Di Nicola Sorrentino
Napoli. Mentre impazzano le manifestazioni contro il decreto vergogna firmato per salvare le liste di Lombardia e Lazio ad opera di Giorgio Napolitano, Napoli non sta a guardare e anche lei come il resto d'Italia, scende in piazza per far sentire la sua voce. Le voci sono forti ma le coscienze in parte rassegnate. L'Italia ha scritto per l'ennesima volta una pagina terribile della sua storia, maltrattando la democrazia per l'ennesima volta e infischiandosene della Costituzione, facendo prevalere come sempre l'arte del "manganello". Combattere l'illegalità. Questo è l'obbiettivo primario che stanzia da tempo nelle coscienze degli italiani, quelli per bene, quelli che rispettano ancora norme e leggi, regole e tempi di attesa, che si sacrificano in favore di un principio che mette tutti sullo stesso piano. Almeno dovrebbe essere così. Pura utopia. Non esistono regole meno importanti delle altre, anche se molti continuano a sostenerlo, quasi a voler giustificare tutto questo baccano che hanno poi trasformato in protesta e minacce.
Da parte sua, la segreteria regionale del Pd sta ultimando i preparativi che porteranno tutte quelle persone, ancora restie ad arrendersi, a Roma per manifestare contro l'ennesimo schiaffo. Oltre a far crescere il numero di presenze, un altro obbiettivo è quello di rispondere nella stessa campagna elettorale. Mandare a casa chi deve essere mandato a casa, spianando poi la strada a chi lo merita, a chi, chissà come mai rispetta ancora le leggi. Non sono da meno i due candidati alla regione: De Luca da una parte rincara la dose e elimina testualmente la parola complotto per sottolineare l'inettitudine di personaggi che non sono stati capaci neanche di consegnare delle liste nei tempi previsti. A risponderlo è Stefano Caldoro, candidato del PDL, che fa eco a Berlusconi, ai decreti legge improvvisati, alla smania di essere comunque gli ultimi a decidere. Parla di democrazia: "Che democrazia è quella che impedisce la partecipazione al voto per una questione di timbri"? Il decreto rappresenta una giustissima iniziativa del governo, peraltro adottata in piena sintonia con il Capo dello Stato. Bisognerebbe spiegare a Caldoro che non si tratta di qualche timbro mancante, ma di qualche (500) firma mancante, di ritardi evidenti per la consegna delle liste, di altre firme mancanti che segnalavano l'irregolarità dei documenti, di minacce vere e proprie fatte a magistrati, opposizione, capi di Stato e quant'altro.
La Russa tuonava "vorrei essere stato presente alla consegna, dovevano arrestarmi per impedirmi di esercitare il mio diritto personale". Certo è che, se dal Pdl, da Caldoro arrivano lezioni di democrazia, di rispetto delle regole, di consigli su come interessarsi degli interessi primari dei cittadini, siamo noi a chiederci che razza di democrazia è quella che è stanziata nella sua di testa? Questi saldano il loro regime sempre di più e siamo noi quelli che non rispettano la legge? Raggiunto da una telefonata di Berlusconi, piatto forte della sua campagna elettorale, Caldoro ha concluso che "la sinistra ha da sempre discriminato il diritto dei cittadini a partecipare alla vita del Paese". Neanche esistono più i diritti dei cittadini caro onorevole.
Fonte: La Repubblica edizione Napoli 7 Marzo 2010
---
Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
L'arroganza non ha fine e non c'è nessuno che la ferma.
A quando la marcia su Roma?
Gli italioti capiscono solo il manganello. Bene ci faremo delle grasse risate a suon di manganellate.
Sfiga.