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Legittimo impedimento, i pm di Milano pronti a ricorrere alla Consulta

MILANO - Bocche cucite in Procura a Milano dopo la firma da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla legge sul legittimo impedimento del premier e dei ministri, che Silvio Berlusconi e i componenti del governo potranno invocare per non presenziare ai processi in cui sono imputati, e quindi ottenere il rinvio delle udienze. Ma i pm del capoluogo lombardo sembrerebbero orientati a sollevare eccezione di costituzionalità chiedendo che gli atti dei processi al presidente del consiglio Silvio Berlusconi siano inviati alla Corte Costituzionale per decidere se la norma contrasta con la Carta. Secondo quanto è trapelato, infatti, qualcuno al quarto piano del Palazzo di Giustizia sta già studiando in modo approfondito la nuova norma. Profili di incostituzionalità potrebbero anche essere posti all'attenzione dei collegi che stanno celebrando i due processi, quello per la compravendita dei diritti tv Mediaset e quello sulla vicenda Mills, in cui il premier Berlusconi è imputato. I pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro hanno concordato da tempo la linea da seguire in diversi incontri avuti con il capo della procura Manlio Minale. Il canovaccio del ricorso alla Consulta sarebbe più o meno quello tracciato dal docente della Sapienza, Alessandro Pace, costituzionalista di fiducia della procura di Milano (caso Abu Omar), in un lungo articolo pubblicato da Repubblica l’8 febbraio scorso.

APPUNTAMENTO IN AULA IL 12 APRILE - Il primo appuntamento in aula è per i diritti tv di Mediaset lunedì prossimo 12 aprile quando tra l’altro il premier, secondo quanto anunciato da tempo dai suoi legali dovrebbe essere in viaggio a Washington. Berlusconi è imputato solo di frode fiscale, dopo che il falso in bilancio e l’appropriazione indebita erano stati dichairati prescritti. Il secondo appuntamento è per il 16 aprile, processo per la presunta corruzione di David Mills, quando è in programma la deposizione della consulente della procura, Gabriella Chersicla.

I MOTIVI - Diversi sarebbero i motivi di incostituzionalità alla base dell'orientamento della procura di Milano. Punto primo, il provvedimento approvato dal Parlamento omette lo specifico accertamento di fatto da parte dei giudici quando si fa istanza di legittimo impedimento che per essere accolto dove essere «assoluto». La norma prevede per reati comuni una prerogativa di cui lo stesso premier non potrebbe godere per reati eventualmente da lui compiuti nell’esercizio delle sue funzioni di governo. Poi, solo una legge di rango costituzionale e non ordinaria potrebbe prevedere una presunzione assoluta di legittimo impedimento per il premier e per i ministri. Il bilanciamento tra due poteri, la politica e la funzione giurisdizionale non può essere effettuata una volta per tutte dal legislatore ordinario facendo prevalere un potere sull’altro. E invece secondo la procura può provvedere solo il magistrato competente. Infine con la legge sul legittimo impedimento il legislatore ammette che poi bisognerà fare una legge di rango costituzionale, anticipata per adesso con una norma ponte di tipo ordinario.

E ciò sarebbe incostituzionale. Nel processo in cui il premier è accusato di frode fiscale durante un colloquio voluto dai giudici con le parti, i pm avevano preannunciato ai legali di Berlusconi, che davano ormai per cosa fatta il decreto, l’eccezione di costituzionalità. Infine sta per arrivare il terzo fronte. In questi giorni i pm chiederanno il rinvio a giudizio di Berlusconi, del figlio Piersilvio, di Fedele Confalonieri e di altre 9 persone per la vicenda legata a Mediatrade, società Mediaset al 100 per cento. L’avviso di conlusione delle indagini è di metà gennaio. La richiesta di rinvio a giudizio è pronta da tempo ma era stata posticipata per ragioni di opportunità legate alla campagna elettorale. L’udienza preliminare dovrebbe essere comunque celebrata prima dell’estate davanti al giudice Marina Zelante.

Fonte: Corriere.it
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