È l'ora della verità, pazienza se è agosto. E' l'ora in cui fiumi di parole dette e scritte nei mesi, supposizioni e illazioni, scenari futuribili e prudenze, fughe in avanti e cambi di casacca, stracci fra alleati, antiche dispute e nuovi rancori trovano finalmente il loro naturale terreno di gioco: la prova dei fatti. Parlo del centrosinistra e dell'opposizione a questo governo - di centro, di sinistra - perchè di quel succedaneo di centrodestra che sotto la guida di un losco comitato d'affari ha fatto i suoi interessi anzichè governare il Paese siamo stanchi di parlare, tutto quel che dovevamo dire è già stato detto compresa la strategia di Tremonti che mettemmo in copertina mesi fa come presidente del consiglio in pectore, il prossimo, lì a scaldarsi a bordo campo con gli amici della Lega, quelli del dito medio, gli azionisti di controllo. Ora che Berlusconi è ostaggio della Lega a causa, come spesso capita nelle crisi di governo, di un errore di calcolo degli addetti al pallottoliere (come trenta? non avevate detto che erano dieci gli uomini di Fini?), ora che il medesimo Fini, con una certa lentezza di reazione, avverte l'incompatibilità morale dell'alleato dell'ultimo quindicennio, ora che il dilemma è se andare a votare subito o fa un po', se fare un governo di transizione per cambiare la legge elettorale e in questo caso con chi, e a chi affidarne la guida. Ecco: ora è il momento della verità per i tanti candidati a formare e/o guidare una coalizione alternativa (meglio di centrosinistra, se di alternativa deve trattarsi), dove la domanda è: volete veramente chiudere la stagione di Berlusconi e dei suoi faccendieri o volete invece prendervi la vostra rivincita, misurare chi conta di più, eliminarvi a vicenda, dimostrare chi è più furbo, cavalcare gli umori e i risentimenti di popolo, sfidarli invece in nome della ragion di Stato comunque sempre e solo dentro la logica del proprio personale (di corrente, di partito) tornaconto?
Fin dai primi istanti di questa tanto attesa e annunciata crisi del sistema di potere berlusconiano - avvenuta per implosione, non per forza di opposizione - si sono ridelineati nella nebbia i profili delle "due sinistre": quella degli strateghi che lavorano a progetti di lungo momento se necessario anche dialogando con l'avversario - detta dall'altra, con disprezzo, la sinistra dell'inciucio - e quella dei moralizzatori adorati dalle piazze esauste di giochi di palazzo, gli antiberlusconiani per autodefinizione più duri e più puri - detta dall'altra, con medesimo disprezzo, sinistra radicale o populista o qualunquista a seconda del leader di riferimento. Abbiamo detto sin qui - tutti l'hanno detto - che siamo ad un passaggio cruciale della democrazia, obiettivamente indebolita dai colpi del Cavaliere che, del resto, non abbandonerà la scena facilmente. Oggi Rosi Bindi parla di possibili "alleanze innaturali" per salvare quel che c'è da salvare del Paese in uno spirito da Cln. Benissimo. E' dunque il momento di giocare allo scoperto e di contare, possibilmente senza far errori, chi gioca la partita per il bene del Paese, dalla stessa metà campo, e chi gioca in proprio la sua: per vedere caso mai chi dovesse prendere più voti alle elezioni, per conservare posizioni di potere o studiarne di nuove, per scalzare il vicino. Insomma: a saper guardare è l'ora in cui sarà finalmente chiaro chi fa il gioco di Berlusconi e a chi Berlusconi fa gioco. Servono gli altri.
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