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Caccia agli evasori grazie al bancario pentito nel mirino dei magistrati 10mila conti svizzeri


Diecimila conti correnti svizzeri nel mirino della magistratura italiana per sospetta evasione fiscale. Sono contenuti nella lista di dati sottratti al colosso bancario Hsbc dall'ex dipendente Hervè Falciani e in possesso del procuratore di Nizza Eric de Montgolfier. Il magistrato francese ha annunciato di voler soddisfare la rogatoria avanzata dalla Procura di Torino, interessata ad andare a fondo per verificare eventuali profili di reato. E, secondo le previsioni, entro 20 giorni la lista sarà a Torino.

"Ho appreso che la Procura di Torino ha avanzato una richiesta di rogatoria" in merito agli italiani sospettati di evasione fiscale, presenti nella lista di nomi sottratta da Hervè Falciani alla divisione svizzera di Hsbc. La richiesta "sarà soddisfatta", spiega il magistrato francese. "Ci sono più di 180 paesi interessati e circa 127.000 conti correnti. Effettivamente ci sono italiani, alcune migliaia di correntisti italiani", conferma il procuratore di Nizza.

Per quanto riguarda la tempistica dell'indagine in corso, de Montgolfier non si sbilancia: "Per quanto riguarda la parte francese siamo a buon punto. Per quanto riguarda quella italiana, non saprei, anche perché credo che le autorità italiane non sono interessate alle stesse cose e che i giudici torinesi siano interessati ad eventuali profili di evasione fiscale. E questo richiede un po' più di tempo".

Il Procuratore, negli ultimi due mesi, ha intensificato le sue indagini nell'inchiesta sull'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro che nasce dai dati ottenuti consultando la lista di nomi sottratta dall'ex dipendente della filiale svizzera del colosso bancario Hsbc, Hervè Falciani. De Montgolfier sarebbe ormai giunto a stringere il cerchio sulle posizioni più significative, delineando un metodo che sarebbe comune anche a migliaia di altre operazioni effettuate da residenti in altri paesi, inclusa l'Italia.

Questo, anche grazie alla collaborazione dello stesso ex bancario che, trasferitosi in Francia, sta contribuendo a decifrare i dati sottratti e sequestrati dalle autorità francesi, dopo la denuncia depositata dalla stessa Hsbc. Il tecnico informatico, doppia nazionalità francese e italiana, nel periodo in cui lavorava per la banca è riuscito a mettere le mani sui dati di 127.000 conti correnti dell'istituto.

L'apertura dell'inchiesta, a Nizza, deriva dalla convinzione che diverse persone che risiedono nella regione abbiano aperto conti nella filiale svizzera di Hsbc, a Ginevra, per riciclare denaro sporco. All'emittente televisiva France 2, l'ex collaboratore italo-francese ha spiegato di aver agito per questioni morali, dopo aver scoperto che il sistema applicato dalla banca permetteva di aggirare tasse, prelievi e tassa sul valore aggiunto.

Al contrario, il sospetto che si è diffuso, alimentato anche dal risentimento delle autorità e dei mass media svizzeri, è che Falciani abbia operato il furto con l'intenzione di rivendere le informazioni ottenute agli Stati dei correntisti coinvolti. E, per la stessa ragione, sono scoppiate polemiche anche in Francia. Il quotidiano Le Parisien ha sollevato il dubbio che le autorità francesi possano aver utilizzato vie non legali, come l'acquisto dei dati, pur di perseguire l'obiettivo di scovare gli evasori. Dal governo francese è arrivata l'assicurazione che i dati utilizzati, provenienti da diverse fonti, "sono tutti legali".

Non solo. La questione ha reso tesi i rapporti fra Francia e Svizzera. Parigi aveva avanzato la proposta di inserire la Confederazione nella "lista nera" francese degli Stati dei paradisi fiscali non cooperativi. Il Senato, su esplicita richiesta del ministro del bilancio Eric Woerth, ha poi deciso di ritirare la proposta.

Dall'altra parte, il Dipartimento federale delle finanze (DFF) elvetico che ha deciso di sospendere la ratifica della Convenzione di doppia imposizione con la Francia. Il governo transalpino, che ha continuato e continuerà ad utilizzare i dati in suo possesso, ha comunque accettato di trasmettere le liste alla giustizia svizzera.

Fonte: Repubblica.it
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