
Garimberti ha anche spiegato che "va necessariamente chiarito, per sgombrare il campo da ogni possibile interpretazione equivoca e malevola, che il presidente non ha aziendalmente il potere di prendere da solo le decisioni che riguardano Annozero, Michele Santoro o le sue vertenze con la Rai. E questo Michele lo sa bene. Come sa bene che io non lo costringerei mai, contro la sua volontà, a fare ora e per sempre Annozero".
"Mi sia permesso fare una domanda - ha proseguito il presidente della Rai - perché, prima di avviare con la direzione generale una trattativa per la sua uscita, non è venuto da me a chiedermi se volevo Annozero in onda? Se lo avesse fatto prima, gli avrei risposto esattamente come quei consiglieri con cui si è consultato: 'Non è il momento di interromperlo".
"Ho il massimo rispetto per il suo diritto a essere artefice del proprio destino, anche se, in un momento di grave crisi, a differenza di tanti altri, ha la fortuna di poter scegliere tra due opzioni egualmente remunerative. Perché allora - ha concluso Garimberti - oggi chiede nuovamente, dopo averlo fatto già in diretta durante Annozero, una risposta che gli avevo già dato personalmente e pubblicamente? Gli avevo detto: 'ti aiuterò' se hai voglia di fare altro, ma difenderò sempre il tuo diritto a fare Annozero".
Nella nota diffusa dopo la dichiarazione del presidente della Rai, Santoro puntualizza che "il Presidente è stato informato meticolosamente e passo per passo degli sviluppi che riguardavano la vicenda". "Comunque egli la pensi a riguardo avevo chiesto che si pronunciasse con chiarezza e adesso lo ha fatto. Le chiacchiere stanno a Zero. Anzi ad Annozero. Perciò spenga pure il cerino e accenda la tv. Torniamo a settembre", conclude il conduttore.
Fonte: repubblica.it
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