"Anche se questi bambini sono nati in Italia è sbagliato considerarli non stranieri. Non è solo un fatto anagrafico, ma una questione culturale". Lo ha dichiarato l'assessore alla scuola di Roma Laura Marsilio durante la sua visita alla scuola elementare ex Pisacane. Una 'uscita' poco felice, da cui ha preso subito le distanze il sindaco Gianni Alemanno, correggendo il tiro: "L'assessore si è espressa male in chiave istituzionale e legislativa. Sappiamo che in Italia non esiste il diritto di cittadinanza in base alla nascita - ha detto - voglio dire con chiarezza che tutti i bambini che nascono qui sono un patrimonio per questa città, e quindi non mi sento di definirli stranieri".
L'assessore stamattina era arrivata nella scuola multietnica dove un'intera classe (LEGGI) è formata di soli stranieri (FOTO). "E' bene che questi bambini possano convivere con quelli di origine italiana - ha sottolineato Marsilio - si favorisce un sentimento di appartenenza. Altrimenti c'è una idea sbagliata di integrazione, ed è grave pensarla così. E' aberrante l'istituzione di un plesso con soli stranieri: integrazione significa scambio e non isolamento".
Le reazioni: "L'assessore si dimetta" - L'affermazione dell'assessore comunale ha suscitato immediate reazioni. Fortemente negative quelle della deputata Pd, Ileana Argentin: "Sono gravissime le parole dell'assessore Marsilio. La gravità di quanto ha detto si comprende se pensiamo alla violenza psicologica fatta nei confronti dei figli di stranieri che alla Pisacane, dopo averla ascoltata, si saranno chiesti se mai saranno cittadini italiani". Argentin ha anche chiesto la revoca delle deleghe di Marsilio. Ancora più duro il consigliere comunale del Pd, Paolo Masini: "Chiedo che il sindaco venga immediatamente in aula a riferire quali siano le linee pedagogiche dell'amministrazione in particolare sui temi dell'integrazione. Dopo due anni di continuo 'sbullonamento' della comunità romana, di annientamento dei progetti di integrazione, ecco la ciliegina finale dove traspare il vero pensiero di questi signori". Jean-Leonard Touadi, parlamentare Pd considera le parole della Marsilio buone a mostrare "il vero volto di una destra che nessuna cura di Fiuggi è riuscita a cambiare. E' la destra del 'sangue' e della 'razza' così lontana da un'idea moderna di cittadinanza. I bambini nati in Italia sono stranieri solo per coloro che pervicacemente chiudono l'orizzonte a un inevitabile futuro di mescolanza che appartiene, tra l'altro, alla storia migliore di questa città aperta per vocazione al mondo".
Il Pdl: "Nato in ITaia non vuol dire cittadino italiano" - Di parere opposto i consiglieri Pdl dei Municipio VI Maurizio Politi, Daniele Rinaldi e Flavia Siviero, che hanno espresso la loro "piena sintonia" con le dichiarazioni di Marsilio: "Il semplice fatto che un bambino sia nato in Italia, come ha spiegato anche l'assessore, non significa che possa essere considerato cittadino italiano, perché il problema non può essere esclusivamente il riconoscimento formale della cittadinanza, ma prioritaria deve essere sempre l'interiorizzazione dei valori e dei principi e che sono alla base della Costituzione e delle leggi, che inoltre subordinano l'acquisizione della cittadinanza nel nostro Paese, a un periodo di residenza continuativa e al compimento del diciottesimo anno di età, anche per chi è nato sul suolo italiano".
Fonte: Corriere.it
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