello 0,9% nel 2014. Nei 13 anni che vanno dal 2000 al 2012 secondo Confcommercio abbiamo perso in termini di Pil reale pro capite, il 9% rispetto alla Germania, l'11% rispetto alla Francia, il 22% e il 18% rispettivamente nei confronti della Spagna e del Regno Unito.
L'incremento delle aliquote Iva, invece, previsto per ottobre porterà una perdita di consumi cumulata su 4 anni di 38,4 miliardi di euro ai prezzi del 2011. Per evitare "effetti gravementi recessivi" e scongiurare l'aumento dell'iva, Confcommercio invita il governo a esercitare la delega fiscale e a contenere la spesa pubblica.
Secondo l'associazione, "in assenza di manovre Iva, nel 2011 avremmo osservato un incremento della spesa reale delle famiglie dello 0,4%. Per il 2012 la previsione sarebbe stata di -2,1% invece dell'attuale -2,7%. Per il 2013 e per il 2014 avremmo previsto +0,1 e +0,7% invece di -0,8 e +0,6%". "Il 2013 è quindi l'anno più colpito dalle manovre Iva perché si cumulano gli effetti tanto dell'incremento del 2011 quanto, soprattutto, il pieno dispiegarsi delle conseguenze dell'incremento di ottobre 2012. Ciò determinerà verosimilmente una contrazione della produzione e del Pil".
Confcommercio chiede "con urgenza l'intrapresa di azioni di contenimento della spesa pubblica e dell'esercizio della delega fiscale al fine di sostituire all'incremento dell'iva a qualche più salutare correttivo che non abbia effetti così gravemente recessivi".
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L'incremento delle aliquote Iva, invece, previsto per ottobre porterà una perdita di consumi cumulata su 4 anni di 38,4 miliardi di euro ai prezzi del 2011. Per evitare "effetti gravementi recessivi" e scongiurare l'aumento dell'iva, Confcommercio invita il governo a esercitare la delega fiscale e a contenere la spesa pubblica.
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Confcommercio chiede "con urgenza l'intrapresa di azioni di contenimento della spesa pubblica e dell'esercizio della delega fiscale al fine di sostituire all'incremento dell'iva a qualche più salutare correttivo che non abbia effetti così gravemente recessivi".
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