ROMA - Non sarà più necessaria l’autorizzazione delle Camere per le intercettazioni indirette di parlamentari. La commissione Giustizia della Camera ha infatti approvato all’unanimità un emendamento dell’Udc che sopprime la norma inserita nel ddl intercettazioni al Senato con la quale si estendeva la necessità dell’autorizzazione della Camera di appartenenza anche nel caso in cui le intercettazioni dovessero essere eseguite nei confronti di soggetti diversi dai parlamentari se, da qualsiasi atto di indagine, fosse emerso che tali operazioni fossero finalizzate ad accedere alla sfera di comunicazione del parlamentare. «È un segnale anti-casta», ha commentato il deputato Udc Roberto Rao. «Si tolgono i privilegi di cui si parlava in questa legge, è un atteggiamento serio del governo e della maggioranza». Per la capogruppo del Pd in commissione, Donatella Ferranti, è «un importante riconoscimento da parte del governo di avere introdotto solo un privilegio per i parlamentari».
PUBBLICAZIONE - Inoltre la commissione Giustizia della Camera ha approvato l'emendamento presentato dal governo al disegno di legge sulle intercettazioni. La proposta di modifica prevede sostanzialmente la possibilità di pubblicare le intercettazioni rilevanti ai fini delle indagini. A favore della proposta di modifica ha votato la maggioranza insieme ai rappresentanti di Pd e Udc. Solo l’Italia dei valori ha votato contro. «Rispetto al precedente testo», ha spiegato Rao, «è comunque una riduzione del danno e comunque c’è la fissazione fondamentale del termine entro il quale celebrare l’udienza filtro».
Fonte: Corriere.it
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