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Normale dialettica


Mancano tre giorni al 14, per il signor B. è stato ieri un venerdì agrodolce. Dolce, perché la Consulta ha deciso di far slittare a gennaio la sentenza sul legittimo impedimento - quella che teme più di tutte, in questi giorni incerti - con la seguente assolutamente inedita motivazione: «Vista la concomitanza con il voto di fiducia». Tanta tensione nella stanza accanto, difatti, potrebbe turbare gli animi dei giudici. Lo chiameremo legittimo slittamento, d'ora in poi. Farà giurisprudenza. Agro, perché i due fascicoli aperti a Roma, in Procura, per indagare sulla squallida compravendita di parlamentari (una conseguenza diretta del sistema elettorale: sono 'nominati' dai vertici e non scelti dai cittadini, dunque ricattabili da chi offre loro un seggio o favori equivalenti) hanno destato preoccupazione vivissima tra i mercanti. La ragione è chiara: se uno deve vendersi in cambio, poniamo, di un vitalizio di una ricandidatura o persino della somma che serve ad estinguere un mutuo, può provare vergogna, se ha dignità, ma anche no. Se però deve finire in tribunale, non avendo scudi né alfani a proteggerlo, magari ci ripensa. La dignità è una cosa, la galera un'altra. Dunque panico a casa Cicchitto: vuoi vedere che gli 'incerti' - quelli per cui suona il martelletto dell'asta ancora aperta - si spaventano e fanno marcia indietro? Ecco quindi cos'hanno pensato di fare, gli astutissimi portadenari del magnate: hanno pensato di scrivere una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché intervenga «a tutela della normale dialettica parlamentare». Ci vuole una faccia di bronzo mica male a chiamare «normale dialettica parlamentare» questo suk. Bisogna aver fatto della prostituzione il proprio sistema di pensiero, come l'ideologo Lele Mora sostiene: il sistema è questo, dice mentre fa la spola portando la merce a Palazzo. Hanno messo in mezzo persino Alfano, che avrebbe in teoria il compito di amministrare la Giustizia, per tranquillizzare i comprati e venduti: state sereni, non possono farvi niente.

Va così. Sono ore in cui nel resto del mondo si assegna il Nobel a una sedia vuota, Sakineh viene "liberata" solo per girare un film da mandare in tv. Le notizie esistono se vanno in onda, la vita è in tv. Il caso del giorno è che Belen non farà più lo spot dei cellulari. Poveretta. E' solo e sempre una questione di soldi. Poi c'è la piazza, però. La piazza per dire che non tutti hanno un prezzo, che non «vali solo se costi» e difatti guarda, ti pagano. Vali per quello in cui credi. Non hanno argomenti contro chi dice difendo le mie idee: non sanno cosa rispondere. Una piazza di gente pulita, che chiede prima di tutto il ripristino della legalità: di regole che valgano per tutti e non importa quanto hai gonfio il portafogli. Di gente che non ne può più degli imbroglioni e dei bugiardi, che vorrebbe si ricominciasse a parlare delle cose della vita: quelle che riguardano tutti. Per fare piazza pulita di un sistema che sarà il vostro, non è il nostro. Ci vorrà tempo, lo abbiamo detto sempre. Magari non sarà domani e forse a forza di pagare neppure martedì, non importa. Per arrivare alla meta si passa da qui. Ci vediamo a San Giovanni.

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Fonte: Unita.it

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