MILANO - Il governo non scricchiola sotto i colpi dello strappo tra il Pdl e i finiani. Ma, anzi, negli ultimi giorni ha rafforzato il proprio profilo riformatore. È questo il senso del pensiero di Silvio Berlusconi. Il premier affida a una nota la replica a quanti gli chiedono conto dello stato di salute dell'esecutivo. Nell'ultima settimana, scrive il Cavaliere, sono stati approvati «quattro provvedimenti contro tante chiacchiere». Quindi l'elenco delle riforme che hanno avuto il via libera negli ultimi sette giorni: la manovra economica, il provvedimento che riguarda l'università, il ddl «innovativo e liberale» in materia cinematografica e, infine, il nuovo codice della strada.
CASINI E RUTELLI - Malgrado le rassicurazioni del presidente del Consiglio, i numeri preoccupano, però, in queste ore l'esecutivo. Lo strappo tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini ha infatti spinto deputati e senatori vicini al presidente della Camera a creare nuovi gruppi sia a Palazzo Madama che a Montecitorio. Il governo è appeso a pochi voti. E non può di certo contare su un eventuale appoggio dell'Udc di Pier Ferdinando Casini e dell'Api di Francesco Rutelli. «Non sono disposto ad entrare né ad aiutare: resto fedele al ruolo e all’impegno che ci hanno dato i nostri elettori che è quello di essere all’opposizione di questo governo - ha spiegato il leader dell'Udc intervistato dal Tg2 -. Ho invece detto in ogni sede, in quelle pubbliche come nelle cene private che siamo pronti ad impegnarci per un nuovo governo di responsabilità nazionale che affronti insieme i grandi problemi che il nostro Paese ha davanti e finalmente realizzi le riforme necessarie». Casini specifica di non essere interessato ad un governo «che tira a campare, quando si arriva con cento deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri, vuol dire che siamo alla frutta. Così si campicchia, e noi non possiamo permettercelo», attacca. Gli fa eco il leader dell'Api Rutelli: «Nessuno pensi di spendere il nome di un movimento politico che è nato in modo coraggioso, nuotando controcorrente per operazioni balneari. Detto in cinque parole, non c'è trippa per gatti».
INCONTRI A PALAZZO GRAZIOLI - Da Berlusconi nessun commento a riguardo. Il premier, che ha trascorso la mattinata e il primo pomeriggio a Palazzo Grazioli, ha incontrato prima Anna Maria Bernini, vice portavoce del Pdl e possibile futura vice del del nuovo ministro dello Sviluppo. Poi, all’ora di pranzo, Berlusconi ha incontrato il Guardasigilli Angelino Alfano, che in mattinata era stato al Quirinale per la cerimonia di passaggio di consegne fra il Csm uscente e quello appena eletto.
IPOTESI DI VOTO ANTICIPATO - Nel Pdl, intanto, sono in molti a temere un voltafaccia dei finiani in Parlamento. Che potrebbe già verificarsi la prossima settimana, stando a quanto riferito dal neo deputato Fli Benedetto Della Vedova. «Consideriamo la mozione di sfiducia delle opposizioni al sottosegretario Caliendo presentata alla Camera il banco di prova per la maggioranza di governo» ha spiegato. Le decisioni di Silvio Berlusconi sul futuro del governo, fa sapere Fabrizio Cicchitto, dipenderanno proprio dal comportamento in Parlamento dei nuovi gruppi di Futuro e libertà per l'Italia. Alla prima defezione dei finiani dalla maggioranza, è l'avvertimento di Cicchitto, la richiesta del Pdl sarà quella di un immediato ritorno alle urne. «Vedremo ora come si comporteranno in Parlamento - dice l'esponente del Pdl a Sky Tg24- questi nuovi gruppi nati da parlamentari eletti con la maggioranza. Di certo né il presidente del Consiglio Berlusconi éè il Pdl sono disponibili a farsi cuocere a fuoco lento facendosi condizionare di volta in volta su ogni provvedimento. Se così fosse, si dovrebbe subito tornare a votare». Cicchitto, inoltre, invita a considerare «aperta, anzi ancora molto aperta, la partita sui numeri» su cui potrà contare in Parlamento tanto il nuovo gruppo finiano come il Pdl. «Ho motivo di ritenere - afferma - che nessuno, nemmeno noi, abbia già messo in campo tutta l’effettiva propria consistenza in modo da poter misurare i rapporti di forza».
LOMBARDO - Al Pdl impegnato nella battaglia dei numeri arriva, nel frattempo, un avvertimento dal presidente della Regione siciliana che è anche leader del Mpa Raffaele Lombardo. «D'ora in poi vogliamo vedere, atto per atto, cosa portiamo a casa. È un fatto che quasi nulla è stato realizzato del programma per il sud sottoscritto alla vigilia delle elezioni. E noi non intendiamo votare contro gli interessi dei nostri elettori».
Fonte: Corriere.it
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Guai a casini se cede dalle sue posizioni questo per noi u.d.c.è e rimane un banco di prova contro lo strafottente potere berlusconiano
che poco à a che fare con il popolo italiano rammento al presidente del parlamento che i voti che il premier a accumulato nel 2008 pari a 32% non significa tutto il popolo italiano e con lui,una sola parte e comunque poco credibile,poiché esiste la rimanenza che supera caldamente
il 56% nei confronti del 32% se questo è,allora il premier dovrà farsi carico ad affrontare le sue dimissioni o sfiducia.
il resto e nulla è la stessa cosa,nessuno da entrambe le parti può dire che il popolo italiano e con noi sovrano,non potete dirlo perché i numeri non li avete ne gli uni e ne gli altri.