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Calabrò: "Il filtro a internet? Legge restrittiva e inefficace"


ROMA - "Un filtro generalizzato su internet da una parte è restrittivo, come nessun paese occidentale ha mai accettato di fare, dall'altra è inefficace perché è un filtro burocratico a priori". E' il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, a ribadire così, all'ADNKRONOS, le sue forti perplessità alla regolamentazione prevista dal decreto Romani in materia di web.

A suo giudizio, la soluzione indicata dallo schema di decreto che recepisce la nuova direttiva europea sull'audiovisivo, che giovedì avrà il parere delle commissioni parlamentari competanti, "è tanto pesante quanto inefficace". Senza contare che "è fuori dal quadro della direttiva e questo - spiega Calabrò - la rende in contrasto con la normativa europea: come tale può far sorgere questioni con la Commissione europea che indubbiamente farebbe dei rilievi su questo" terreno.

"Il problema di internet esiste - ammette - non è un problema che si è inventato Romani, però non è un caso che nessun paese occidentale abbia adottato la soluzione Romani". Secondo il presidente dell'Agcom "un intervento ex post nel caso un sito delinqua è necessario e dovuto, ma un filtro ex ante è non solo una cosa puramente burocratica, poichè non sappiamo se il sito delinquerà o no, ma non tiene neanche conto del fatto che i siti internet sono come la testa dell'Idra, ne chiude uno e se ne apre un altro..". Il problema è di natura globale e infatti "sono in corso colloqui tra Stati Uniti, Giappone e Unione europea per cercare di trovare delle linee di azione concordate", conclude il presidente dell'Autorità.


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