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Piccole censure quotidiane. 'Non c'è ottimismo' Stop alla Hunziker e alla Bongiorno

ROMA - «Tagliare una rubrica senza avvisarne le titolari è una mancanza di stile, ma ciò che ci lascia sgomente e ci offende profondamente è la ricostruzione dell'accaduto fornita dal direttore di Chi: ricostruzione che contrasta con i fatti e le dichiarazioni dei suoi collaboratori». È gelida la nota diffusa da Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker, dopo la decisione di Alfonso Signorini di fare a meno della pagina intitolata "Doppia Difesa" (come la fondazione omonima).

LA RICOSTRUZIONE - La presentatrice tv e la presidente della commissione Giustizia della Camera ricostruiscono la vicenda punto per punto. «Il 18 giugno come di consueto, è stata inviata via e-mail la rubrica della fondazione Doppia Difesa alla redazione di Chi: il tema era un caso di discriminazione razziale che aveva per protagonista una giovane immigrata del Camerun (la mail, con la prova dell'avvenuto invio, è nel nostro archivio). Questa rubrica non è mai stata pubblicata, ma nessuno ce ne ha dato avviso preventivamente. Ci siamo accorte della mancata pubblicazione, con grande stupore, giovedì 24 giugno, quando abbiamo aperto il nuovo numero di Chi». Una collaboratrice dello studio Bongiorno e di Doppia Difesa, l'avvocato Maria Chiara Parmiggiani, «pensando a un disguido, ha subito telefonato al vice caporedattore Daniele Antonietti - suo interlocutore abituale per la rubrica - e ha chiesto spiegazioni: le è stato detto che avrebbe dovuto chiederle al direttore Alfonso Signorini o al vicedirettore Massimo Borgnis». L'avvocato Parmiggiani, prosegue il racconto, «ha cercato immediatamente di mettersi in contatto con il dottor Borgnis, ma la sua segreteria le ha risposto che era impegnato e che l'avrebbe richiamata appena possibile. Venerdì 25 giugno, Borgnis ha comunicato all'avvocato Parmiggiani che: a) la rubrica era stata soppressa (non si era trattato dunque di un disguido relativo soltanto al numero in questione); b) non si era trattato di una decisione del direttore, bensì di una «scelta editoriale»: dai sondaggi è infatti emerso che la rubrica di Doppia Difesa era quella meno in linea con lo «spirito ottimistico e speranzoso del giornale».

NESSUN AVVISO - A questo punto, l’avvocato gli ha fatto notare che, in ogni caso, «sarebbe stato doveroso da parte della redazione avvisare in anticipo l'avvocato Bongiorno e la signora Hunziker». Prosegue il comunicato: «Il dottor Borgnis si è scusato e ha chiesto di parlare con l’avvocato Bongiorno per spiegarle le ragioni della mancata comunicazione, che a suo avviso era da attribuire a un difetto di coordinazione. Quindi è evidente che abbiamo già ricevuto le scuse di Chi per un fatto che oggi è negato dal dottor Signorini. Noi non abbiamo fatto deduzioni né illazioni sulle ragioni della scelta dell’editore (come, in passato, nulla avevamo obiettato quando si è scelto di non pubblicare alcune rubriche). Per il resto, ci limitiamo a osservare - concludono Bongiorno e Hunziker - che non era necessario attendere tre anni, tanto meno fare un sondaggio, per scoprire che una rubrica che affronta il tema delle violenze, delle discriminazioni e degli abusi non è allegra. Siamo comunque orgogliose del fatto che decine di testate si siano già dette pronte a ospitare questa rubrica».

Fonte: Corriere.it

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