ROMA - Torna a farsi altissima la tensione tra il mondo della cultura e il ministro Sandro Bondi. Ad attaccare con forza, con una nota ufficiale, è il movimento Centoautori, che raduna le tante personalità del cinema preoccupate per i tagli al settore e l'assenza di una politica sul tema: nel comunicato vengono chieste senza mezzi termini le dimissioni dell'esponente del governo. Con tanto di appello al mondo politico affinché venga sfiduciato in Parlamento.
Nel comunicato, si sottolinea come "nelle ore in cui il Consiglio dei ministri decide le sorti del tax credit e tax shelter, non possiamo fare a meno di rilevare ancora una volta l'inadeguatezza e la contraddittorietà del comportamento del ministro Bondi nel tutelare le prerogative di un settore strategico come il cinema". Infatti, dopo "avere per mesi aggredito il cinema italiano - e dopo aver nonostante questo garantito il rinnovo del finanziamento del tax credit e del tax shelter - nel momento in cui è stato clamorosamente smentito dal suo governo, il ministro si è visto costretto a pietire l'appoggio di quelle categorie con le quali aveva sempre rifiutato di confrontarsi". Consegfuenza: "Ci vediamo confermati nella convinzione che il ministro non sia persona all'altezza del suo incarico e ribadiamo la nostra richiesta di dimissioni, invitando il Parlamento a presentare una mozione di sfiducia personale".
Ma Bondi non è l'unico obiettivo polemico. Nel mirino finisce anche Giampaolo Letta, amministratore delegato della berlusconiana Medusa. Oggetto delle critiche, le dichiarazioni rilasciate l'altro ieri dallo stesso Letta, secondo cui gli autori non sono titolati a difendere il tax shelter, come invece gli imprenditori del settore. "E' con una certa sorpresa quindi - incalza il comunicato di oggi - che gli autori apprendono di non essere parte del settore cinema e anzi di essere considerati (senza distinzioni) dei parassiti non solo da alcuni ministri di questo governo ma dai nostri stessi produttori".
Questa la posizione espressa dal movimento. A cui replica a stretto giro Bondi: "E' singolare che chiedano le mie dimissioni, e invochino addirittura la presentazione di una mozione di sfiducia del Parlamento nei miei confronti, nel momento stesso in cui mi sto impegnando per garantire l'approvazione di un decreto che preveda il rifinanziamento delle misure fiscali a favore del cinema e nuove norme più trasparenti per assegnare i contributi alle istituzioni culturali. E' anche questo un segno dei tempi". Uno scontro destinato a restare aperto.
Fonte: repubblica.it
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Bondi è o chiù scem e tutta a cumpagnia : Lo sorpassa solo bossi e la trota !!!