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Lista Sgarbi riamessa: l'ex sindaco: "Fascismo non rinviare il voto" Centro-destra spaccato


ROMA - "La lista Sgarbi ha certamente diritto di poter approfittare di altri giorni di campagna elettorale ed è giusto che si rispetti questo diritto" . Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi. La rete Liberal-Sgarbi, dopo la riammissione da parte del Tar del Lazio, ha presentato proprio oggi il ricorso per far slittare il voto nella Regione.

"Se bocciano il nostro ricorso vedremo cosa fare, ma sicuramente ne faremo delle belle", ha detto Vittorio Sgarbi durante la conferenza stampa. Per i legali di Sgarbi ci sarebbe il rischio di "annullamento delle elezioni". Per l'avvocato Diego Volpe Pasini "il decreto è impugnabile e si può richiedere la ripetizione delle elezioni. Nel caso di bocciatura siamo pronti a ricorrere al Tar e al Consiglio di Stato per chiedere di ripetere le elezioni".

"Il Tar ha messo 20 giorni per contare 2.170 certificati, pretendo che quei giorni mi vengano restituiti. Altrimenti è fascismo, è regime", ha esordito il leader della Rete liberal Sgarbi, riammessa alla competizione delle regionali per la provincia di roma, in una conferenza stampa nella quale spiega la sua richiesta di rinvio del voto nel lazio. Istanza sulla quale, sottolinea Sgarbi, "Berlusconi è d'accordo". "Io voglio la par condicio della campagna elettorale perché fino a ieri l'altro non potevo nemmeno dire di essere candidato - ha incalzato Sgarbi - Gli altri hanno avuto quattro settimane per spiegare le proprie ragioni e programmi e io ne avrei solo una. Il minimo garantito devono darmelo, se dicono di no è regime". "Chiedere di spostare le elezioni a questo punto è un mio diritto. È chiaro che Sgarbi arriva e rompe i c... - ha aggiunto - In noi Berlusconi ha visto la zattera della libertà e stamane mi ha detto 'vai' anche se la parte forte del partito non era d'accordo come mi ha detto Verdini".


Il critico d'arte poi ha avuto parole durissime per tutti, da Casini a Scalfari. "Casini è uno che si fa i c... suoi, il trans vero è Casini in base al ragionamento che l'amante ideale è quella che cambia sempre posizione". Secondo Sgarbi proprio la sua lista è l'unica nella quale, nel Lazio, "Berlusconi si rispecchia perché le altre liste presenti (dopo l'esclusione dalla provincia di Roma di quella del Pdl, ndr) sono Mastella e il nome stesso dice chi è, Pionati che è etereo e Casini che è antagonista di Berlusconi e si fa i c...suoi".

"Io il servo di Berlusconi non lo faccio, mi faccio i c... miei - ha aggiunto Sgarbi - poi può succedere di essere sulla stessa posizione ma è lui che impara da me, che si riflette in me", ha sottolineato il leader della lista Rete liberal Sgarbi, illustrando la sua ferma intenzione di chiedere "par condicio di campagna elettorale" dopo che la sua lista è stata riammessa nel Lazio alla competizione per le Regionali.

"Stamattina ho visto Berlusconi, ero convinto che mi dicesse ritira la lista, invece ha sorriso e mi ha detto 'hai ragione'. Sono quei delinquenti e fascisti - ha attaccato - che dicono che se De Benedetti e Scalfari sono d'accordo significa che hanno le stesse idee e se, invece, io lo sono con Berlusconi sono suo servo".

Il critico d'arte ha tuonato contro i giudici del Tar "ignoranti come le capre" che "ci hanno messo venti giorni a contare le 2.117 Firme che abbiamo presentato. Un conteggio - ha detto - che una mia valida collaboratrice archeologa ha fatto in venti minuti". Ecco, ha continuato, "io voglio qelle due settimane di campagna elettorale che mi sono state negate e che sono iniziate quando è stato imposto il silenzio a Floris, Santoro e Vespa. E' una richiesta minima di par condicio della comunicazione. Se qualcuno mi dice di no li prendo a calci in culo, faccio più di quello che Di Pietro ha chiesto per Minzolini".

D'accordo con il rinvio anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. "Penso che quindici giorni di ulteriore campagna elettorale, parlando dei problemi dei cittadini e non delle liste e delle polemiche, siano molto utili". Ma la candidata del Popolo delle libertà Renata Polverini si smarca. "Io sono in corsa ormai da tre mesi - dice -, ho incontrato tantissime persone e penso che si debba andare a votare alla data indicata".

Così la pensa anche Francesco Storace, de La Destra, secondo il quale "la lista Sgarbi era già stata ammessa in tre province su cinque, al punto che è stata invitata alle Tribune regionali Rai. Stiamo parlando di un rinvio che non ha alcun fondamento. Del resto, alle Politiche non si rinviano le elezioni se una lista viene riammessa in una circoscrizione. A noi, ad esempio, capitò in Abruzzo, mica avemmo il diritto di far spostare le elezioni in tutta Italia...".

"La risposta spetta alla Regione Lazio, dopo aver sentito il ministero degli Interni", dice il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli. "E' chiaro - aggiunge Calderoli, a Fermo per un'iniziativa elettorale della Lega Nord - che se una lista è stata ammessa, ha diritto ad avere i tempi ordinari per fare campagna elettorale".

Fonte: Repubblica.it
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