ROMA - "Craxi era un uomo che sapeva decidere" e "con il suo governo, eccezionale già per la sua durata, dal 1983 al 1987, seppe restituire centralità e autorevolezza a Palazzo Chigi": lo ha detto il presidente del Senato Renato Schifani alla commemorazione del leader socialista, nel decimo anniversario della morte, in corso alla Biblioteca del Senato. "Ruppe le gabbie del consociativismo. Il famoso decreto di S. Valentino del 14 febbraio 1984 - ha aggiunto Schifani - aprì la via a una vera politica dei redditi". E ancora: "Gli anni trascorsi ci consentono un giudizio storico più sereno e obiettivo. A ciascuno di noi il compito di riflettere su Craxi e su una stagione drammatica. Per lui non ci furono sconti, ha pagato più di ogni altro colpe che erano dell'intero sistema politico dell'epoca. Fu una vittima sacrificale".
Il numero uno di Palazzo Madama ha pronunciato queste parole nel corso di un evento affollatissimo, alla presenza di tanti personaggi importanti - a cominciare dal premier Silvio Berlusconi. Ci sono i figli Stefania e Bobo, i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti e Gianni Letta, i ministri degli Esteri Franco Frattini, della Cultura Sandro Bondi, della Funzione pubblica Renato Brunetta. E molti altri ex socialisti, come il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto e l'ex ministro Gianni De Michelis. Per il Pd è presente il capo della segreteria politica, Filippo Penati, e la capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro, che ha lasciato il convegno dopo l'intervento di apertura di Schifani.
La biblioteca del Senato non riesce a contenere tutti gli invitati ed è stata allestita un'altra sala al primo piano, mentre i giornalisti stazionano un pò su Piazza della Minerva e un pò negli spazi tra le due sale.
E dopo Schifani ha parlato Stefania Craxi, che ha sottolineato l'importanza del messaggio del presidente della Repubblica: "Restituisce a Craxi i suoi meriti e apre la via ad una pacificazione nazionale, che è un auspicio sia di Napolitano che nostro. I provocatori sono rimasti una minoranza. Mio padre fa parte della storia positiva della nostra Repubblica".
Ma c'è chi ha criticato fortemente l'evento di oggi al Senato. "E' davvero una vergogna la beatificazione di un pregiudicato in una sede istituzionale": così il capogruppo dell'Italia dei valori al Senato, Felice Belisario, ha commentato in una nota la cerimonia
Fonte: Repubblica.it
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Il numero uno di Palazzo Madama ha pronunciato queste parole nel corso di un evento affollatissimo, alla presenza di tanti personaggi importanti - a cominciare dal premier Silvio Berlusconi. Ci sono i figli Stefania e Bobo, i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti e Gianni Letta, i ministri degli Esteri Franco Frattini, della Cultura Sandro Bondi, della Funzione pubblica Renato Brunetta. E molti altri ex socialisti, come il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto e l'ex ministro Gianni De Michelis. Per il Pd è presente il capo della segreteria politica, Filippo Penati, e la capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro, che ha lasciato il convegno dopo l'intervento di apertura di Schifani.
La biblioteca del Senato non riesce a contenere tutti gli invitati ed è stata allestita un'altra sala al primo piano, mentre i giornalisti stazionano un pò su Piazza della Minerva e un pò negli spazi tra le due sale.
E dopo Schifani ha parlato Stefania Craxi, che ha sottolineato l'importanza del messaggio del presidente della Repubblica: "Restituisce a Craxi i suoi meriti e apre la via ad una pacificazione nazionale, che è un auspicio sia di Napolitano che nostro. I provocatori sono rimasti una minoranza. Mio padre fa parte della storia positiva della nostra Repubblica".
Ma c'è chi ha criticato fortemente l'evento di oggi al Senato. "E' davvero una vergogna la beatificazione di un pregiudicato in una sede istituzionale": così il capogruppo dell'Italia dei valori al Senato, Felice Belisario, ha commentato in una nota la cerimonia
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